Venere degli Stracci a Napoli, lavori a rilento e slitta l’inaugurazione: «In piazza solo tre mesi»

L’opera doveva essere pronta domani: «Ma mancano alcuni elementi in 3D»

Venere, lavori a rilento slitta l’inaugurazione: «In piazza solo 3 mesi»
Venere, lavori a rilento slitta l’inaugurazione: «In piazza solo 3 mesi»
di Gennaro Di Biase
Sabato 20 Gennaio 2024, 23:50 - Ultimo agg. 21 Gennaio, 11:21
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Dopo il rogo di piazza Municipio dell’estate scorsa, il ritorno annunciato della Venere degli Stracci napoletana è diventato nei mesi un simbolo di rinascita, di ripristino della legalità e dell’arte, di resurrezione della bellezza dopo il raid incendiario che l’aveva incenerita. La notizia, però, è che l’inaugurazione della nuova opera del maestro Michelangelo Pistoletto è slittata di due mesi. La Venere ritrovata doveva essere presenta domani, 22 gennaio, nel luogo in cui era stata data alle fiamme all’alba del 12 luglio 2023. Secondo il cronoprogramma della restituzione dell’opera, presentato in una conferenza stampa a Palazzo San Giacomo il 27 ottobre scorso, la Venere doveva rimanere in piazza Municipio da domani per un periodo di 4 mesi, prima di essere ricollocata in una location d’arte definitiva. La consegna è stata ora «posticipata a marzo - spiegano dalla Comin&Partner - Il periodo di permanenza della Venere in piazza Municipio per 3 mesi rimane invariato».

La conferma sulle tempistiche arriva anche dallo stesso Pistoletto.

In sostanza, fino a giugno-luglio 2024. Non è escluso, insomma, che la Venere possa celebrare l’anniversario del rogo proprio nel punto in cui era stata arsa l’anno scorso. Le data precisa della prossima inaugurazione e del trasferimento nella sede definitiva saranno ufficializzate nelle prossime settimane, probabilmente alla conferenza di presentazione dei lavori al Pan. 

La Venere degli Stracci è una scultura che, ideata da Pistoletto, viene poi prodotta, materialmente, in certi elementi da una stampante 3d. Lo slittamento della consegna è dovuto, tra le altre cose, a impegni dell’azienda che stamperà l’opera. A spiegarlo è Vincenzo Trione, professore di Storia dell’Arte alla Iulm di Milano e consigliere del sindaco Manfredi su arte e musei: «Per ragioni di esigenze produttive, c’è voluto un po’ più di tempo - argomenta - Ci sono stati un po’ di ritardi per l’azienda che doveva produrre l’opera, per via di altri impegni. La Venere di Pistoletto è una stampa 3d molto imponente, e anche l’ignifugazione degli Stracci ha richiesto più tempo». La nuova Venere, come annunciato a ottobre, conterrà il ricordo del rogo: all’interno ci sarà cioè il relitto della scultura data alle fiamme. Questo terzo elemento ha contribuito all’allungamento dei tempi: «C’è stato bisogno di una perizia ingegneristica per il recupero della struttura in ferro - prosegue Trione - Gli ingegneri del fuoco hanno dovuto procedere con i tempi dovuti». Inoltre, come spiegato dal maestro Pistoletto, bisogna attendere il completamento della struttura metallica che sostiene la Venere. 

A dicembre il gup di Napoli Linda Comella aveva rigettato la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per Simone Isaia, l’uomo - senza fissa dimora - condannato a 4 anni per il rogo. L’opera di Michelangelo Pistoletto andò in fiamme a luglio scorso. A ottobre del ’23 lo stesso Pistoletto, che donerà la Venere alla città, si era augurato che, dopo il periodo di esposizione in piazza, «la nuova location non fosse un luogo abbandonato e chiuso». «Il Maschio Angioino», per il maestro, «sarebbe stato la sede ideale per la nuova Venere degli Stracci». Ma i castelli cittadini, al momento, sono stati esclusi. «Siamo in attesa di un ripristino della struttura metallica che sostiene l’opera, il resto è già abbastanza a buon punto – spiega lo stesso Pistoletto - Credo che per i primi di marzo dovremmo farcela. Sulla location definitiva della Venere non voglio dare indicazioni, rimandiamo la decisione in merito al Comune, verso cui c’è piena fiducia».

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«L’inaugurazione è ora fissata tra fine febbraio e inizio marzo - continua Trione - Poi, dopo 3 mesi, verrà spostata nella sede definitiva, che non sarà il Maschio Angioino. Abbiamo escluso tutti i castelli napoletani e le stazioni del metrò dell’arte, compreso il sottosuolo di piazza Municipio. Questi luoghi non hanno altezze e larghezze necessarie. La Venere sarà alta 7 metri, con una base ovale di 35 metri quadrati e peserà 16mila kg, per un costo di produzione di circa 200mila euro. Il valore di mercato, invece, è di circa 2 milioni. Vorremmo che l’opera fosse spostata in una location del Comune. Nelle prossime settimane, nel corso della conferenza stampa in cui si annunceranno lavori al Pan, daremo la data del ritorno della Venere».

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