Turista stuprata a Napoli, la difesa del cameriere: «Lei era consenziente»

Possibile appello al Riesame per ottenere la revoca dei domiciliari

Lo stupro nella movida di Napoli
Lo stupro nella movida di Napoli
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Lunedì 4 Marzo 2024, 23:58 - Ultimo agg. 6 Marzo, 07:26
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Quando si è ripresa dallo choc era ancora all’interno della toilette. Ha scritto un messaggio a un’amica in Inghilterra e all’amica connazionale con cui era arrivata a Napoli e che stava all’esterno del locale. È uno dei passaggi della misura cautelare firmata dal gip Carla Sarno, a carico di M.R., il barman finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver stuprato una turista inglese cliente nel suo bar. Una vicenda amara e controversa, come sempre accade quando la parte offesa è una donna, immobilizzata e violentata all’interno della toilette di un bar del centro storico.

Ieri mattina si è celebrato l’interrogatorio di garanzia, al cospetto del gip che ha firmato gli arresti domiciliari, nonostante la Procura avesse chiesto gli arresti in carcere per il barman 27enne. Difeso dal penalista napoletano Roberto Saccomanno, ieri l’indagato non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Anzi. Ha fornito la propria versione dei fatti, offrendo un racconto uguale e contrario a quello messo agli atti dalla turista inglese: «Non l’ho violentata. Poi particolari intimi sul modo in cui si sarebbe consumato il rapporto.

Dopo essere stato arrestato, anche grazie alla prova del Dna, il 27enne ha dunque ammesso il contatto sessuale, raccontando cosa sarebbe accaduto all’interno del baretto del centro storico. Siamo in via dei Tribunali lo scorso 12 luglio, quando si sarebbe verificata la violenza sessuale. All’interno del bar, si presentano due cittadine inglesi, che sono a Napoli in vacanza. Tramite i loro cellulari, filmano i drink che bevono (quattro a testa), ma anche il lavoro del barman. Dopo aver trascorso almeno un’ora a bere, la ragazza va in bagno per un bisogno fisico. La porta non ha la serratura fissata, il 27enne avrebbe avuto gioco facile ad abusare della ragazza. E a lasciarla in stato di choc all’interno della toilette, dove - appena ripreso possesso del cellulare - avrebbe provato ad avvisare le sue amiche. 

Una ricostruzione, quella offerta dalla presunta vittima di questa storia, che è stata ripetuta lo scorso dicembre, nel corso di un incidente probatorio che si è tenuto al cospetto del giudice e delle parti in causa. Inchiesta condotta dal pm Mariangela Magariello, magistrato in forza al pool reati contro le fasce deboli guidato dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone. Parliamo di magistrati che da anni conducono inchieste in materia di codice rosso, basti ricordare che alcuni anni fa - quando era in forza alla Procura di Torre Annunziata - il pm Magariello affrontò il caso delle turiste stuprate in un albergo della costiera sorrentina (una vicenda che si è conclusa con le condanne degli imputati). Ma torniamo al racconto messo agli atti dalla donna. Ha spiegato «di essere andata alla toilette, ma di non avere neppure il tempo di abbozzare una reazione. Mantenevo la porta con la mano, è entrato e mi ha impedito ogni tentativo di fuga. Mi è piombato addosso». 

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Subito dopo la presunta aggressione, la ragazza è stata poi accudita dall’amica e da alcune turiste francesi che raccolsero per prime lo sfogo della cittadina britannica. Immediato l’intervento dei carabinieri della compagnia Napoli Centro, ma anche degli esperti del Ris. Alla base della richiesta di arresti da parte della Procura, oltre alla testimonianza della ragazza (e della sua amica), anche il tampone vaginale che conferma la presenza di tracce biologiche dell’aggressore. La cittadina britannica venne curata al Pellegrini, dove sono stati isolati i residui biologici poi confrontati con la saliva dell’indagato. Una ricostruzione che ora fa i conti con la difesa dell’indagato. Dopo essere finito ai domiciliari, il 27enne non ha negato il rapporto sessuale. Ha solo parlato di un approccio consenziente, all’interno della toilette del locale nel quale prestava servizio. Possibile a questo punto un ricorso ai giudici del Tribunale del Riesame, che dovrà vagliare accuse e atti della scientifica, ma anche i dettagli messi sul tavolo del giudice dal presunto stupratore, a distanza di alcuni mesi dalla orribile vacanza napoletana di due cittadine inglesi.