Dialetti, ecco le iniziative per il patrimonio linguistico napoletano: difendiamo i dialetti (anche) dalle fake news

Convegno al teatro Nuovo alle 15.30

Nuove iniziative per il patrimonio linguistico napoletano
Nuove iniziative per il patrimonio linguistico napoletano
di Nicola De Blasi
Martedì 13 Dicembre 2022, 07:20 - Ultimo agg. 16:02
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Dei patrimoni linguistici locali si occupano, con sfumature varie, alcune leggi regionali, che richiedono una riflessione, tanto più in un tempo in cui in rete abbondano informazioni vaghe o errate. Se ne parlerà, con studiosi provenienti da diverse parti d'Italia, oggi pomeriggio e domani mattina al teatro Nuovo, in un convegno organizzato dal Comitato scientifico per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano e dalla Fondazione Campania dei Festival, nel quadro delle iniziative connesse alla legge della Regione Campania (del 2019) per il patrimonio linguistico napoletano.

L'idea di «patrimonio linguistico» si collega a un dilemma: si pensa che tutti i dialetti siano, individualmente e nel loro insieme, testimoni di storia e di una tradizione linguistica ricca proprio perché variegata? Oppure si pensa che la salvaguardia debba riguardare solo alcuni dialetti proclamati unici o migliori?

La prima prospettiva unisce istanze comuni e permette di seguire obiettivi non divisivi, compatibili con la visione scientifica della dialettologia.

Va da sé poi che in alcuni casi vanno considerate anche manifestazioni artistiche di particolare valore.

A ciò si aggancia un altro nodo problematico: la salvaguardia va attuata con iniziative episodiche di «esposizione» (mostre, spettacoli) o, pur senza escludere ciò, presuppone un lavoro di studio e ricerca mirato anche a diffondere la conoscenza di certi temi? 

Settant'anni fa in Sicilia è nato un Centro Studi filologici e linguistici siciliani che tuttora al prestigio scientifico unisce un capillare lavoro di divulgazione. Ogni regione dovrebbe avere un centro di questo tipo. 

Ed ecco un terzo punto cruciale. Si parla spesso di introdurre i dialetti nella scuola. In questo campo più che mai sono indispensabili obiettivi chiari: qualcuno crede che la scuola, con didattica normativa, dovrebbe impartire agli scolari la capacità di usare fluentemente il dialetto? Oppure si vuole insegnare solo la grafia di un dialetto a scolari che in futuro vorranno scrivere poesie, canzoni o altre opere?

In entrambe le prospettive (tra loro diverse), bisognerebbe precisare quale dialetto scegliere tra i tanti di una regione. Spesso, infatti, si dimentica che le regioni italiane sono al loro interno molto diversificate. A partire dalla nostra Campania, si intende. 

La scuola di certo potrebbe puntare a rendere più articolate le conoscenze degli italiani in campo linguistico, facendo in modo che tutti, a una competenza avanzata dell'italiano, uniscano cognizioni precise sulla nozione di dialetto, su cosa siano i dialetti e sul loro plurisecolare rapporto con l'italiano.

Molti, se si considera ciò che si legge in giro e in rete, credono che tutti i dialetti abbiano subito torti gravissimi e volontari a causa della diffusione dell'italiano, tanto che a volte l'idea di salvaguardia sembra abbinata a un senso di rivalsa. 

In genere si ignora infatti che l'italiano era insegnato nelle scuole ben prima dell'Unità e che i dialetti non solo non erano insegnati a scuola, ma non erano usati neanche nelle leggi e nella burocrazia. Nelle scuole poi andrebbe considerata la storia linguistica novecentesca in cui i dialetti sono andati in crisi non per decisione di qualcuno, ma solo perché nel secolo scorso, per dirla con semplicità, il mondo è cambiato.

Una familiarità con le coordinate storiche e geografiche dei dialetti offrirebbe a tutti le basi per una consapevole conoscenza del quadro linguistico italiano. Anche nella didattica, con insegnanti che abbiano padronanza della materia, si potrà in ogni luogo prevedere, in rapporto all'età dei discenti, un'attenzione verso il dialetto, verso le tradizioni e la storia (nomi di luogo, usi gastronomici, etimologie, letteratura, altri usi artistici), a cui accostarsi con interesse ma senza esaltazioni e senza l'idea che qualcuno abbia messo in atto oppressioni o deprivazioni a danno di altri.

Si può amare un dialetto, insomma, anche senza prendere per buone le tante imprecisioni che affollano la rete.

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* Il convegno al teatro Nuovo prenderà il via alle 15.30 con i saluti istituzionali delle autorità e proseguirà domani con una tavola rotonda coordinata da Generoso Picone e con due interventi dedicati alla figura di Giovan Battista Basile. A chiusura dell'evento, dalle 12.30, Claudio Di Palma leggerà alcuni brani da «Lo cunto de li cunti»

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