Comunali a Napoli, pressing sulla Clemente: è lei l'ago della bilancia

Comunali a Napoli, pressing sulla Clemente: è lei l'ago della bilancia
di Luigi Roano
Lunedì 16 Agosto 2021, 08:54 - Ultimo agg. 17 Agosto, 09:39
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Le distanze - fermo restando che sono segnate da sondaggi per natura mutevolissimi, l'ultimo è firmato Opinio - consegnano a 50 giorni dall'apertura delle urne una griglia di partenza con due file, nella prima: Gaetano Manfredi candidato del centrosinistra e del M5S avanti con un gradimento che oscilla tra il 42 e il 46%, segue, ma distanziato Catello Maresca aspirante sindaco del centrodestra (27-31%). Nella seconda fila Antonio Bassolino (14-18%) e Alessandra Clemente (4-9%)candidata arancione designata dal sindaco Luigi de Magistris. E gli occhi sono puntati proprio sulla giovane ex assessora, un giorno sì e l'altro pure viene data come la «candidata che si ritira» magari per aggregarsi una volta a Maresca e l'altra a Bassolino. Lei stessa a Il Mattino ha chiarito: «Più mi dicono che mi ritiro più divento forte e vado avanti: sono e resto candidata».

Perché allora le voci di un suo presunto ritiro sono sempre così insistenti? Strategie per indebolirla? Eppure come lei stessa ha ricordato «se molti miei ex colleghi di giunta sono così ambiti dallo schieramento di Manfredi significa che abbiamo lavorato bene e io ero con loro...». Sibillina la Clemente ma la realtà, per molti osservatori, in particolare dell'area che fa riferimento a Bassolino, è che lei sia il vero ago della bilancia: se si spostasse di qui verso l'ex sindaco, o di la verso Maresca.

Ma si fa davvero fatica a immaginare la Clemente sottobraccio con Matteo Salvini.



Allora cosa suggerisce questo Ferragosto infuocato dove anche i colpi di sole sono un fattore? Il flash che vedrebbe la Clemente rinunciare subito per abbracciare Bassolino. Per storia familiare ci può stare, quando la mamma Silvia Ruotolo fu vittima innocente della camorra, il sindaco era Bassolino che fece sentire molto la sua presenza alla Clemente. I legami - se si consolidano in certi frangenti - restano per sempre. Tuttavia, è bene precisare che poi in politica affetti e legami contano, ma fino a un certo punto. Continuiamo il gioco sotto l'ombrellone con la Clemente verso Bassolino. La forbice della Clemente è tra il 4 e il 9%. Mentre Bassolino è dato tra il 14 e il 18%. Immaginando che i voti della Clemente andassero in blocco a Bassolino, l'ex sindaco si avvicinerebbe alla quota di Maresca e il ballottaggio non sarebbe più un miraggio. Ed è l'obiettivo vero di Bassolino che punta a sfidare il candidato del suo ex partito, il Pd, Manfredi. Seguendo questo ragionamento - sempre sotto l'ombrellone con una temperatura di 40 gradi che picchia forte - l'endorsement della Clemente avrebbe anche un peso sentimentale capace di smuovere la larghissima fetta di indecisi anche nel centrosinistra per non dire del centrodestra. E si sa che a muovere il popolo bassoliniano - molto trasversale - è soprattutto il sentimento di un ricordo, una nostalgia di un periodo non osservato per questo motivo anche con le lenti della storia.

In questo tourbillon cosa ci guadagnerebbe la Clemente? Se Bassolino dovesse spuntarla un posto in squadra? Troppo poco per chi ambisce a indossare la fascia tricolore ed è in campo già da sei mesi. La realtà è che la Clemente inizierà a ragionare - come ha sempre detto - di apparentarsi o appoggiare qualcuno solo al secondo turno. E potrebbe essere Bassolino il prescelto, ma anche Manfredi o chissà Maresca. E la storia della elezione diretta del sindaco di Napoli è fatta anche di dispetti e ripicche che nelle scelte pesano.

È vero - per esempio - come ricorda spesso Bassolino che il suo Pd, che pure ha contribuito a fondare e che ha lasciato, lo ha abbandonato soprattutto nel periodo buio dei processi da dove è uscito sempre assolto. Però non è che lui se ne sia stato davvero con le mani in mano. Bassolino esce di scena da governatore nel 2010, il Pd se lo dimentica, per usare un eufemismo. Ma nel 2011, si vota per il nuovo sindaco di Napoli, il successore di Rosetta Jervolino. Si fanno le primarie e Bassolino porta il suo ex scudiero Andrea Cozzolino che sfida Umberto Ranieri. Le primarie finiscono male nel senso che vengono annullate perché nei conteggi i numeri non tornano. Il Pd d'ufficio candida allora il prefetto Mario Morcone, l'ex sindaco se la lega al dito. Il centrodestra Gianni Lettieri e si affaccia al proscenio de Magistris.

Bassolino non fa campagna per Morcone, sceglie il profilo basso. Ma ci pensa il suo ex spin doctor Claudio Velardi ad affiancare Lettieri, venne fuori un manifesto in favore dell'imprenditore pieno zeppo di bassoliniani come Antonio Napoli. Il risultato è che a vincere fu de Magistris. Come nel 2016 quando Bassolino fa le primarie - quelle delle monetine - e viene battuto da una sua ex fedelissima, Valeria Valente, oggi senatrice, che non arriva nemmeno al ballottaggio, ci va ancora Lettieri. E i bassoliniani - in buona parte - virano su di lui. In Consiglio entra infatti Ciro Langella. La sostanza è che l'elezione del sindaco di Napoli è un fatto politico, ma anche e forse soprattutto un corpo a corpo spesso tra fratelli-coltelli.

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