Ventimila case occupate, «la metà sono a Napoli»: la mappa dell'illegalità

Ventimila case occupate, «la metà sono a Napoli»: la mappa dell'illegalità
di Luigi Roano
Venerdì 4 Febbraio 2022, 23:00 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 18:19
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Il pentolone delle case pubbliche occupate abusivamente scoperchiato da Il Mattino - come Villa Bisignano al corso sirena a Barra dove gli affreschi di Aniello Falcone rischiano di scomparire, se ne stanno interessando anche i ministri Dario Franceschini (Cultura) e Luciana Lamorgese (Interni) - sbarca in Regione. Ne parla l’assessore all’Urbanistica dell’Ente di Santa Lucia Bruno Discepolo in risposta a una interrogazione del consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. E quello che viene fuori è un numero impressionante. «Sono circa 1575 gli alloggi di edilizia popolare occupati abusivamente in provincia di Napoli», dice Discepolo, in riferimento agli immobili Erp. Ma il fenomeno è molto più esteso e riguarda tutta la Campania con Napoli - capoluogo anche in questo triste primato - e la sua provincia dove si concentrano la maggior parte delle illegalità. Il patrimonio di edilizia popolare in Campania - emerge dall’interrogazione di Borrelli - è costituito da circa case di cui la metà in carico alla Regione attraverso l’ex Iacp oggi Acer e l’altra metà ai Comuni. Quanti sono gli occupanti senza titolo? Secondo la Regione circa 20mila, di cui la metà risiedono a Napoli. Per alcuni è già partita la diffida e l’ingiunzione di sfratto, poi l’iter si è bloccato causa Covid. Lo sfratto - al netto dell’emergenza pandemia - è sempre stato indigesto alla politica un po’ per motivi sociali e un po’ di più per motivi elettorali visto che tocca ai sindaci indicare chi deve essere messo fuori. A monte mancano le graduatorie per definire i criteri di assegnazione, criteri che servono per stabilire anche la regolarità delle istanze di sanatoria. Una svolta si dovrebbe avere entro il 30 giugno. «Entro quella data - racconta Discepolo - i Comuni devono farci avere una risposta alle domande di sanatoria cioè devono esaminare queste pratiche. I documenti saranno elaborati da un database programmato con criteri dove si tiene conto anche di un principio di giustizia sociale». 

Sono quindi almeno 10mila - è la stima che trapela dagli uffici regionali e del Comune - le cosiddette «posizioni non lineari».

Vale a dire sono 10mila gli occupanti le case del Comune che hanno chiesto la regolarizzazione e di conseguenza che hanno almeno un titolo da vantare per essere sanati. Altra cosa è capire come hanno ottenuto questo titolo. I trucchi non mancano. Come per esempio la “indennità di abitazione”, vale a dire il pagamento del canone al 50% che potrebbe paventarsi come un escamotage per arrivare ad ottenere un titolo di possesso degli alloggi pubblici senza passare per le graduatorie. E ancora: le richieste per sanare la posizione comprendono anche la voltura.

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Cosa significa? Chi lascia una casa pubblica dietro cifre molto significative - tra i 30 e i 40mila euro - mette come garanzia l’acquirente, nel proprio stato di famiglia e poi il compratore chiede la voltura al Comune. E si ottiene così il diritto al titolo dell’alloggio. Ad organizzare le contrattazioni non sono solo persone che pur facendo un commercio illegale alla fine sono alla ricerca di una casa, ma anche i clan della camorra. Regna l’opacità su pratiche che giacciono nei cassetti di Palazzo San Giacomo da almeno 15 anni. Poi c’è il mondo degli occupanti abusivi senza nessun titolo, quelli che non hanno mai fatto nessuna richiesta di regolarizzazione e che sono entrati nelle case semplicemente usurpando un diritto altrui. Dei sans-papiers, ma con un tetto sulla testa. E qui avere numeri certi è difficile se non impossibile, ma la cifra è consistente e i tecnici sostengono che siamo nel novero delle diverse migliaia. Sparsi per tutta la città: da via Taverna del Ferro, a Scampìa, a Secondigliano, Miano, Ponticelli, Pianura e pezzi del Centro storico la mappa è molto larga. Certamente Napoli è la capitale degli occupanti abusivi. Un assalto alle case pubbliche che ha origini nel dopo terremoto del 1980 e la conseguente ricostruzione. Allora gli abusivi erano pilotati dalla politica, oggi ci sono i clan. 

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