Ugo Russo, il carabiniere rinviato a giudizio: «Omicidio volontario»

Passa la linea dei pm. La prima udienza si terrà il 12 luglio

La manifestazione davanti al tribunale
La manifestazione davanti al tribunale
di Leandro Del Gaudio
Martedì 23 Maggio 2023, 15:55 - Ultimo agg. 24 Maggio, 08:54
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Va a giudizio il carabiniere che uccise il giovane rapinatore Ugo Russo, dopo aver subìto un'aggressione a mano armata da parte del 15enne, che impugnava una pistola replica senza tappetto rosso. è questo il provvedimento adottato dal giudice Tommaso Perrella, al termine di una camera di consiglio durata due ore. La prima udienza si terrà il 12 luglio, dinanzi alla corte di assise di Napoli. 

Volto scolpito dall'emozione, i genitori di Ugo Russo hanno assistito all'udienza, sin dalle prime ore del mattina.

In particolare, la madre del 15enne ha pianto quando ha visto in aula il carabiniere imputato per la morte del figlio. Ha accusato un malore ed è stata accompagnata all'esterno dell'aula, pochi minuti prima che i pm formulassero le loro conclusioni. Per gli inquirenti non ci sono dubbi: la morte di Ugo Russo è un omicidio volontario, intenzionale, frutto di una chiara determinazione da parte di chi ha premuto il grilletto.

Diverso il ragionamento della difesa, rappresentata dai penalisti Mattia Floccher e Roberto Guida, per i quali non c'era volontà omicida da parte dell'imputato. In questo senso, vanno distinte due azioni di fuoco: la prima, nella quale il carabiniere avrebbe esploso il colpo mortale, di fronte all'aggressione del giovane rapinatore armato di una pistola a salve senza tappetto rosso; la seconda, nella quale il carabiniere ha ormai lasciato il volante della sua vettura, puntando l'arma verso il complice di Ugo Russo. 

 

Due versioni a confronto, rispetto alle quali è intervenuto il provvedimento del gup Tommaso Perrella, al termine di una lunga e controversa fase preliminare. Come è noto, la Procura ha fatto leva in particolare su alcune perizie disposte per accertare il numero dei colpi e la loro traiettoria, ovviamente per circoscrivere la reale intenzione dell'imputato. 

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Un episodio accaduto la notte del primo marzo del 2020, nelle stesse ore in cui Napoli (e l'intera sanità regionale) stava conoscendo l'incubo della pandemia. Via Orsini, siamo tra sabato e domenica notte, il carabiniere aveva da poco parcheggiato la sua auto, quando subisce un'aggressione armata. Due rapinatori, vogliono il suo orologio. A impugnare l'arma è Ugo Russo, 15enne nato e cresciuto ai Quartieri spagnoli. Ha una pistola a salve, che viene puntata contro il volto del carabiniere. 

Secondo l'accusa, alla luce delle conclusioni dei pm Simone De Roxas e Claudio Siragusa, Ugo Russo sarebbe stato colpito tre volte (alla spalla, allo sterno e alla testa), in due momenti di fuoco (quando il carabiniere era in auto e quando ha guadagnato l'uscita dall'auto), tanto da consentire di chiedere il processo per omicidio volontario. Ora saranno i giudici della corte di assise a chiarire, perizie alla mano, come sono andati i fatti in quella notte in via Orsini. 

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