A Napoli arriva il reddito alimentare per le persone in difficoltà. Una misura di intervento che vede scendere in campo il mondo dell'associazionismo e le aziende pubbliche e private, come spiega l'assessore comunale alle politiche sociali Luca Trapanese: «È un progetto sperimentale al quale Napoli ha aderito. Abbiamo ottenuto un milione e mezzo di euro che spenderemo in tre anni e che darà la possibilità a piccole e grandi attività commerciali e a distributori di donare beni alimentari prossimi alla scadenza o non commerciabili destinati a persone indigenti o in gravi condizioni sociali. L'ente del terzo settore potrà andare a recuperare questi beni e li distribuirà a chi ne ha bisogno attraverso i servizi sociali e la rete della Caritas, della Diocesi e delle associazioni. Abbiamo inoltre pubblicato un bando che prevede tre azioni: una per le società di comunicazione, un'altra per le piccole e grandi catene alimentari e l'ultima per gli enti del terzo settore nell'ottica di una co-progettazione».
Sono già on line sul sito del Comune le manifestazioni di interesse rivolte agli enti del terzo settore e agli esercenti pubblici e privati che vorranno aderire al progetto, fortemente voluto dall'assessorato comunale al Welfare e strutturato dal Servizio di inclusione e integrazione sociale.
«Sono estremamente soddisfatto dell'adesione alla sperimentazione del reddito alimentare da parte del Comune di Napoli - sottolinea ancora Trapanese - I progetti di reddito alimentare perseguono la duplice finalità di fornire un contributo alla lotta alla grave deprivazione materiale e contrastare lo spreco alimentare; i destinatari finali dei progetti saranno tutte le persone in condizione di povertà assoluta segnalate ai soggetti donatari dai servizi sociali territoriali competenti, persone indigenti già destinatarie di aiuti alimentari in ambito nazionale o europeo e chiunque ne faccia richiesta in base ad un bisogno urgente e indifferibile».
«Mi sembra la prima risposta concreta alle difficoltà quotidiane delle famiglie, dei giovani disoccupati, dei fragili, di tutti coloro che si perdono perché annebbiati dal necessario che manca - aggiunge l'assessore al Welfare - I dati sulla povertà sono drammatici. La povertà è un'onda troppo alta che, anche in seguito alle modifiche del reddito di cittadinanza, travolgerà un numero sempre crescente di cittadini. Azioni come queste servono a contenere, con procedimenti virtuosi, la deriva a cui stiamo andando incontro che è anche ambientale. A tal proposito - conclude - voglio lanciare un accorato appello agli enti del terzo settore affinché rispondano alla manifestazione di interesse pubblicata sul sito del Comune».
Sul progetto è intervenuta anche l'assessore al commercio e al turismo Teresa Armato: «Napoli è una delle quattro città italiane in cui verrà sperimentata la misura del reddito alimentare. Sono molto soddisfatta che il tessuto produttivo e commerciale cittadino possa rendersi protagonista di azioni importanti come questa mettendo a disposizione il superplus che rappresenterebbe in alternativa solo costi di conferimento e smaltimento». Non solo: «Iniziare da Napoli con questa sperimentazione per noi è una vittoria - aggiunge il presidente del Comitato nazionale per il Reddito alimentare, Leonardo Cecchi - l'attivismo e il civismo radicati nella città, tratto peculiare di tanti napoletani, saranno infatti di grande aiuto per il funzionamento del reddito alimentare, che si basa sulla collaborazione tra Stato e Terzo settore».