Il San Carlo volta pagina: «Via libera a Fuortes»

Convertito in Parlamento il decreto sull'età dei sovrintendenti: Lissner fuori

Manfredi, Sangiuliano e Lissner
Manfredi, Sangiuliano e Lissner
di Davide Cerbone, Maria Pirro
Giovedì 29 Giugno 2023, 09:20
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C'è il via libera del Parlamento alla norma che sblocca la nomina del nuovo sovrintendente del San Carlo. E c'è un manager romano, 63enne, con esperienza nei teatri, favorito per l'incarico: l'ex amministratore delegato Rai. «Sento tutti e sto valutando anche altre possibilità, ma Carlo Fuortes resta in pole position», dice il sindaco e presidente della fondazione lirica, Gaetano Manfredi, che detta la linea, e anche i tempi. «Siamo vicini ad avviare le procedure. Il nostro obiettivo è completarle entro il 30 luglio», spiega. Il primo cittadino non chiarisce ancora l'iter che vuole avviare nei prossimi giorni, dopo l'approvazione definitiva del provvedimento del governo che dal primo giugno scorso ha mandato in «pensione» il settantenne francese Stéphane Lissner, già alla guida della Scala e dell'Opera di Parigi, equiparando i limiti di età per manager italiani e stranieri.

La norma in questione è stata inserita nel decreto enti, detto omnibus, ieri convertito in legge, con la seconda lettura a Palazzo Madama. Dove il dispositivo è stato approvato dalla maggioranza di centrodestra senza possibili modifiche (100 favorevoli, 72 contrari e un'astensione): sul testo l'esecutivo ha posto la fiducia, come già a Montecitorio, scatenando vivaci polemiche in aula. «Ormai è un rito. Avete superato il record delle decretazioni d'urgenza e dell'uso della fiducia», l'affondo del senatore del Pd Antonio Nicita. «È umiliante doversi confrontare con un decreto che non abbiamo potuto esaminare. È uno schiaffo alla democrazia e al Parlamento», l'accusa della senatrice del gruppo Azione-Italia viva, Daniela Sbrollini. «Questo provvedimento è illegittimo nel metodo e nel merito», il commento dell'Alleanza Verdi e Sinistra, Tino Magni, che ha definito «emblematica la norma che abbassa a 70 anni l'età limite per svolgere la funzione di direttore nei teatri lirici, costruita "ad hoc" per cacciare Stèphane Lissner, quando per gli istituti di credito sportivo l'età è innalzata a 72 anni». E ancora: «Non basta vincere le elezioni per poter fare ciò che si vuole». La replica del senatore Giorgio Salvitti (FdI): «Il decreto prevede modifiche normative e semplificazioni in vari ambiti molto importanti per il Paese.

Misure che interessano la sfera pubblica e privata degli italiani, dalle attività produttive alla cultura, alla sanità, dalle grandi opere al Pnrr». Con ricadute dirette sul teatro partenopeo.

Restano solo da decidere le modalità per la scelta del dopo-Lissner. «Le valuteremo nei prossimi giorni», afferma Manfredi, confermando l'intenzione di restituire una guida al teatro prima di agosto, come promesso ai sindacati. Per accelerare, deve convocare il consiglio di indirizzo della fondazione lirica, composto da Comune, Città Metropolitana, Regione e ministero della Cultura, chiamato a esprimersi e anche a valutare l'opportunità di pubblicare una manifestazione di interesse per individuare gli aspiranti sovrintendenti (tutti quelli in carica, con l'esclusione del vertice della Scala, potrebbero essere interessati). Ma, più passano i giorni, più stringono i tempi, e più diventa probabile una chiamata diretta: Manfredi non la esclude. «L'intuitu personae? È possibile anche quello», chiarisce.

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In ogni caso il sindaco deve concordare la nomina con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha potere di veto. E, per Fuortes, dimessosi da Viale Mazzini, lasciando il posto a Roberto Sergio, il consenso appare scontato. Difatti, l'ex amministratore delegato Rai ha esperienza, e non ha mai nascosto un'infinita passione per la lirica: è stato sovrintendente dell'Opera di Roma. E, mettendo a tacere voci e veleni sullo spoils system, ha lodato il San Carlo e il suo oramai ex manager francese, quando si è detto non disponibile a subentrare senza un ampio consenso.

«Da quasi trecento anni questo teatro rappresenta la storia dell'opera italiana. E la sua nobile tradizione è continuata fino alla gestione di Stéphane Lissner». Con le sue parole Fuortes non ha evitato, tuttavia, che il diretto interessato rinunciasse a presentare ricorso e a chiedere un risarcimento danni per la fine anticipata del suo mandato, anziché ad aprile 2025, come previsto dal contratto, annunciando un lungo contenzioso o suggerendo l'ipotesi di una transazione, «nell'interesse di entrambe le parti». Si vedrà come andrà a finire.

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