Ugo Russo, il Comune di Napoli resta immobile: «Per ora il murale resterà lì»

Ugo Russo, il Comune di Napoli resta immobile: «Per ora il murale resterà lì»
di Valentino Di Giacomo
Sabato 24 Aprile 2021, 10:30 - Ultimo agg. 18:36
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Non ci sarà nessuna mossa da parte di Palazzo San Giacomo dopo che il Tar ha fatto cadere la sospensiva cautelare sul murale dedicato al baby-rapinatore Ugo Russo. L'idea, per ora, è di attendere che la giustizia amministrativa si esprima nel merito sul ricorso presentato dal comitato che difende l'opera che ricorda il 15enne ucciso un anno fa mentre tentava di rapinare con una pistola-replica un carabiniere fuori servizio. Una questione di opportunità, ma pure di volontà. La giunta comunale starebbe anche prevedendo di scrivere un nuovo codice generale per regolamentare questo genere di opere. Tutto fermo come al punto di inizio per una vicenda che si trascina ormai da oltre quattro mesi, da quando lo scorso gennaio gli stessi uffici comunali inviarono una diffida agli amministratori del palazzo dei Quartieri Spagnoli dove sorge il murale invitando a rimuovere l'opera. E chissà quanto altro tempo passerà. Per ora il Comune con degli atti amministrativi chiede di cancellare la gigantografia di Ugo Russo, ma senza assumere sul caso una determinazione politica sul da farsi. 

 

Ed è così che tutti i mesi trascorsi è come se fossero passati invano. Si resta, fondamentalmente, fermi ad una nota congiunta del vicesindaco Carmine Piscopo e degli assessori Alessandra Clemente e Luigi Felaco dello scorso gennaio. «Per il murale raffigurante Ugo Russo - scrissero i tre componenti della giunta de Magistris - il comitato promotore e i familiari continuano ad asserire a gran voce che l'opera al momento realizzata non vuole avere finalità celebrative, né essere portatrice di messaggi di illegalità. È necessario quindi che l'opera evolva in un nuovo murale che non si presti a interpretazioni sbagliate. Lo faremo insieme alle associazioni, comitati interessati, comunità educante. Oltre alla rimozione dell'opera, mai autorizzata, ci convince l'idea di un nuovo murale dotato di tutte le autorizzazioni del caso, affinché i valori della legalità e della giustizia siano sempre più patrimonio condiviso, non solo delle istituzioni, ma di tutta la società, dei giovanissimi che vanno strappati alla criminalità e alla povertà educativa e che attraversano tutti i giorni quella e altre piazze». Poco importa, intanto, che il prefetto Marco Valentini - da tempo contrario a questa sorta di omaggi per criminali e malavitosi - abbia convocato già da due mesi un comitato di ordine e sicurezza pubblica per organizzare una task-force per abbattere gli altarini dei camorristi e i murales dei delinquenti.

Già una ventina le opere rimosse con il costante ausilio delle forze dell'ordine, solo per Ugo Russo sembra esserci una sorta di aura di intoccabilità.

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Certo, per quanto concerne il murale dei Quartieri Spagnoli, ove il comitato che lo difende ottenesse ragione dal Tar, allora il Comune sarebbe tenuto ad indennizzare l'opera. Eppure, per il ragazzino, è stato eretto dallo scorso maggio un altarino abusivo in un vicolo parallelo alla Pignasecca, ma anche per quello non sono state messe in moto le ruspe come per tutti gli altri. Resta lì l'altarino, a meno di cento metri da quel pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini che la notte in cui trovò la morte Ugo fu distrutto e vandalizzato da amici e familiari del ragazzino causando danni per oltre 10mila euro. Il Comune sceglie quindi la via della tolleranza rispettando quella vita consumata troppo in fretta e di una famiglia che ancora attende una verità processuale sulle dinamiche di quella notte di un anno fa. Tutto fermo, immobile, quasi in attesa che passi pure questa nottata. 

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