«Campania, chi ha intascato il bonus non può essere candidato»

«Campania, chi ha intascato il bonus non può essere candidato»
di Luigi Roano
Mercoledì 12 Agosto 2020, 10:13 - Ultimo agg. 10:20
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Più si avvicina il momento di chiusura e consegna delle liste per le regionali, e più batte forte il cuore di chi rappresenta candidati e partiti. Non per l'emozione della tornata elettorale, ma perché il cuore batte per la paura che tra quei politici che stanno per sottoscrivere la candidatura ci possa essere qualche furbetto del bonus. Cioè qualcuno dell'assemblea della Campania che ha richiesto soldi - circa 600 euro - perché con il Covid ci ha rimesso il portafogli oppure ha chiuso l'attività lavorativa. Tuttavia un consigliere regionale supera mediamente i 10mila euro al mese netti, senza contare altri benefit che fanno lievitare l'indennità di almeno altri 2mila euro, uno stipendio che non è stato fermato dall'emergenza sanitaria. Di qui lo scandalo e i cacciatori di scalpi elettorali che si aggirano intorno al semideserto Centro direzionale dove hanno sede gli uffici dei consiglieri regionali. Il M5S e i Verdi per scongiurare il pericolo di infiltrati tra le loro truppe hanno lanciato l'autocertificazione in calce dal titolo: «Non ho chiesto bonus e non ho ricevuto soldi». Invitando i colleghi a fare lo stesso. Non sembra siano arrivate a ora molte adesioni degli altri gruppi.

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LA PROPOSTA
Francesco Moxedano - consigliere uscente e fedelissimo di Vincenzo De Luca - non ricandidato va oltre la proposta grillina ed ecologista: «Invito le forze politiche e i rappresentanti delle liste civiche - spiega Moxedano - a far firmare un'autocertificazione ai consiglieri uscenti ricandidati dove si dichiara di non aver percepito il bonus del governo nazionale e regionale». Insomma, prima di entrare a fare parte di una lista elettorale il ricandidato deve firmare una attestazione forte, nel caso fosse non veritiera ed emergessero bonus sarebbe un reato grave per un amministratore pubblico. Il ragionamento di Moxedano prosegue così: «La privacy non può coprire il vergognoso comportamento dei parlamentari e dei consiglieri regionali che sono arrivati a richiedere il bonus di 600 euro durante il lockdown». Per Moxedano - che è stato anche assessore al Personale al Comune nella prima sindacatura de Magistris - «Non è ammissibile ingannare i cittadini che sono chiamati a votare alle prossime elezioni che correrebbero il rischio di votare un rappresentante del popolo non degno di rappresentare i cittadini per aver usufruito del bonus Covid frutto di una legge del governo, a questo punto sprovveduta». Moxedano in fine ammonisce: «Ancora più grave sarebbe se ci fossero rappresentati istituzionali della Regione Campania coinvolti, che abbiano usufruito anche del bonus regionale. Bisogna fare chiarezza e togliere qualsiasi dubbio sul Consiglio regionale della Campania, in prossimità del voto è importante e rispettoso verso gli elettori».

Insomma, visto il miliardo messo in circolo dall'ente di Santa Lucia la possibilità che dalle nostre parti eventuali furbetti di bonus ne abbiano acchiappati due non è da escludere, anzi. Ora la sfida è capire chi avrà il coraggio di sottoporre i consiglieri uscenti e ricandidati all'autocertificazione dove si attesterebbe di non avere ricevuto né chiesto alcun bonus. Una discussione che decollerà in queste ore soprattutto se il garante della Privacy toglierà il veto sulla pubblicazione dei nomi che hanno usufruito del bonus. Per ora si sono consegnati all'opinione pubblica e non ne stanno uscendo bene tre consiglieri regionali del Friuli che hanno ammesso di avere usufruito del bonus. Secondo stime fatte trapelare da parte dell'Inps sarebbero almeno 2000 gli amministratori pubblici coinvolti in questa vicenda. Dove va sottolineato che i consiglieri comunali e quelli municipali effettivamente c'entrano poco con i loro colleghi che frequentano le assemblee regionali e le aule parlamentari. I primi intascano 12mila euro al mese, gli altri cifre irrisorie che vanno da 600 a mille euro.
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