Casini-Mastella, reunion con il no all’Autonomia

A Benevento la presentazione del libro dell’ex presidente di Montecitorio

Casini, Mastella e Bertinotti a Benevento
Casini, Mastella e Bertinotti a Benevento
di Paolo Bocchino
Domenica 12 Febbraio 2023, 00:22 - Ultimo agg. 10:03
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«La storia siamo noi» in sottofondo Francesco De Gregori nel gremitissimo Teatro comunale del capoluogo sannita. Canzone manifesto, si potrebbe dire, per “C’era una volta la politica”, il libro di Pierferdinando Casini presentato ieri a Benevento. Sul palco il sindaco padrone di casa Clemente Mastella e gli ospiti, due ex presidenti della Camera, Casini appunto, e Fausto Bertinotti - non si negano alla stretta attualità politica: «Tre grandi protagonisti della politica tout court, senza distinguo temporali» li introduce il direttore de Il Mattino Francesco de Core. 

«L’autonomia differenziata espropria completamente il Parlamento - va all’attacco Casini -, non esiste che sia ridotto a passacarte. In aula interverrò per rivendicare il ruolo che gli spetta, a prescindere dal merito intrinseco del progetto».

In sintonia Mastella, che si dice «molto preoccupato per questo disegno che non farà altro che allargare ulteriormente i divari territoriali. Chiederò anche ai sindaci di dare battaglia. Altra bacchettata dal senatore bolognese al presidenzialismo: «Una stortura. Se c’è una cosa che ha funzionato finora nella figura del Capo dello Stato è la sua terzietà, l’essere fuori dai giochi della politica. Rimetterlo al centro dell’agone è assurdo». Tesi accolte da Bertinotti che invita però al realismo: «Il Parlamento è stato defraudato già da tempo della sua centralità originaria. La decretazione d’urgenza e i voti di fiducia si sprecano».

Tema cruciale nel testo di Casini, il ruolo deleterio dell’antipolitica che ha trovato nell’ascesa del Movimento Cinquestelle la sua massima espressione: «Ma ho ancora conservato con orgoglio il messaggio - rivela l’ex presidente della Camera - di un alto esponente grillino che, dopo avermi conosciuto, ammetteva l’errore storico di aver etichettato l’intera classe politica come casta».

Antidoto al qualunquismo, il radicamento territoriale e il contatto con i cittadini-elettori: «Il grave limite della politica attuale - l’analisi di Casini - è la nascita dei partiti dei leader che riducono il rapporto degli eletti ad acquiescenza ai voleri del capo. Sfido oggi un cittadino a indicare il parlamentare eletto sul territorio. Ma se Mastella è ancora votato dopo 40 anni - il tributo all’ospite - un motivo ci sarà». Ma l’opera di Casini è anche una finestra aperta sul tempo passato: «Nel libro parlo di una generazione in cui tutti, a prescindere dal partito, facevano politica con impegno autentico».

Scontata l’adesione di Mastella, che ha da obiettare scherzosamente soltanto sul sottotitolo: «Perché l’ultimo democristiano dovrebbe essere Pier e non io?». Ma anche da un irriducibile avversario di campo arriva l’endorsement all’autore: «Del libro di Casini ho apprezzato il tratto di civiltà che non è poca cosa in questo mondo urlante», chiosa Fausto Bertinotti. Che, sollecitato da de Core, non lesina anche un elegante rilievo: «La sua analisi però non approfondisce appieno il vero problema di oggi, ovvero il rischio di un dominio tecnologico sulla società. Non è tempo di equilibrio ma di radicalità». L’ex leader di Rifondazione comunista riconosce poi a entrambi i “gemelli siamesi” post democristiani «il radicamento territoriale, quello stesso contatto diretto con la gente che avevano Peppone e don Camillo di Guareschi». Spietato invece Bertinotti sul Pd: «Penso che l’unica cosa buona che potrebbe fare è sciogliersi per liberare energie e costruire una nuova sinistra». Quindi, sul nuovo governo: «La destra è stata al governo ma insieme ad altri, ed è stata complementare. Mentre adesso è il principe. La novità complementare è che non c’è più la sinistra».

Gli aneddoti non mancano. Mastella spazia da quelli più datati, come la visita nel 1994 con Casini ad Arcore che portò alla nascita del primo governo Berlusconi, fino alla possibilità, poi tramontata, di una elezione al Quirinale dello stesso Casini pochi mesi fa. Il grande attaccamento alla tradizione democristiana non è estraneo all’azione amministrativa del sindaco di Benevento: «Intitolerò un parco della città a Ciriaco De Mita» annuncia tra gli applausi.

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