Campania, in bilico i 1880 del concorsone: ora in tirocinio e da assumere a settembre

Campania, in bilico i 1880 del concorsone: ora in tirocinio e da assumere a settembre
di Nando Santonastaso
Giovedì 18 Marzo 2021, 09:01
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Per ora sono ancora tirocinanti. Frequentano in sostanza un corso di formazione, durato 10 mesi e quasi agli sgoccioli ormai, presso la Regione, gli enti locali e in particolare i 127 Comuni campani aderenti al progetto, gli stessi ai quali avevano chiesto di essere assegnati una volta superata la prima selezione. Tecnici soprattutto, ingegneri in particolare: ricevono un assegno di circa 900 euro mensili, garantito attraverso i fondi europei, e occupano di fatto posizioni chiave nei loro uffici. Come cioè se fossero già dipendenti a tutti gli effetti.

Ma in realtà i 1.880 borsisti (la cifra è delle organizzazioni sindacali di categoria) che hanno superato quasi un anno e mezzo fa la selezione del corso-concorso Ripam-Formez, bandito dalla Regione nell'ambito del Piano per il lavoro, non hanno ancora completato l'iter propedeutico all'assunzione.

Dovranno infatti superare altre due prove, al termine del tirocinio, secondo quanto previsto dalla rigida impostazione normativa che disciplina, peraltro, simili percorsi in tutta Italia. Si tratta di un project work, una sorta di elaborato, che atterrà alla loro esperienza lavorativa negli enti in cui fanno formazione, e di una prova orale. Solo dopo, avranno finalmente il contratto di lavoro a tempo indeterminato, la cui copertura finanziaria è garantita dagli stessi datori pubblici di lavoro. Uno dei prerequisiti per aderire al Concorso, partito con l'obiettivo di 10mila posti da assegnare e al momento fermo a poco meno di 2mila, era infatti proprio questo: l'inserimento dei nuovi assunti nella programmazione finanziaria triennale, un obbligo che non tutti gli enti locali hanno potuto garantire, alle prese come sono con gravi o complicate emergenze di natura finanziaria, tra dissesti o predissesti (per il Comune di Napoli che nel 2021 prevede di immettere in organico almeno 800 nuovi dipendenti attraverso il Concorso, il via libera alla partecipazione è arrivato in extremis, considerato anche il peso dell'ente sul territorio).



Le assunzioni dovranno comunque essere perfezionate entro il 30 settembre prossimo, sempre in base al regolamento. Ma con la pandemia tutt'altro che sconfitta i dubbi cominciano ad affiorare. Al punto che non solo i sindacati di categoria ma anche l'Anci, l'Associazione dei Comuni, si stanno mobilitando per chiedere di fare in fretta, di accelerare cioè le procedure. «Ne abbiano parlato con il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, rappresentandogli le esigenze di tanti sindaci che non vorrebbero rinunciare per il futuro, anche a breve termine, a competenze ormai indispensabili per coprire i buchi nelle piante organiche e che peraltro loro stessi hanno potuto formare sul campo durante il tirocinio», dice Carlo Marino, sindaco di Caserta e presidente regionale dell'Anci. «Bisogna correre perché il rischio che si è già manifestato in questi mesi, con il ritiro di molti tirocinanti, perplessi per dover lavorare come dipendenti senza esserlo ma pagati molto meno, si trasformi in un esodo. Non sono pochi i casi di chi ha rinunciato per partecipare ad altri concorsi», spiega Lorenzo Medici, segretario regionale della Cisl funzione pubblica.


Il problema se l'è posto anche la Regione, specie ora che con l'annuncio della riforma della Pubblica amministrazione la semplificazione delle procedure pare finalmente possibile. Una richiesta per estendere anche al concorsone campano le stesse nuove dinamiche sarebbe già stata presentata al ministro Brunetta, ma non sembra facile un parere favorevole. La macchina della Pa segue regole uniformi e per cambiarle occorrono norme altrettanto certe e valide per tutto il Paese. Anche per questo non si parla ancora del nuovo bando per le ulteriori assunzioni, quello (o quelli) che dovranno garantire il raggiungimento dei 10mila posti annunciati e stabiliti a fine 2018 dalla delibera della giunta regionale. Inutile seguire una strada che al di là della sua intrinseca complessità rischia di diventare inutile di fronte a percorsi e iter più celeri e snelli come quelli annunciati dai ministri Brunetta e Carfagna per l'assunzione (a tempo parziale) dei 2800 tecnici nelle amministrazioni del Sud. Di sicuro non saranno banditi tutti nel 2021 i 7.500 posti che mancano all'appello in Campania.


A proposito della Carfagna, la decisione annunciata in audizione di destinare altri 600 milioni alle Zes per potenziarne la dotazione infrastrutturale è stata accolta positivamente da quanti credono nelle potenzialità delle Zone economiche speciali al Sud. Tra questi il deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro che sulle Zes aveva interrogato proprio la ministra durante il question time a Montecitorio.

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