Venere degli stracci in fiamme a Napoli, tremila firme per la petizione popolare: «Liberate Simone»

La mobilitazione della società civile un mese dopo l'incendio in piazza Municipio

La Venere degli stracci in fiamme a Napoli
La Venere degli stracci in fiamme a Napoli
di Antonio Folle
Lunedì 7 Agosto 2023, 11:09 - Ultimo agg. 8 Agosto, 10:30
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A poco meno di un mese dal rogo della Venere degli Stracci, l'opera d’arte di Michelangelo Pistoletto installata a piazza Municipio, il destino di Simone Isaia, il clochard 32enne che ha appiccato il fuoco alla statua è ancora incerto. I giudici del Riesame, infatti, hanno respinto la richiesta di scarcerazione sottolineandone la «pericolosità sociale». Una decisione che ha scatenato non poche polemiche in città e che ha visto tra i più critici lo stesso Pistoletto, che si è unito al coro di quanti sostengono che Simone - che stando ai resoconti degli interrogatori in carcere a Poggioreale si sarebbe reso conto della gravità del gesto e avrebbe chiesto scusa - vada curato e non incarcerato. 

Alcuni giorni fa è stata lanciata sulla piattaforma Change.org una petizione popolare per chiedere ai giudici di rivedere la decisione e di concedere a Simone, incensurato, attualmente detenuto con l’accusa di aver danneggiato l’opera d’arte e di aver cagionato un danno alla pubblica incolumità, il trasferimento presso una comunità di recupero. Da questo punto di vista, come spiegato anche dal Garante dei detenuti Samuele Ciambriello, sono tante le richieste arrivate per prendersi cura di Simone.  

La petizione lanciata in rete da Iod Edizioni, in collaborazione con Pastorale Carceraria della Chiesa di Napoli, dall’associazione Liberi di Volare, dalla Chiesa Cristiana Evangelica Libera di Casalnuovo, da United Colors of Naples e da Tribunali 138, in pochissimi giorni ha “sfondato” il muro delle tremila firme. Non mancano i nomi eccellenti - in primis l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, autore di un accorato appello per la scarcerazione del senzatetto - che hanno voluto dare il loro contributo ad un dibattito che vede la città schierata compatta in favore del ragazzo. È opinione comune che il giovane vada recuperato e non semplicemente “abbandonato” in una cella del carcere di Poggioreale, tra detenuti comuni, con il rischio di perderlo definitivamente.

Una ferma presa di posizione da parte della città - anche i volontari della Mensa del Carmine, dove Simone andava spesso a pranzare, hanno fatto sentire la loro voce - che non vuole girarsi dall’altra parte di fronte a quella che a molti è sembrata un'ingiustizia commessa ai danni di un ragazzo la cui unica colpa - al netto dei reati di cui dovrà comunque assumersi la responsabilità - è quella di essere uno dei tanti “invisibili” emarginati dalla società civile. 

 

«Simone Isaia - si legge sul testo della petizione lanciata su Change.org - ha bisogno di essere curato, non del carcere.

La Casa di Accoglienza dell’Associazione Libero di volare della Pastorale carceraria della Chiesa di Napoli gestita da Don Franco Esposito è disponibile ad ospitare Simone Isaia per consentirgli di essere curato e riprendere in mano la sua vita. Condividiamo le parole dei volontari della Mensa del Carmine, dove Simone si recava spesso a pranzo. Simone da tempo aveva perso lucidità e riferimento, finendo a dormire per strada. Ha bisogno di aiuto, non del carcere, ma di una struttura che lo aiuti a rimettere in piedi la propria vita, perchè è una persona affetta da una tangibilissima neuro-divergenza. Allora, se è pur vero - continua il testo della petizione - come afferma il sindaco Manfredi, che “quando si attaccano l’arte e la bellezza, si attacca l’uomo”, noi affermiamo che la migliore arte e bellezza delle istituzioni pubbliche, e non solo, sia quella di prendersi cura degli uomini straccioni, malati e abbandonati a un destino senza ritorno». 

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A un mese esatto dal rogo della Venere degli Stracci, che sarà ricostruita grazie a una raccolta fondi lanciata dal Comune di Napoli, si terrà un sit-in proprio in piazza Municipio. La manifestazione, prevista per sabato 12 agosto, servirà non solo a ribadire ferma solidarietà al giovane ma anche per proseguire con le sottoscrizioni di quanti vogliono un destino diverso dal carcere per Simone, simbolo di quel popolo di invisibili che vivono - e spesso muoiono - nella bieca e crudele indifferenza della frenetica società moderna. 

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