Venere degli Stracci, a Napoli in arrivo l'opera bis dopo l'incendio: «Sarà fissa e al sicuro»

Raccolta firme per Simone Isaia, il clochard in carcere per avere appiccato le fiamme

Quel che resta della prima Venere degli Stracci
Quel che resta della prima Venere degli Stracci
di Viviana Lanza
Giovedì 3 Agosto 2023, 08:00 - Ultimo agg. 4 Agosto, 07:03
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Il caso della Venere degli Stracci infiamma l'aula del Consiglio comunale e quella di Palazzo di Giustizia. Mentre dinanzi ai giudici del Riesame si discuteva la richiesta di scarcerazione di Simone Isaia, il 32enne in carcere da circa due settimane perché sospettato di essere l'artefice del rogo dell'opera installata in piazza Municipio, il sindaco Gaetano Manfredi rispondeva a un'interrogazione presentata dai consiglieri di Forza Italia in relazione alla resistenza al fuoco dell'opera, alle misure di sicurezza adottate, agli eventuali danni per il Comune di Napoli. 

«L'ignifugazione assoluta non è possibile e comunque non rientrava tra le misure di prevenzione obbligatorie per legge. Per quel che riguarda la sorveglianza, erano stati previsti una sorveglianza di tipo statico con una telecamera puntata in direzione della statua e un controllo dinamico che prevedeva il passaggio dei nostri vigili urbani e delle forze dell'ordine», ha spiegato. Quanto alla nuova opera che il maestro Michelangelo Pistoletto sta realizzando anche grazie a un'iniziativa di crowdfunding, «valuteremo - ha aggiunto il sindaco -, anche partendo dall'esperienza che è stata fatta, quelle che sono tutte le caratteristiche di sicurezza». «Il maestro Pistoletto ha manifestato la massima disponibilità sia nella realizzazione del nuovo intervento, sia poi ad eventualmente lasciare questa opera al Comune in maniera che noi, dopo il periodo di esposizione in piazza Municipio, possiamo poi posizionarla in un spazio permanente», ha chiarito Manfredi. 

 

Intanto si sta formando una catena di solidarietà attorno a Simone Isaia, che risulta senza fissa dimora avendo scelto da qualche anno di lasciare la casa di famiglia a Casalnuovo. È stata avviata una raccolta di firme per chiedere che Simone lasci il carcere e la comunità di accoglienza della Pastorale carceraria si è offerta di accoglierlo nel rispetto delle prescrizioni dell'autorità giudiziaria.

Questo ha consentito all'avvocato di Isaia, la penalista Gabriella Di Nardo, di avanzare ai giudici del Riesame una richiesta di scarcerazione o in alternativa di arresti domiciliari presso questa comunità. La decisione dei giudici è attesa nelle prossime ore. «Simone ha bisogno di aiuto non del carcere», dicono i volontari della mensa del Carmine dove il 32enne andava spesso a pranzare.

Video

Per l'avvocato Di Nardo, la prova fornita dalle immagini del sistema di videosorveglianza non sarebbe così granitica. «Ho visto il video ventidue volte e non ho visto la prova che è stato Simone ad appiccare il fuoco, ci sono sette secondi di buio, quelli in cui Simone passa dietro alla statua. Non vorrei che si sia sbattuto troppo in fretta il mostro in prima pagina». Isaia intanto continua a dirsi innocente, è in una cella di Poggioreale con altri sette detenuti e di quella mattina ricorda di aver fumato e gettato a terra una sigaretta mentre si dirigeva in un bagno pubblico. Di qui l'ipotesi di un rogo innescato accidentalmente, magari proprio dalla cicca di sigaretta. Ma non è detto, perché ci sarebbe anche il mistero della donna anch'ella inquadrata dalla telecamera di sorveglianza mentre passa per ben due volte davanti alla Venere degli Stracci, la seconda proprio mentre cominciano a intravedersi le fiamme e senza lanciare alcun allarme. 

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