«Catello in Città metropolitana pensiamo sia più logico stare tutti insieme, sarebbe inutile fare due liste separate». «Preferisco avere la mia forza elettorale e correre da solo». Ci si era lasciati alle spalle da pochi giorni le festività natalizie quando si è consumata la rottura tra Catello Maresca e Forza Italia. Un incontro avvenuto nella sede di via Verdi, al quale erano presenti il coordinatore regionale degli azzurri Domenico De Siano, il vicecoordinatore Franco Silvestro, il consigliere comunale Salvatore Guangi e il magistrato anticamorra. Quello lanciato dai forzisti sembrava quasi un appello ispirato al film di Sorrentino: «Catello non ti disunire», ma la storia di questi ultimi giorni ci restituisce una realtà diversa. Il voto in Città metropolitana, al netto del fatto che si tratti di un'elezione di secondo livello, mostra due dati incontrovertibili: il ritorno prepotente dei partiti del centrodestra, che hanno deciso di andare ognuno per la propria strada (Fi, FdI e Lega saranno gli unici a correre con il simbolo); e l'addio all'equilibrio che fino a qualche settimana fa regnava in Consiglio comunale tra i banchi dell'opposizione.
Sono lontani i giorni in cui Maresca posava in foto con Matteo Salvini, Antonio Tajani e chiudeva accordi elettorali con Giorgia Meloni. Quattro mesi, la bellezza di centocinquanta giorni, sono un'era geologica in politica, soprattutto se all'orizzonte si cominciano a intravedere le politiche del 2023. Nel centrodestra è partita la corsa ai riposizionamenti e le prove di forza lasciano sul terreno le prime vittime. In Fi si è consumato uno strappo tra l'asse dirigente De Siano-Martusciello e il deputato Paolo Russo. Quest'ultimo accusato di aver animato la lista di Maresca. Il diktat del coordinamento nazionale alla vigilia della consegna delle liste nell'ex Provincia è stato chiaro: «Chi corre fuori dal partito o appoggia candidati di altre liste è fuori da Fi». Con chiaro riferimento, oltre a Russo, ad Armando Cesaro, che ha sponsorizzato la candidatura di Antonio Caiazzo, consigliere comunale di Afragola, nella lista «Napoli metropolitana» che fa capo al sindaco Gaetano Manfredi.
Dal quartier generale degli azzurri trapela come la rottura sia stata «irrimediabile» ed a presentare la formazione di Fi sarà nei prossimi giorni il coordinatore nazionale Tajani. Cambiano così anche gli equilibri dell'assemblea cittadina. Maresca si è sentito tradito dalla scelta di Bianca D'Angelo di candidarsi con la Lega.
Le undici liste sono ora al vaglio della commissione elettorale. Entro sabato 26 il responsabile dell'Ufficio procederà all'ammissione o alla ricusazione delle liste e delle candidature. Anche per il Pd sarà un banco di prova importante: l'asse Casillo-Topo schiera Carmine Lo Sapio, Giuseppe Cirillo, Antonio Sabino, Vincenzo Fiengo; la corrente di Bruna Fiola e Massimiliano Manfredi punta su Giuseppe Bencivenga (sindaco di Frattaminore); Giovanni Nappi, sostenuto da Antonio Marciano conterà sull'appoggio di Nino Simeone. L'ex deputato dem Leonardo Impegno e l'ex consigliere regionale Antonella Ciaramella scommettono su Ludovico De Luca; Giuseppe Tito è invece vicino alla presidente del Consiglio partenopeo Enza Amato.