Teatro San Carlo, approvato il bilancio con il no della Regione

L'unico voto contrario quello dell'ente guidato da De Luca

La facciata del San Carlo
La facciata del San Carlo
Martedì 16 Maggio 2023, 17:51 - Ultimo agg. 21:13
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Il Consiglio d'indirizzo della Fondazione Teatro di San Carlo, riunito oggi, ha approvato il Bilancio di esercizio 2022 con l'unico voto contrario della Regione Campania.

Il presidente della Fondazione e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha inoltre illustrato al Cdi il decreto (del 10 maggio 2023 n. 51) con il quale, tra l'altro, si impone il pensionamento dei direttori delle fondazioni lirico sinfoniche che hanno più di 70 anni, come nel caso del sovrintendente Stephane Lissner.

Il sindaco di Napoli ha incontrato, prima della riunione del Cdi, le organizzazioni per ascoltare le loro istanze assicurando «il massimo impegno».

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Realfonzo, rappresentante della Regione Campania nel Consiglio di Indirizzo della Fondazione Teatro di San Carlo, sottolinea dopo aver bocciato il consuntivo, che «non è stato affatto semplice ottenere tutte le informazioni necessarie ad assumere una decisione sul consuntivo 2022 del Teatro San Carlo.

Pur avendo chiesto una serie di documenti e informazioni su aspetti amministrativi, contabili e organizzativi nel corso dell'ultima riunione del Consiglio, il 19 gennaio scorso, ho dovuto inviare due lettere per avere finalmente, solo lo scorso 5 maggio, buona parte dei documenti richiesti».

Dopo le critiche sui 'costi' del sovrintendente Lissner e sull'assunzione della direttrice generale, Realfonzo sottolinea che «è evidente che siamo in presenza di alcuni rilevanti costi impropriamente gravati sul Teatro e che vanno recuperati. D'altronde, i principi di trasparenza e buona amministrazione delle risorse pubblica non possono che stare a cuore a tutti coloro che amano il San Carlo».

Alle ragioni della sua mancata approvazione del bilancio consuntivo del Teatro, Realfonzo aggiunge di aver «espresso anche perplessità in merito alle procedure di gestione del personale, soprattutto per quanto riguarda le 66 assunzioni a tempo indeterminato realizzate nel 2023. Sia chiaro che io comprendo bene che queste assunzioni hanno consentito di stabilizzare personale altrimenti precario, anche se ciò non è accaduto in tutti i casi. E so bene che il ministero ha approvato una pianta organica di 392 unità.

Tuttavia, dal bilancio e dai documenti che ho ricevuto non emerge se il Teatro abbia o meno rispettato i limiti alle assunzioni a tempo indeterminato previsti dalla norma, e cioè se le assunzioni si siano limitate al risparmio di spesa per il personale cessato nell'anno in corso e nei due anni precedenti. Né ho ricevuto qualcosa sulle verifiche operate a riguardo dal Collegio dei revisori. Va da sé che le norme possono anche non piacerci, ma finché sono vigenti vanno rispettate e con trasparenza bisogna darne dimostrazione». 

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