Percorsi a ostacoli, a Napoli, per cure, visite ed esami clinici presso gli ambulatori di Asl e ospedali quando non siano ricoveri e interventi chirurgici. Itinerari irti di scogli, imprevisti e anche necessità di esborsi economici per chi ha un'urgenza inderogabile. Disagi acuiti dall'emergenza Covid ma anche dai tetti di spesa imposti mensilmente nei centri accreditati: strutture che col nuovo sistema esauriscono il budget entro i primi giorni di ogni mese.
La salvaguardia delle urgenze indicate in ricetta? Resta spesso solo sulla carta e in tempi di crisi può spesso tradursi nell'impossibilità di accedere alle prestazioni sanitarie pubbliche. Salvo ricorrere, alla fine della corsa, agli accessi impropri in pronto soccorso. Ma anche qui, tra affollamenti record (vedi Cardarelli e Ospedale del mare) e tagli alla rete dei soccorsi per carenze di personale (vedi 118) gli spazi per esigere cure e terapie si restringono sempre più. Livia Centanni è una giovane napoletana di 34 anni, casalinga, madre di due figli. «Soffro da anni di emicrania, l'ho sempre controllata con le prescrizioni del mio medico e di uno specialista del distretto - racconta - ma negli ultimi periodi la situazione è peggiorata e con i consueti farmaci non riesco più a controllarla.
«Mi chiedo tuttavia se non avessi avuto queste risorse dove avrei dovuto sbattere la testa. Chi non ha la possibilità economica cosa deve fare? La Sanità a mio avviso andrebbe rivista con ambulatori aperti anche il pomeriggio per permettere a tutti di avere un'assistenza adeguata soprattutto dopo il rallentamento degli ultimi due anni a causa dell'emergenza Covid».