«Scuole chiuse: è un abuso», e scatta la denuncia alla Procura di Napoli

«Scuole chiuse: è un abuso», e scatta la denuncia alla Procura di Napoli
di Giuliana Covella
Lunedì 19 Ottobre 2020, 08:00 - Ultimo agg. 15:11
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Un esposto in Procura a nome dei genitori della Campania per dire no all'ordinanza numero 79 della Regione, con cui si è stabilita la chiusura delle scuole fino al 30 ottobre. A firmarlo è Beniamino Esposito, un papà di Marano, di professione avvocato, che spiega: «La mia denuncia parte prima di tutto dall'essere padre di un bambino di 10 anni, che si preoccupa non solo della salute del proprio figlio ma di tutti i bambini campani che finiranno con l'alienarsi con la didattica a distanza». E mentre si aspetta il responso del Tar Campania sul ricorso presentato dai genitori contro la delibera regionale, oggi alle 12 proseguirà il presidio permanente sotto la sede della Regione per chiedere a De Luca la revoca del provvedimento. 

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«Scuole chiuse, no alla dad». È questo il senso dell'esposto-querela che i genitori campani invieranno alla Procura della Repubblica contro la decisione della Regione.

A firmarlo un papà, Beniamino Esposito, sceso in piazza insieme alle altre famiglie in questi giorni: «Quale avvocato e ancor prima padre e presidente dell'associazione Lo Sportello dei diritti del cittadino, non posso assolutamente attendere e ascoltare oltre». «Nella Costituzione il diritto allo studio è ben definito - prosegue Esposito - l'articolo 34 sancisce che tutti hanno uguale diritto allo studio. In queste ore madri e padri separate con lavori saltuari, come faranno con i loro figli? E i nonni che dovranno tenere i nipoti? Con il rischio di assembramenti e Covid e già le loro ansie e acciacchi?». Ad essere penalizzati, come si legge nell'esposto che sarà presentato a breve, saranno soprattutto i bambini, che stavano lentamente riprendendo i ritmi della vita quotidiana. «L'Unione Europea riconosce e rispetta il diritto dei minori di condurre una vita dignitosa e di partecipare alla vita sociale e culturale - continua il legale - Pertanto violare questi postulati significa violare i principi cardini del nostro ordinamento». Altro punto dell'esposto riguarda la Carta dei diritti dei fanciulli, redatta nel 1924 dalla Società delle Nazioni Unite: «Prevede l'uguaglianza tra i bambini, violata da una regione all'altra con l'ordinanza del giorno prima al giorno dopo, col diritto allo studio praticato con modi, qualità e funzione sociale diversa. Valuteremo inoltre le ragioni che il Tar ha chiesto in osservazione alla Regione per giustificare l'ordinanza. E con la forza dei tanti che mi hanno contattato in queste ore da Salerno, Caserta, Napoli e province, chiederemo un tavolo di programmazione con associazioni, sindacati e genitori». 

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Si attende a breve - forse già oggi - il responso dei giudici della quinta sezione del Tar Campania a cui è stato presentato ricorso da un gruppo di cittadini contro il governatore Vincenzo De Luca e l'ordinanza del 15 ottobre scorso. La Regione dovrà presentare, entro oggi alle 10, tutti i documenti (con relativi numeri di contagio tra studenti e docenti) per spiegare i motivi che l'hanno spinta ad adottare la misura. A presentare invece ricorso al Tar Lazio è stato il movimento Reset, come spiega il portavoce Raffaele Di Monda, papà di una bambina di 11 anni: «Governo e Regione continuano ad emettere provvedimenti insensati. Le scuole potrebbero rimanere aperte, obbligando gli alunni a indossare le mascherine durante le lezioni. Insieme ad altri genitori abbiamo chiesto l'annullamento della nota dell'8 ottobre del ministero dell'istruzione, che confermava solo all'interno delle aule la facoltà, anziché l'obbligo, di indossarle». 

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Anche oggi genitori, docenti e associazioni saranno sotto la sede della Regione. Alle 12 continuerà per il quarto giorno consecutivo il presidio permanente a Santa Lucia. «Continueremo - dicono i portavoce - finché non sarà revocata l'ordinanza. Gli studenti non pagheranno un'altra volta il prezzo della politica scellerata di De Luca». «Negli 8 mesi passati dall'inizio della pandemia niente è stato fatto per potenziare sanità pubblica e trasporti - proseguono - il vero problema è l'inefficienza, il mancato investimento di risorse nei servizi pubblici che possano garantire una tenuta nell'emergenza». «Il diritto all'istruzione va garantito. De Luca vuol farci credere che la scuola non chiude perché continua con la didattica a distanza, che non è scuola, ma un surrogato che esclude definitivamente i più deboli e impoverisce ogni processo di crescita, una soluzione inaccettabile per i più piccoli e per le scuole superiori», concludono. 

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