Ucraina, il capo della Croce Rossa: «Ecco cosa donare, stop alla beneficenza fai da te»

Ucraina, il capo della Croce Rossa: «Ecco cosa donare, stop alla beneficenza fai da te»
di Maria Chiara Aulisio
Lunedì 14 Marzo 2022, 07:00 - Ultimo agg. 15 Marzo, 07:06
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«Basta regalare indumenti e prodotti alimentari. E poco importa se sono in scatola o a lunga conservazione: non servono comunque. Il cuore dei napoletani è grande, anzi grandissimo, ma proprio per questo vale la pena indirizzare al meglio la generosità per evitare di disperdere risorse e energia». Paolo Monorchio, presidente della Croce Rossa di Napoli, lancia un appello a parrocchie, associazioni e cittadini per invitarli a sospendere la raccolta indiscriminata di abiti e cibo: «In Ucraina - assicura Monorchio - non arriverà nulla di quello che state offrendo con grande spirito di solidarietà e amore verso il prossimo».

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Beneficenza inutile?
«Mi dispiace molto dirlo, e so che potrei essere impopolare, ma rischia di diventare perfino dannosa.

Tra un po' si porrà il problema di come smaltire questa valanga di roba accatastata in vari punti della città».

Si era detto che servivano abiti, soprattutto indumenti caldi, da mandare subito a Kiev. Non è così?
«Non è così che funziona. Gli aiuti umanitari, assolutamente fondamentali in tempi di emergenza come questo, devono avere un'organizzazione ben precisa alle spalle: non si può agire in maniera disorganica, bisogna seguire le procedure, le indicazioni che arrivano dalle zone di guerra».

Indicazioni da parte di chi precisamente?
«Dalla Croce Rossa Ucraina, nel nostro caso. Ogni giorno ci informano di ciò che serve davvero. Loro chiedono e noi, e gli altri Paesi, mandiamo il necessario. Diversamente - mi permetto di dire - il rischio è che vada tutto sprecato».

Il cibo, quindi, non può essere utile?
«Potrebbe pure esserlo ma è indispensabile aspettare le richieste, precise, di chi opera sul territorio».

Faccia qualche esempio.
«Un giorno possono servire gli omogeneizzati, l'altro latte in polvere per i neonati. Inutile, per dirne una, mandare pasta, pelati e scatolame varie. Stesso discorso per pullover, cappotti, cappelli, scarpe, biancheria, l'usato poi non ne parliamo: non raccoglietelo, non serve a nessuno e finirà chissà dove».

Niente usato?
«Mi sembra fin troppo evidente che bisogna inviare roba nuova, ci mancherebbe. In ogni caso, ripeto, non è questo il punto. Tutto ciò che viene raccolto in maniera autonoma, con il passaparola, attraverso le chat su Whatsapp, le associazioni di beneficenza, ma anche qualche generosa parrocchia, purtroppo è inutile e - voglio essere ancora più chiaro - quasi certamente non arriverà a destinazione. Lo so che sono gesti fatti col cuore, conosco persone che hanno rinunciato ai loro capi migliori, purtroppo a beneficio di nessuno».

Perché è così convinto?
«Ve lo spiego. Prendere un tir, caricarlo di merce e spedirlo in Ucraina ha un costo anche piuttosto elevato. Chi paga? Secondo voi chi si accolla le spese per spedire tonnellate di roba che non si saprebbe neanche a chi consegnare?».

Sotto le bombe, poi.
«Una follia. A raccogliere non ci vuole niente, i napoletani poi sono molto generosi, sempre pronti a aiutare chi versa in condizioni di difficoltà, ma non è questo il modo. Volendo, con tutto il cibo e gli indumenti messi insieme in questi giorni, si possono aiutare gli ucraini arrivati qui a Napoli, in alcuni casi hanno veramente bisogno di tutto. Ecco, questa potrebbe essere una ipotesi valida e concreta di solidarietà».

Che cosa serve davvero in Ucraina?
«Eccolo qua, l'ultimo elenco».

Dica.
«Farmaci innanzitutto. In particolare antibiotici, antidolorifici e cortisonici per adulti e bambini. E poi pannolini, latte in polvere, omogeneizzati, indumenti per neonati, passeggini, sediolini per auto, sedioloni e creme idratanti. La scorsa settimana invece ci hanno chiesto quello che in gergo viene chiamato materiale tecnico».

Di che cosa si tratta?
«Tende da campo, tavolini e sedie per le tende, brandine. E poi anche kit trauma e da pronto soccorso. Sempre insieme con le medicine di cui c'è un disperato bisogno».

Come si fa a contribuire alla raccolta? In altre parole: qual è il modo giusto per offrire un contributo che arrivi con certezza a destinazione?
«È semplice. Basta rivolgersi alla Croce rossa di Napoli, la nostra sede è al corso San Giovanni a Teduccio 45. Ma è sufficiente anche inviare una mail all'indirizzo napoli@cri.it. Poi ci penseremo noi». 

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