Ospedale dei Pellegrini, allarme ingorgo: il pronto soccorso nel caos

Ospedale dei Pellegrini, allarme ingorgo: il pronto soccorso nel caos
di Melina Chiapparino
Lunedì 28 Giugno 2021, 08:30
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È boom di accessi al Vecchio Pellegrini. L'ospedale nella Pignasecca che, per il momento, è l'unico presidio dotato di pronto soccorso nel centro storico di Napoli, sta registrando numeri da record. Da quando è terminata la fase critica dell'emergenza pandemica, nell'ultimo mese, si sono impennate le prestazioni per quanto riguarda l'assistenza ordinaria. Non ci sono più pazienti Covid, ma gli accessi sono triplicati e, di conseguenza, è aumentato anche il numero di ricoveri tra le mura del pronto soccorso.

Il problema non riguarda solamente la necessità di adeguare l'assistenza al numero di risorse organiche limitate, dunque medici, infermieri e operatori socio sanitari che non sono stati implementati, ma a fare la differenza sono gli spazi ospedalieri, programmati ma non realizzati.

In pratica, manca l'unità di Medicina e chirurgia d'accettazione e urgenza che era stata prevista sulla carta per decongestionare il pronto soccorso dove il ricovero dei pazienti è, di fatto, improprio ma necessario per la carenza dei posti letto nei reparti. Ogni giorno, il pronto soccorso della Pignasecca assiste un numero di ammalati che in media è compreso tra i 160 e i 180 pazienti, con punte di accessi fino a 200 persone. Non si tratta solo di numeri da record perché una buona percentuale di assistiti, più del 40%, necessita del ricovero ospedaliero e, spesso, i sanitari sono costretti a sistemare i pazienti nel pronto soccorso dal momento che i reparti sono pieni. Le postazioni disponibili per l'assistenza in ps, sono 17 di cui 4 posti di osservazione breve che, puntualmente, invece di ricoveri per un tempo limitato arrivano anche a soste di 7/8 giorni in reparto. 

C'è da dire che le ultime settimane sono state praticamente Covid free al Vecchio Pellegrini dove, in ogni caso, non si è mai fermata la procedura dei tamponi e dei test rapidi in fase di Triage, per accertare l'eventuale presenza del virus nei pazienti assistiti. Nella stessa misura, al pronto soccorso, è ancora attiva un'area per l'isolamento di casi sospetti ma, per adesso, i dati documentano solo prestazioni di assistenza ordinaria. Gli ammalati che arrivano in ospedale rappresentano una platea fortemente differenziata e con una molteplicità di patologie e problematiche, da quelle traumatologiche e di natura ortopedica fino alla medicina d'urgenza con un percentuale di pazienti critici, mai inferiore al 5% del totale. Il reparto che potrebbe alleviare la pressione sul pronto soccorso, esiste sulla carta ma non c'è. Si tratta della Medicina e chirurgia d'accettazione e urgenza, programmata e prevista ufficialmente dall'atto aziendale dell'Asl Napoli 1 Centro nell'ultimo piano ospedaliero eppure mai realizzata. In realtà, questo reparto fantasma che nelle indicazioni dell'Asl partenopea, prevede la dotazione di 8 posti letto, è stato pianificato nei dettagli con l'allestimento dell'area al di sopra del pronto soccorso e lo stanziamento di fondi appositi. 

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I cantieri non sono mai partiti e, al momento, il primo piano che dovrebbe accogliere la Medicina d'urgenza, è vuoto. Se fino a questo momento, l'esplosione della pandemia può avere, in qualche modo, rallentato la messa in opera dei lavori, è altrettanto vero che il pronto soccorso del Vecchio Pellegrini è l'unico attivo nel centro storico. Il pronto soccorso della Pignasecca serve tutta la popolazione del centro storico della città da quando è avvenuta la conversione dei presidi in Covid hospital, come il Loreto Mare e il San Giovanni Bosco (per cui è prevista, nelle prossime settimane, la riattivazione del ps ordinario). L'Asl L'appello per accelerare la realizzazione dei progetti per il Vecchio Pellegrini, arriva dal comparto sindacale.

«Il presidio della Pignasecca, insieme all'ospedale San Paolo, ha fronteggiato l'emergenza Covid e ora sta garantendo l'assistenza ordinaria con le eccellenze che non si sono mai fermate, come la chirurgia della mano, la dialisi e l'oculistica» ha spiegato Gino Brancaccio, Rsu della Cgil presidiale. «È necessario uno sforzo per accelerare i lavori già programmati» conclude il sindacalista. Sulla priorità dei lavori, arriva la conferma dell'Asl napoletana. «Con il diminuire dell'emergenza pandemica, torneremo a concretizzare la programmazione ordinaria, e la realizzazione di Medicina d'urgenza è una delle priorità nella nostra agenda» ha assicurato Ciro Verdoliva, direttore generale dell'Asl partenopea. 

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