Negramaro, il nuovo tour e il sostegno alla Fondazione Pino Daniele: «Napoli il sogno più grande»

La band salentina il 15 giugno al Maradona per poi risalire la penisola

I Negramaro a Palazzo San Giacomo
I Negramaro a Palazzo San Giacomo
di Valentina Bonavolontà
Lunedì 23 Ottobre 2023, 18:31 - Ultimo agg. 19:13
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Dopo il concerto a sorpresa di ieri nel cuore di Napoli, oggi i Negramaro hanno presentato ufficialmente il loro prossimo tour "...Da sud a nord": due imperdibili eventi live negli stadi nel 2024 che uniscono virtualmente il Sud e il Nord d’Italia. Si parte da Napoli il 15 giugno allo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli, per poi arrivare il 22 giugno allo Stadio San Siro di Milano. Sullo sfondo le immagini della folla che ieri ha invaso le strade napoletane e ha cantato con la band salentina le canzoni di Pino, accanto ai Negramaro il Sindaco Gaetano Manfredi, Alex Daniele, presidente della Fondazione Pino Daniele, Ferdinando Tozzi, consigliere delegato per Musica e Audiovisivo e Ferdinando Salzano, fondatore Friends&Partners. 

Il concerto dei Negramaro al Maradona sarà aperto dai ragazzi del progetto "I suoni delle emozioni", ideato e seguito dalla Fondazione Pino Daniele, rivolto ai giovanissimi dagli 8 ai 15 anni e che ha come obiettivo il contrasto alla povertà educativa. «È un progetto che curo da qualche anno con la Fondazione Pino Daniele - spiega Alessandro Daniele - per insegnare ai ragazzi a trasferire le proprie emozioni, i propri disagi, in musica.

Soprattutto la rabbia, incalanarla nella musica e imparare a gestirla. Significa raccontare come la musica ha salvato la vita ad alcuni di questi ragazzi. Come ha dimostrato quella di papà, infatti, la canzone è cultura. E arricchisce il nostro sistema di valori».

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Inizia un nuovo capitolo della storia dei Negramaro: per la prima volta calcheranno il palco dello stadio napoletano, un regalo che i negramaro hanno voluto fare a tutti i loro fan, ma soprattutto ad una città a cui sono legati artisticamente e umanamente.

«Qualcuno ieri mi ha chiesto quale maggio faremo a Pino - spiega Giuliano Sangiorgi. - Credo non ci sia omaggio più grande che questo: fare entrare in uno stadio dei giovanissimi a cui la Fondazione Pino Daniele sta dando una grande occasione. Siamo noi a dire grazie a Napoli. Abbiamo voluto regalare tutto il pensiero di questo primo stadio a chi ci ha fatto amare Napoli. La prima volta nello stadio Maradona di Napoli per noi corrisponde al sogno più grande della nostra vita e abbiamo deciso di dedicarlo a Pino Daniele, il nostro primo “cicerone” in città. Lo ha fatto con le sue canzoni, lo ha fatto con la sua amicizia e con le nostre chitarre insieme».

Il concerto allo Stadio Maradona, in quanto evento di valore culturale che sposa un’importante causa sociale a beneficio della città di Napoli, è organizzato in collaborazione con il Comune di Napoli, in coerenza con il suo progetto Napoli Città della Musica, e con la Fondazione Pino Daniele Ets. 

 

«Volevo ringraziare la band, che ha scelto di organizzare questo evento qui a Napoli. Cominciato da Napoli è una scelta importa per dei ragazzi che hanno suonato nei palchi più importanti del mondo». - dice Gaetano Manfredi - «Hanno interpretato lo spirito della musica a Napoli, che non è solo un grande spettacolo e una grande emozione, ma rappresenta un grande riscatto sociale, una grande opportunità. Un'altra espressione di questo saund del sud che conquista l'Italia».

I negramaro, infatti, in omaggio alla città di Napoli e al loro forte legame con Pino Daniele, hanno scelto di sostenere il progetto per il contrasto della povertà educativa e del disagio scolastico dei ragazzi di Napoli promosso dalla Fondazione Pino Daniele Ets.

«Napoli è il sud del mondo che meglio ci rappresenta». - spiega emozionato il frontman dei Negramaro - «Napoli per noi è la citta nostra da cui veniamo e la città ideale a cui tendiamo. La metropoli della musica, dove c'è, tutt'oggi un fermento incredibile. Di Pino ho tanti ricordi, ma quello che porto più nel cuore è quando mi chiese di scrivere una canzone. Io dissi che non ne sarei stato in grado e lui mi rispose in napoletano: tu 'o puo' fa', perché tieni l'anima dello stesso colore mio».

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