Vomero choc, i minori coi coltelli sono figli di papà: «Non diteglielo, adesso mi ucciderà»

Vomero choc, i minori coi coltelli sono figli di papà: «Non diteglielo, adesso mi ucciderà»
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 13 Ottobre 2019, 10:12 - Ultimo agg. 15:43
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«E adesso che succede? Chi glielo dice a mio padre?». Il biondino con la faccia d'angelo riesce a farfugliare solo poche parole prima di accasciarsi sul marciapiedi: è stato appena fermato, e dalla tasca della tuta è venuto fuori un coltello mimetico, di quelli che puoi acquistare senza tanti problemi su Amazon alla modica cifra di 11 euro. Piazza Vanvitelli, le 22,30 di venerdì sera: è qui che i carabinieri hanno lanciato la rete nella quale finiranno, uno dopo l'altro, i minorenni che escono di casa armati per passare la serata al Vomero.

 

I CONTROLLI
Il dispositivo messo in campo è qualcosa che strategicamente parlando ricorda da vicino un assedio con tanto di cinturamento del tratto che va da via Scarlatti a piazza Vanvitelli, passando per tutte le traverse e le vie che portano sia a San Martino che verso piazza Medaglie d'Oro.
Divise, lampeggianti e posti di blocco entrano in azione poco dopo le otto della sera, quando il cuore del quartiere collinare inizia a pulsare di giovani e adolescenti. Un attento filtraggio investigativo viene garantito in quelle stesse ore anche ai varchi di uscita della metropolitana. E sarà prevalentemente qui - nel ventre di piazza Vanvitelli - che verrà intercettato il più alto numero di ragazzini armati. Ma alla fine della prima serata di controlli, i risultati indicano che - oltre alle lame - nel bilancio finale dei sequestri ci sarà anche la droga.
Cinque i ragazzi denunciati per porto abusivo di coltelli. Ed ancora: 234 le persone controllate (tanti i giovanissimi in stato di ebbrezza), nove consumatori di stupefacenti segnalati alla Prefettura, e poi ancora due ritiri di patente. All'operazione hanno preso parte - oltre ai militari della Compagnia Vomero e del Reggimento Campania, anche i colleghi del Nas; sulla scorta della nuova ordinanza comunale, i controlli si sono estesi anche ad alcune attività di somministrazione di alimenti e bevande: ad una paninoteca vomerese sono state applicate sanzioni per violazioni amministrativo-sanitarie.
LE LAME
Per capire dove stia andando l'ultimissima generazione di adolescenti bisognerebbe davvero assistere alle fasi di questa operazione che nasce anche dalla ferma volontà (espressa già nella sua prima intervista pubblicata dal Mattino) del nuovo comandante provinciale dell'Arma di voler contrastare con tutti i mezzi il fenomeno del porto di coltelli da parte dei giovani napoletani. Per la verità il generale La Gala era stato anche più esplicito sull'argomento, lanciando un secondo appello anche alle famiglie e soprattutto ai genitori dei ragazzi napoletani: «Siate vigili, anche controllando ciò che portano addosso i vostri figli quando escono di casa», aveva esortato l'alto ufficiale.
LA PAURA
Ma torniamo ai coltelli e alla droga. Tra i denunciati ci sono anche i figli di due noti professionisti napoletani: due adolescenti bloccati, perquisiti e trovati in possesso, rispettivamente, di un'arma bianca e di alcune dosi di marijuana e cocaina. Un quadro desolante, quello emerso venerdì sera al termine della nottata di serrati controlli. Già, perché a osservarli bene, a guardare in volto i giovanissimi sui quali oggi pende una denuncia per porto d'armi abusivo, ti accorgi che si tratta in fondo di ragazzi normalissimi, e che non immagineresti mai e poi mai come dei violenti. Invece no.
«Vi prego, vi scongiuro - continua a implorare con le lacrime agli occhi un 14enne di Frattamaggiore - non chiamate casa, non dite niente ai miei. Papà mi ammazza se lo viene a sapere...». È uno studente modello, frequenta il liceo, ha il viso pulito, i genitori sono onesti lavoratori: peccato però che se ne stia andando in giro con un coltello mimetico lungo otto centimetri. Poco dopo i carabinieri beccheranno un altro ragazzino armato di lama proprio in via Merliani, a due passi dallo stesso luogo in cui l'altro sabato una banalissima lite tra adolescenti era sfociata nel sangue. La vittima, minorenne, venne ferita con tre fendenti da un 18enne di buona famiglia (oggi accusato di tentato omicidio). Intorno alle 23 all'esterno dei varchi di uscita della stazione Vanvitelli del metrò collinare si rianimano. I carabinieri notano che un giovane in jeans e t-shirt bianca inizia ad agitarsi alla vista delle divise e tenta di lanciare furtivamente qualcosa in un angolo: è un coltello dalla lama di quasi venti centimetri. Il 18enne (residente a Cassino, a Napoli per visitare alcuni amici) si agita, accenna ad un timido tentativo di fuga ma viene bloccato dai militari e alla fine ammette di aver tentato di disfarsi dell'arma. «Perché porti il coltello?», gli chiede il maggiore Luca Mercadante, che coordina le operazioni. E la risposta è identica a tutte quelle fornite dagli altri fermati e denunciati: «Quell'arma non è mia, dovevo consegnarla solo ad un amico che me l'aveva lasciata in custodia...». Un leit motiv che non regge, e comunque non convince gli investigatori.
GLI APPLAUSI
E al Vomero c'è anche chi intuisce che le operazioni dell'Arma stasera sono qui, nel cuore del quartiere senza più pace per le violenze legate a babygang, teppisti e piccoli delinquenti per stroncare il fenomeno di coltelli e spaccio di droghe varie - applaude apertamente i carabinieri. Riconoscimento rilanciato, ieri mattina, anche dal flash mob organizzato dall'ingegnere Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori Collinari. Nell'isola pedonale di via Scarlatti decine di residenti hanno ribadito il concetto assurto a motivo conduttore della manifestazione: «Non vogliamo più finire nella cronaca nera. Di mazze, pistole e coltelli ne abbiamo fin sui capelli».
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