Sabotaggi e violenze per avere il lavoro: condannati i netturbini di Torre del Greco

Sabotaggi e violenze per avere il lavoro: condannati i netturbini di Torre del Greco
di Dario Sautto
Venerdì 6 Dicembre 2019, 14:30
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Sabotarono i mezzi della nettezza urbana perché erano stati esclusi dalle nuove assunzioni, frutto di promesse elettorali che hanno portato tutti già sul banco degli imputati per il processo sul voto di scambio di Torre del Greco. Adesso arrivano le condanne per tre netturbini e il papà di uno di loro, accusati dei danni arrecati al servizio di raccolta rifiuti, ma anche di minacce e aggressioni agli operatori ecologici, al sindaco Giovanni Palomba, al consigliere comunale Stefano Abilitato (beneficiario del voto di scambio, tuttora in carcere), dirigenti comunali e amministratori della ditta Gema.

Se la pm Bianca Maria Colangelo aveva chiesto per tutti e quattro gli imputati la condanna a un anno e otto mesi di reclusione per tentata estorsione nel processo che è stato celebrato con rito abbreviato, il gup del tribunale di Torre Annunziata, Mariaconcetta Criscuolo, ha usato la mano pesante. Per Ciro Massella, uno dei disoccupati assunti (dopo le prime proteste) per sei mesi a 500 euro al mese grazie al progetto Garanzia Giovani senza ottenere il rinnovo promesso, è arrivata la condanna a due anni e mezzo di reclusione. Per suo padre Giovanni Massella, ritenuto l'organizzatore e regista delle varie proteste, e per gli altri due giovani netturbini Andreina Vivace e Francesco Sallustio la condanna è di due anni e due mesi di reclusione. Tutti dovranno anche risarcire il Comune di Torre del Greco, che si è costituito parte civile solo in questo procedimento.

La vicenda si intreccia a doppio filo con la compravendita dei voti alle elezioni del 2018. Tutto parte nel Natale di due anni fa con le prime proteste culminate a marzo 2018 con l'occupazione degli uffici comunali e terminate grazie alle assunzioni a tempo determinato avvenute a fine maggio dello scorso anno, alla vigilia delle elezioni. Quella tornata elettorale vide decine di voti convogliati in maniera illecita su Abilitato che, insieme al commercialista Simone Onofrio Magliacano, aveva veicolato le assunzioni al consorzio Gema. Uno scellerato patto, raccontato dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Torre del Greco coordinate dalla Procura guidata dal procuratore Pierpaolo Filippelli, condito dalla promessa elettorale: in cambio dei voti, gli spazzini sarebbero stati assunti a tempo indeterminato. Scaduto il contratto di sei mesi a novembre 2018, il rinnovo non era affatto avvenuto ed erano iniziate le nuove proteste, violente, pressanti. Nel periodo natalizio sono culminate, poi, con occupazioni e danneggiamenti negli uffici comunali e la manomissione di mezzi della nettezza urbana danneggiati durante il servizio il 29 dicembre. Una ventina di persone, guidate da Giovanni Massella, bloccò un mezzo anche il 9 gennaio, costringendo gli operatori ecologici a scendere. «Ci state rubando il lavoro» era l'assurda protesta. Ora sono stati tutti condannati.
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