Nelle intenzioni delle amministrazioni che si sono succedute nel tempo, quella palestra, un vero e proprio palazzetto dello sport all'interno dell'istituto Cesaro, avrebbe dovuto rappresentare il gioiello più prezioso da esporre con fierezza in vetrina suscitando l'ammirazione della cittadinanza e dell'opinione pubblica. Neanche la più fervida immaginazione, però, avrebbe mai potuto partorire un libro formato da 35 pagine di vergogna, tanti quanti sono gli anni trascorsi dalla sua costruzione per opera dell'allora Provincia di Napoli. Neanche il più pessimista degli alunni speranzosi di usufruire un giorno di quell'area per poter praticare attività fisica, avrebbe mai potuto pensare che quella palestra in realtà non sarebbe mai stata aperta, e che nel corso degli anni sarebbe stata abbandonata al proprio destino. E si sarebbe persino trasformata, così come accadde nel 2017, in un nascondiglio di veicoli rubati, di droga e finanche di una bomba.
Oggi quello spaventoso scheletro formato da un ammasso di lamiere arrugginite, contornato da depositi di rifiuti di ogni tipo, che lo trasformano agli occhi allibiti dei passanti in una immensa discarica a cielo aperto, è il manifesto del fallimento delle istituzioni, attanagliate da cavilli e vincoli burocratici e dalla incapacità di mettere in campo alcuni elementi imprescindibili: quali pianificazione e programmazione.
L'ennesimo capitolo di vergogna che si aggiunge all'infinito libro dei misteri dolorosi della martoriata città oplontina.
Ma il problema vero, oltre a quello di carattere ambientale, è legato alla stabilità della struttura. I segni del tempo e dell'incuria di tutti questi anni. si vedono tutti ad occhio nudo. L'unica soluzione possibile sarebbe l'abbattimento. Ma da anni è in atto una sorta di scaricabarile tra amministrazione comunale e città metropolitana: «Le condizioni della struttura dice S.G., altra residente ci preoccupano. Non è la prima volta che da quella copertura si staccano pezzi di intonaco e pietre che cadono sul selciato. Ma sembra davvero che questo problema non interessi a nessuno. Addirittura, quando la scuola è aperta, alcuni genitori nell'attesa dell'uscita dei ragazzi trasformano quest'area in un vero e proprio parcheggio, incuranti del pericolo. È ora di dire basta a questa vergogna. Chiediamo che quest'area venga immediatamente messa in sicurezza, poi di valutare la possibilità di un abbattimento della struttura».