Cryo Electron Microscopy Lab, al Cnr di Napoli il super microscopio che esplora l'infinitamente piccolo

Taglio del nastro con Richard Henderson, premio Nobel per la chimica nel 2017

Cryo Electron Microscopy Lab
Cryo Electron Microscopy Lab
di Marilicia Salvia
Martedì 12 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 13 Settembre, 07:25
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Quanto è grande un decimo di miliardesimo di metro? Tecnicamente è definito angstrom, nel concreto è un'inezia, un nulla o quasi, ovviamente impossibile da vedere all'occhio umano; come d'altronde il micron, che però è diecimila volte più grande dato che misura appena un milionesimo di metro. Siamo insomma all'esplorazione dell'infinitamente piccolo, e a questo punto sempre più piccolo: una sfida dalle straordinarie implicazioni scientifiche lanciata dalla quantistica e resa possibile dallo sviluppo di microscopi sempre più potenti. Uno di questi, al momento il più potente e innovativo in Italia, è in funzione a Napoli, nella sede del Cnr di via Pietro Castellino, dove è stato allestito un Cryo Electron Microscopy Lab, ossia un laboratorio di crio-microscopia elettronica dove si possono visualizzare e caratterizzare macromolecole biologiche con una risoluzione vicina a quella atomica. Ed è qui che troneggia l'Eye Lab, l'occhio capace di scrutare nelle profondità della materia con una nitidezza mai conosciuta prima, e dunque di svelare dettagli fondamentali per la conoscenza in campo fisico, chimico e biologico.

Un macchinario che nasce come una facility: è cioè a disposizione della comunità scientifica, di centri di ricerca e scienziati di tutto il mondo interessati a utilizzarlo per studi specifici. «Condividere gli strumenti di conoscenza, e dei risultati che ne derivano - dice Ivo Rendina, direttore dell'Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti Caianiello e presidente dell'Area di ricerca Cnr Napoli 3 - è essenziale per l'avanzamento della scienza.

Attraverso l'Eye Lab sarà possibile osservare l'interno di una cellula e comprendere i meccanismi più reconditi alla base della vita, analizzare l'azione dei farmaci a livello biomolecolare, mettere a punto terapie innovative in campo medico; si potrà studiare nel dettaglio il cervello umano, andando per esempio a caccia delle interazioni biochimiche alla base del pensiero, aprendo la strada a progressi nella neurologia. E naturalmente molto altro. Ciò che muove la ricerca - conclude Rendina - è la curiosità: questo apparecchio ci permetterà di soddisfarne molte». 

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Proprio la facility, d'altronde, ha rappresentato il principio ispiratore del bando lanciato da Bruxelles, che la squadra del Cnr napoletano si è aggiudicata centrando un obiettivo ambizioso. Ad avvalorarne l'importanza è stata la presidente stessa del Cnr Maria Chiara Carrozza, che ha voluto presenziare alla cerimonia di taglio del nastro alla quale è intervenuto in collegamento video Richard Henderson, docente del Medical Research Council di Cambridge e Premio Nobel per la chimica nel 2017, i cui studi hanno aperto la strada alla criomicroscopia elettronica. «A rendere perfettamente nitida una visione che fino ad oggi per simili piccolezze ci appariva sfocata - spiega Rendina - è proprio il ricorso a fasci di elettroni, che sostituiscono l'illuminazione tradizionale con fotoni». «È in questo modo - aggiunge Emanuela Esposito, responsabile scientifico del progetto Eye Lab - che è stata individuata la proteina Spike, alla base dei vaccini anti-Covid. Nel campo della farmacologia, dello studio di virus ed elementi patogeni, e del conseguente sviluppo di vaccini questo strumento ha potenzialità eccezionali». Nello staff ci sono anche un microscopista e due assistenti tecnici. «Sono cervelli laureati alla Federico II e che qui completano un importante percorso di formazione - dice il direttore Rendina - ma che poi rischiamo di perdere. Un traguardo come l'Eye Lab ha un significato anche da questo punto di vista, rappresenta un'eccellenza in grado di attirare le nostre migliori intelligenze. Perché scelgano di restare, però, serve altro. E in questo deve aiutarci la politica. Le macchine, anche le più avanzate, senza uomini e donne non sono nulla». 

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