Napoli. «Chest'è 'a seggia r''e gay»,
bufera social sulla battaglia Lgtb

Napoli. «Chest'è 'a seggia r''e gay», bufera social sulla battaglia Lgtb
di Attilio Iannuzzo
Mercoledì 1 Luglio 2020, 17:49 - Ultimo agg. 22:40
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L’anno scorso il docente Marco Taglialatela dell’Istituto Ristori, scuola di frontiera del centro storico, trovò una sedia con una scritta dietro lo schienale: «chest’ è a segg re’ gay». Una frase mortificante ed omofoba, frutto di un malessere sociale e di sottocultura. Quella sedia è divenuta simbolo della battaglia di Marco Taglialatela, del mondo Lgtb e di tutti coloro i quali vogliono che l’omofobia possa essere combattuta e abbattuta.
 

L’associazione I-ken ha organizzato una manifestazione lo scorso 27 giugno in piazza dei martiri portando quella sedia, con quella scritta omofoba, per dare evidenza della lotta per i diritti del mondo Lgtb. Antonello Sannino, segretario politico dell’Arci, con un suo post scrive il giorno dopo: «A proposito di sedie, giro il vicoletto di casa e trovo lei. È proprio un segnale inequivocabile del fato». Il post di Sannino è stata corredata da una foto raffigurante una sedia con sopra la tavoletta di un water. Un’affermazione che l'Istituto Ristori ha ritenuto offensiva poiché sembrava banalizzare il contenuto della manifestazione.

«Scrivo alle Istituzioni – si legge nel documento inviato  a San Giacomo dalla dirigente scolastica dell’Istituto Ristori Immacolata Iadicicco – per avere delucidazioni da Sannino sulle affermazioni che ha postato, offensive per noi e per le battaglie che la nostra scuola porta avanti insieme alle realtà Lgtb presenti sul territorio. Insomma se il riferimento è a quella sedia, saremo costretti a denunciare». 

Sulla questione Antonello Sannino risponde: «Apprendo con stupore di una polemica costruita ad arte dal signor Marco Taglialatela, ancora una volta alla ricerca di qualche briciola di visibilità. Da attivista lgbt devo dire che non è la prima volta che ricevo minacce di denuncia da chi magari prova fastidio verso il libero pensiero, persino Roberto Calderoli mi ha minacciato in passato. Ma poiché sono fermamente convinto che viviamo in un Paese libero, continuerò pertanto a professare il mio attivismo scevro da ogni condizionamento e resistente ad ogni forma di minaccia, nel rispetto dell’altro e dello stato di diritto. Quello che mi sorprende è l’intervento della prof. ssa Immacolata Iadicicco, dirigente dell’Istituto Ristori di Napoli, che seppur animata da una più che condivisibile lotta all’omofobia e al bullismo, si lascia trascinare, e con sé la scuola che rappresenta, in una polemica innescata da un suo professore, il sopra citato Marco Taglialatela. La dirigente parla poi di contatti con le associazioni LGBT del territorio e di lavoro con queste associazioni, ma di fatto conosce e lavora per gli LGBT esclusivamente con l’associazione del suo professore in questione, eppure Antinoo Arcigay Napoli fa un lavoro straordinario nelle scuole del territorio, come nessun altra associazione LGBT presente in Regione, incontrando decine di istituti e migliaia di ragazzi e ragazze ogni anno, ma non avendo però mai avuto il piacere di essere inviati nella scuola della prof.ssa Iadiciccio.Pertanto chiederemo un intervento dell’Ufficio regionale scolastico a verifica di un possibile conflitto di interessi tra il prof. Taglialatela e la dirigente scolastica e chiederemo a che titolo la dirigente contatta la pubblica amministrazione, nello specifico il Comune di Napoli, per chiedere non si sa bene cosa e a che fine, minacciado tra l’altro di denunciare il sottoscritto in assenza di qualsivoglia forma di reato, e trascinando di fatto la scuola in un conflitto creato da un suo professore e dall’associazione di cui è presidente il marito del professor Taglialatela. Il mio post, a cui si fa riferimento nelle dichiarazioni della dirigente, è un post pubblicato sulla mia pagina privata che nulla ha a che fare con il Comune di Napoli e non fa alcun riferimento né al Comune di Napoli, né alla scuola, né ad altre Associazioni. Mi chiedo, pertanto, a che titolo la professoressa chieda delucidazioni, e quali delucidazioni, al Comune di Napoli».
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