Museo del Tesoro di San Gennaro, la gestione passa a una società di Firenze

Museo del Tesoro di San Gennaro, la gestione passa a una società di Firenze
di Gennaro Di Biase
Venerdì 21 Ottobre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 22 Ottobre, 09:00
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Si sono mosse le acque nella gestione del Museo del Tesoro di San Gennaro. Il cambio di rotta, nei fatti, c’è già stato, per quanto riguarda le inestimabili sale adiacenti al Duomo che ospitano la preziosissima mitra del Settecento - con i suoi 3964 tra diamanti, rubini e smeraldi - la collana con gioielli aggiunti tra 1679 e 1929 e donati da re, sovrani e papi in onore del Santo Patrono della città. A decidere l’innovazione nella gestione è stata la Deputazione, l’organismo laico - un mix di nobiltà e popolo, il cui presidente è il sindaco di Napoli in carica - che da oltre mezzo millennio promuove il culto di San Gennaro e ne custodisce le reliquie. A confermare tutto a Il Mattino è stata, infatti, la stessa Deputazione: «L’avvicendamento nella direzione del Museo - spiegano - è in itinere».

Una società fiorentina specializzata, la Duva, organizza già le visite e le sale del Museo del Tesoro di San Gennaro. La decisione presa dalla Deputazione - che, come si legge nell’atto fondativo, tutela il fatto che la Cappella sarebbe stata proprietà di tutti i napoletani - risale a diverse settimane fa. A spiegare, nel dettaglio, il nuovo modus operandi del Museo del Tesoro di San Gennaro è il Marchese Don Pierluigi Sanfelice dei Duchi di Bagnoli dei Duchi di San Cipriano, membro della Deputazione: «In effetti - argomenta - in questo momento, ad occuparsi del Museo della Cappella del Tesoro di San Gennaro è una società, che si chiama Duva. Si tratta di un’azienda italiana che opera nel settore museale, e che ha offerto la sua perizia per portare avanti il Museo del Tesoro di San Gennaro. E noi abbiamo ritenuto di dover affidare loro questa attività, che era gestita in primis dal dottor Paolo Jorio, che in questo momento è il direttore del Museo per conto di questa società». Mitra, collana e opere su faccia gialla passano insomma da un’idea di gestione a un’altra. «La Duva è una società fiorentina - spiega Giampiero Martuscelli, membro della Deputazione - ha iniziato il suo percorso all’interno del Museo circa 3 anni fa, e fu portata proprio da Jorio.

La Duva si sta dando da fare in armonia con tutti, ed è in programma un avvicendamento, senza scossoni, nella guida del Museo. Quando comunicheremo l’avvicendamento, che al momento è in itinere, sicuramente Jorio sarà al nostro fianco. Ha fatto tanto per il Museo e gli va assolutamente riconosciuto». 

 

Passando alle ragioni di queste modifiche gestionali, dalla Deputazione spiegano che il Museo del Tesoro può contare al momento su «nuovo personale» fornito direttamente dalla Duva, che è inoltre specializzata in audioguide - inserite, come si legge sul sito, nel prezzo del biglietto, e disponibili in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo (tra le altre, c’è la voce di Toni Servillo). Va sottolineato che negli ultimi anni, grazie alla direzione di Jorio e al boom turistico post-pandemia, il Museo del Tesoro di San Gennaro (che nel 2014 fu esposto anche a Parigi, nelle sale del Maillol, e che da inizio mese espone alcune opere in una mostra al museo di Monaco di Baviera curata proprio da Jorio), ha compiuto grandi passi in avanti, sia a livello di marketing sia a livello qualitativo. Le file di turisti in arrivo da ogni parte del pianeta si sono moltiplicate, in via Duomo. E la cultura della via della Cattedrale - sfruttando anche la vicinanza del Madre, del Museo Diocesano e di Pio Monte della Misericordia - ha cambiato pelle in meglio. La scelta operata dalla Deputazione, stando alle parole del Marchese Sanfelice, intende proseguire in questa direzione: «La deputazione ha preso questa decisione perché si tratta un’azienda esperta nel settore, soprattutto nel campo delle audioguide, e ne arrivano tanti di turisti stranieri nella Cappella del Tesoro e nel Museo. In più, ci sono operatori che fanno capo al personale della Duva che accompagna i visitatori. C’è più personale di prima, tra le 5 e le 7 unità. È un ulteriore passo in avanti per il Museo. Paolo Jorio resta il direttore. È stato uno dei promotori della trasformazione in Museo della Cappella del Tesoro di San Gennaro, su idea della Deputazione. Un’idea che lui ha portato avanti, fino a pochi mesi fa, anche a livello imprenditoriale. Oggi resta il capacissimo direttore del Museo. Gli siamo grati e ci auguriamo che resti dov’è». Nelle prossime ore, Jorio potrebbe commentare la vicenda.

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