Tagli agli stipendi del 118, Galano ordina ai medici: ora tornate in ambulanza

Tagli agli stipendi del 118, Galano ordina ai medici: ora tornate in ambulanza
di Ettore Mautone
Sabato 6 Marzo 2021, 09:47 - Ultimo agg. 16:16
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118 senza medici in città; per tutto il mese di marzo nelle postazioni della rete dei soccorsi a Napoli si contano oltre 80 turni di 12 ore non coperti dalla presenza di un medico. Dopo l'ennesimo allarme Giuseppe Galano, responsabile della centrale del 118, per tamponare la situazione ha previsto che uno dei due medici della postazione San Gennaro - sede di ambulanza ma anche di un presidio di primo soccorso - nel caso in cui si presenti un codice rosso sul territorio e l'altro medico sia già impegnato, debba lasciare la postazione fissa e salire in ambulanza per assicurare l'intervento medicalizzato. «Un modo per affrontare una situazione estrema - avverte Galano che parla in veste di responsabile sindacale degli anestesisti rianimatori Aaroi e dell'Emac - al San Gennaro infatti resta sempre una ulteriore ambulanza demedicalizzata in grado di trasportare i pazienti che giungano in quell'ospedale. Attualmente, a Napoli, circa un terzo dei turni del 118 sono senza medico, sia in orario diurno sia, soprattutto, di notte. Il team demedicalizzato non può effettuare diagnosi o disporre terapia e pertanto aumentano in maniera esponenziale i trasporti impropri di pazienti in ospedale:

«La sola presenza di un infermiere e di un autista, infatti - conclude Galano - comporta il sistematico trasferimento in pronto soccorso anche di casi che potrebbero essere risolti sul posto». È quanto accaduto proprio ieri un caso di Covid giunto al Pellegrini.

Un aggravio di attese, disagi, costi evitabili e prestazioni improprie che si materializza nel momento peggiore. «Una situazione vergognosa, non è possibile che medici di prima linea si vedano sottoposti a questo attacco. L'emergenza territoriale convenzionata del 118 è un servizio strategico, ancor più in un momento come questo e meriterebbe ben altro interesse e attenzione da parte delle istituzioni». Così Silvestro Scotti e Bruno Zuccarelli, vertici dell'Ordine dei medici di Napoli - difenderemo e affiancheremo iì colleghi ogni sede».

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SITUAZIONE GRAVE
Situazione complessa che trae origine innanzitutto dalla annosa e irrisolta carenza strutturale di personale specialistico nel 118 e nei pronto soccorso. A ciò si è aggiunta la rinuncia, come unica forma di protesta percorribile, all'orario di lavoro aggiuntivo con cui finora sono stati tappati i buchi. I tagli agli stipendi per circa 70 medici convenzionati della Asl Napoli 1 impiegati nel 118 (250 in tutta la Campania) derivano dalla trattenuta dell'indennità oraria di 5,16 euro che il personale medico convenzionato del 118 percepiva dal lontano 1999 e dal contemporaneo avvio dei pignoramenti sul quinto dello stipendio per il recupero di quanto pagato dal 2003 in base alle previsioni contrattuali. Indennità messa in discussione da una preliminare indagine della Corte di conti che interpreta in maniera restrittiva il contratto di lavoro dei camici bianchi. Da qui il recupero, in autotutela, di somme che le Asl sospettano essere state indebitamente attribuite.

La prospettiva di recuperare l'indennità persa con altre voci del contratto integrativo senza affrontare la questione restituzioni non placa il profondo malcontento della categoria. «L'accordo sta per essere concluso con la soddisfazione dei sindacati», dice una nota della Regione che sulle somme che devono essere restituite sostiene di non avere alcun potere «visto che si tratta di sentenze che devono essere rispettate». «L'accordo proposto alla forma - avverte la Cisl medici - non può soddisfarci. Il nostro ufficio legale non ha individuato alcuna sentenza da applicare ma solo una istruttoria della Corte dei conti in base a una sentenza della Corte costituzionale non dirimente rispetto al diritto dei medici di ottenere quella indennità. Per questo siamo contrari all'impostazione della vertenza che andrebbe ribaltata per difendere la legittimità dell'indennità».
 

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