Napoli, nella Galleria Vittoria ​un cantiere farsa per evitare un nuovo sequestro

Napoli, nella Galleria Vittoria un cantiere farsa per evitare un nuovo sequestro
di Leandro Del Gaudio
Domenica 15 Agosto 2021, 00:00 - Ultimo agg. 16 Agosto, 08:46
4 Minuti di Lettura

Sì d’accordo, è un lavoro ingegneristico di straordinaria complessità, un intervento mai realizzato a Napoli o - probabilmente - (in una struttura così grande) in altre zone del Paese. Sì, d’accordo, l’intervento di restauro della galleria della Vittoria non è roba di poco conto e non si può giudicare solo alla luce del numero di operai che entrano quotidianamente all’interno del tunnel cittadino impugnando attrezzi da lavoro, né è una cosa che può essere valutata solo sulla scorta delle ore di permanenza all’interno del cantiere da parte delle maestranze. 


Ce lo ha spiegato nel corso di un’intervista il manager Anas, azienda leader mondiale nel settore del restauro di opere faraoniche come la galleria, che ha svelato il ritmo del cronoprogramma, correggendo in parte quanto affermato dall’ex assessore di Napoli Alessandra Clemente: si lavorerà a pieno ritmo, venti ore al giorno (dalle sette del mattino alle quattro del mattino del giorno dopo), non prima del quindici settembre. Bando alle incertezze o alle strane suggestioni - sembra di capire - inutile accaldarsi per verificare se il cantiere funziona o se è fermo, tanto prima di un mese e mezzo le attività non saranno a regime. Ci saranno lavori di studio, di fattibilità del progetto, che sono pur sempre lavori decisivi ma che non hanno nulla a che vedere con la presenza degli operai all’interno del tunnel, alle prese con la faticosa maratona di venti ore al giorno in un cantiere. Tutto chiaro? Resta una domanda: per quale motivo si è deciso di fare una inaugurazione lo scorso due agosto, con tanto di dichiarazioni ufficiali sul tour de force delle maestranze fino al prossimo 30 novembre? Perché aprire un cantiere se poi al suo interno le attività languono? Perché non dire, semplicemente, siamo alle prese con l’analisi della fattibilità in uno studio tecnico? Qualcuno, sulle prime e in modo abbastanza malizioso, ha pensato che l’apertura del cantiere fosse un’esigenza di Alessandra Clemente di chiudere in positivo e non con un flop la propria esperienza amministrativa nella giunta arancione, nel pieno di una campagna elettorale che la vede candidata alla successione del sindaco Luigi De Magistris.

Una ricostruzione smentita dallo stesso management dell’Anas che, sempre su questo giornale, ha ricordato il carattere tecnico dell’azienda, che interviene sul campo al riparo da interessi o inciuci di parte. 

Video



Ma a volere andare a fondo nella storia del cantiere fantasma, resta centrale il nodo principale, quello di partenza: il countdown imposto dalla Procura di Napoli che, lo scorso settembre andò a sequestrare il tunnel per le condizioni di pericolo per il trasporto cittadino. Inchiesta per crollo colposo (ma in un filone parallelo, si indaga su manutenzioni e collaudi degli anni precedenti), come è noto, i termini del dissequestro accordato alla giunta comunale quattro mesi fa per mettere in campo il progetto di restauro scadevano ieri. Il 14 agosto, appunto. Quattro mesi - a partire da fine aprile - trascorsi sulla pelle dei cittadini, senza che fosse avvenuto nulla all’interno della Galleria, senza alcun intervento di restauro. Una situazione di impasse che ha reso necessario agire di anticipo. E ragionare in questi termini: diamo un segno di vita; apriamo il cantiere prima del 14 agosto, prima che scadano i tempi concessi dalla Procura, prima di un potenziale corto circuito che avrebbe provocato il nuovo sequestro del tunnel a cavallo di Ferragosto. Quanto basta a prendere fiato e a concordare un nuovo timing, un cronoprogramma con scadenza a fine novembre: altri quattro mesi a disposizione, nella speranza di mettere a frutto i due milioni di euro sbloccati dal comune tramite Rfi e girati all’Anas per le opere di manutenzione. Una mossa che ha impedito il sequestro bis, ha blindato i finanziamenti disponibili e ha rilanciato la palla al di là del fosso, a fine novembre: quando sarà il nuovo sindaco a doversi confrontare con i tempi tecnici imposti dalla Procura per scongiurare un nuovo sequestro; quando sarà la nuova fascia tricolore a doversi barcamenare tra le esigenze di vivibilità dei napoletani (a pochi giorni da Natale), stringendo tra le mani un progetto firmato dalla ormai ex giunta arancione e partito a rilento, sotto il caldo afoso di agosto. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA