Comune di Napoli, il Pd avvisa Manfredi: «Mancuso, la delega deve restare a noi»

I dem: subito il nuovo assessore

Comune di Napoli, il Pd avvisa Manfredi: «Mancuso, la delega deve restare a noi»
di Luigi Roano
Domenica 8 Gennaio 2023, 09:59
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Scende in campo il Pd sulla vicenda di Paolo Mancuso, assessore ai rifiuti dimissionario - per motivi personali - dalla giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi. E dal partito trapelano due cose: la prima è che per i dem Mancuso va sostituito subito, senza interim, la seconda è che quella delega così pesante la rivogliono. Naturalmente in accordo con l'ex rettore - non in discussione l'alleanza - e con il coinvolgimento del gruppo consiliare dem che resta il primo numericamente della coalizione che sostiene il sindaco. Insomma, ci sono divergenze con Manfredi rispetto ai tempi della sostituzione di Mancuso, atteso che il sindaco vorrebbe aspettare che il Pd chiudesse la sua stagione congressuale per rimpiazzarlo. Non sembrano ostacoli insormontabili, ma nemmeno da prendere sottogamba.

In questa cornice fa sentire la sua voce il neo deputato e segretario provinciale uscente Marco Sarracino: «Paolo Mancuso - si legge - ha svolto il suo ruolo di assessore con onore e disciplina.

Ha gestito una delle sfide e delle problematiche più importanti che la nostra città si porta dietro da decenni, modificando radicalmente la visione dell'azienda Asia da semplice raccoglitrice di rifiuti ad industria inserita in un moderno ed europeo ciclo di rifiuti». Per Sarracino «per questi ed altri innumerevoli motivi, gode della fiducia e della stima di tutto il Partito Democratico napoletano. Qualsiasi sarà la sua scelta, noi non potremo che ringraziarlo e sostenerlo». Il parlamentare torna indietro ormai a quasi un anno e mezzo fa e ricorda al suo partito e allo stesso sindaco da dove si era partiti e dove si è adesso a livello politico: «Mi preme sottolineare e ricordare il lavoro svolto anche nel ruolo di Presidente del Pd di Mancuso. È soprattutto grazie a lui se il Pd è uscito dall'isolamento politico nel quale si era cacciato negli ultimi 10 anni, ed è soprattutto grazie a lui se si è costruita una coalizione che ha segnato non solo il ritorno del Pd alla guida della città ma anche una novità politica di carattere nazionale». Insomma, la barriera contro il no dei deluchiani all'accordo con i M5S è stata per Sarracino Mancuso.



Questa la cornice dentro la quale Manfredi e l'assessore si incontreranno forse già domani, certamente in settimana, che sarà quella della formalizzazione delle dimissioni. Mancuso da novembre vuole lasciare e non intende stare sulla graticola. La sostanza è che Sarracino come Manfredi non vuole che il post Mancuso faccia parte delle dinamiche congressuali dei dem. Per il partito la delega deve andare a un nuovo assessore - in quota Pd - capace di avere una visione e di portare avanti di concerto con il sindaco e il gruppo consiliare il lavoro avviato che i dem rivendicano con forza. Per loro prima di due mesi i congressi non saranno chiusi, un tempo troppo lungo che la città non può permettersi di aspettare. Un po' perché Napoli - il loro ragionamento - su questo fronte non può stare senza un assessore di riferimento perché negli ultimi 20 anni è stata sempre in grandissimo affanno e lo è ancora. E poi perché - malgrado dai dem nessuno si intesta formalmente la riflessione - c'è un terzo motivo per il quale è meglio sostituire subito Mancuso: evitare che i nuovi padroni del Pd - e Stefano Bonaccini è dato per vincente, personalità con la quale nemmeno il sindaco ha molta dimestichezza - sconvolgano gli equilibri politici del gruppo napoletano che nella gran parte appoggia Elly Schlein inclusi gli assessori. A Manfredi il centralismo regionale a cui si ispira il presidente della Regione Emilia Romagna non piace. Soprattutto se in prospettiva ci sarebbe un asse con il collega della Campania Vincenzo De Luca.

Tra Manfredi e il partito napoletano del Pd la sensazione è che sono più i punti di convergenza che quelli di scontro. Il partito potrebbe proporre un tecnico di area magari non un professorone, ma capace di stare anche sul territorio, in ogni caso un profilo alto alla Mancuso. Vale a dire autorevole. Del livello di Pier Paolo Baretta che ha la delega al bilancio o di Tersa Armato che ha quella al turismo. Sarracino in queste ore si è incontrato con Mancuso per discutere e mettere a punto una strategia da sottoporre a Manfredi all'atto del vertice con il primo cittadino. Tenendo presente che in un Consiglio comunale già abbastanza balcanizzato con la scissione del M5S e il flop della formazione dell'ex ministro Luigi Di Maio, e altri movimenti interni alla maggioranza molti critici come quello che fa capo alla sinistra, le uniche due forze numericamente capaci di poter tenere la barra a dritta sono appunto il Pd e il gruppo che fa capo all'ex rettore Manfredi sindaco.
 

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