Non muta solo il virus. Con la terza dose, cambiano le regole nella campagna di vaccinazione anti-Covid. Chiamati a ripetere l'iniezione, a distanza di almeno sei mesi, tutti gli over 60 (senza ulteriori scaglioni per età), i soggetti fragili e gli immunodepressi. Più i medici, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari (i primi convocati dal 27 dicembre 2020, nel V-Day), quindi tutto il personale al lavoro nella strutture sanitarie. Ventottomila solo nella Asl Napoli 1 Centro, dove la metà al momento ha aderito. Non di più. E, dal 4 novembre, anche il personale scolastico e universitario è inserito nell'elenco. Si tratta di 20mila cittadini nel capoluogo campano che il governatore Vincenzo de Luca e il manager Ciro Verdoliva vorrebbero immunizzare entro fine novembre, perché considerati più a rischio di contagio. Più a rischio dei poliziotti e degli altri operatori delle forze dell'ordine, lasciati in stand-by. Ma l'obiettivo appare difficile da raggiungere, se si considerano le risposte ottenute in questi giorni: appena qualche centinaio tra gli insegnanti.
I tempi rivisti tra una puntura e l'altra rappresentano uno dei motivi di perplessità.
Chiuso lo spazio allestito al museo Madre, come quello nell'hangar a Capodichino, restano l'hub vaccinale nella Mostra d'Oltremare e quello nella Fagianeria di Capodimonte. I due presidi sono aperti tutti i giorni, domenica compresa, dalle 9 alle 18. Ma è anche possibile andare nei distretti sanitari della Asl, come negli studi dei medici di famiglia e nelle farmacie che hanno dato la propria disponibilità. Altra differenza: non bisogna più presentarsi in un luogo prestabilito, su appuntamento. Abolita la prenotazione. L'Asl non manda più un sms di convocazione, ma un invito sul telefonino per spiegare che l'adesione è volontaria. E, per ulteriori chiarimenti, dal lunedì al venerdì (9-14) è attivo anche il numero verde 800954427 gestito dai medici in pensione con l'Ordine.