Confindustria Campania, summit tra i vertici: e a Napoli la conta è più vicina

Confindustria Campania, summit tra i vertici: e a Napoli la conta è più vicina
di Nando Santonastaso
Venerdì 12 Giugno 2020, 09:30
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Si sono visti come da copione a Salerno, in un clima apparentemente sereno. Un tavolo informale quello che ieri sera ha visto riuniti il neopresidente del Consiglio degli affari regionali di Confindustria Vito Grassi, e i presidenti delle altre quattro territoriali dell'Associazione, Gianluigi Traettino di Caserta, Andrea Prete di Salerno, Filippo Liverini di Benevento e Giuseppe Bruno di Avellino. Si è parlato del futuro della Federazione regionale campana di Confindustria e ovviamente della presidenza, dopo lo stop al passaggio di consegne tra l'uscente Grassi e il designato Traettino, concordato a suo tempo in base al principio statutario dell'alternanza. Un tema che in altre circostanze avrebbe assunto un rilievo decisamente ordinario e che invece per le sue inevitabili correlazioni con lo scontro in atto per la presidenza dell'Unione industriali di Napoli ha finito per assumere ben altra valenza, almeno tra gli associati. Confronto aperto, protrattosi a lungo, utile soprattutto ai chiarimenti in vista di decisioni che potrebbero arrivare secondo indiscrezioni anche dopo il voto per la presidenza di Napoli, visto l'ormai imminente avvio delle consultazioni dei saggi (da mercoledì 17) e l'oggettiva difficoltà di Maurizio Manfellotto, presidente facente funzioni di Palazzo Partanna, di impegnarsi anche sul fronte della Federazione regionale (toccherebbe a lui partecipare all'assemblea per l'eventuale rotazione).

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I chiarimenti, dunque, al centro dell'incontro con la consegna di non alimentare all'esterno eventuali, ulteriori polemiche. Il nodo da sciogliere è procedurale e politico, per così dire, al tempo stesso. Sul primo piano, Grassi rischia di vedere compromessa la conferma al secondo biennio 2022-23 del suo nuovo e prestigioso incarico di vicepresidente operativo di Confindustria se non risulterà in carica da presidente della Federazione campana almeno per un altro anno. Il mandato regionale, che doveva scadere il 29 maggio ma che di fatto è ancora suo, dovrebbe cioè essere revocato con una modifica statutaria concordata ovviamente insieme ai presidenti delle territoriali. In questo caso bisognerà però anche trovare un accordo che eviti una beffa a Traettino, la cui presidenza a Caserta termina tra pochi mesi e non risulterebbe dunque più eleggibile alla Federazione regionale tra un anno. Ed è qui che si passa al cosiddetto piano politico perché come si intuisce la posta in palio non è solo quella di una poltrona da assegnare. Il nocciolo del problema, norme e procedure a parte, riguarda il futuro del ruolo affidato a Grassi nella squadra di Bonomi, salutato da tutti poche settimane fa come un riconoscimento all'imprenditoria napoletana, campana e meridionale. Un accordo lo rafforzerebbe, un dissenso lo indebolirebbe rimettendo in discussione scenari che sembravano acquisiti.

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Di qui l'importanza del tavolo di ieri sera, preceduto dagli ormai immancabili rumors circa le previsioni su questo o quell'esito. In caso di mancata intesa, si profilerebbero due scenari: un irrigidimento di Napoli, che può far valere il 51% dei voti assembleari e dunque stoppare a norma di statuto l'alternanza, sia pure con effetti molto rilevanti sulla concordia interna dell'Associazione, già adesso messa a dura prova; o un intervento di Confindustria nazionale con valutazioni però che al momento è a dir poco azzardato ipotizzare. Di qui l'importanza dei tempi delle decisioni e del ricasco sulle elezioni di Napoli che oramai sembrano sempre più indirizzate verso il faccia a faccia tra Francesco Tavassi, sostenuto dalla maggioranza che ha espresso due anni fa lo stesso Grassi, e Costanzo Jannotti Pecci (che ieri ha fatto sapere di essere disponibile a rilasciare dichiarazioni solo in sede istituzionale), indicato dall'ex presidente di Confindustria Antonio D'Amato e appoggiato da chi vuole dare un forte segnale di cambiamento all'Associazione. Il voto viene visto dai più come l'unica strada per chiudere questa pesante fase di nervosismi e contrapposizioni e ripartire.

A meno di clamorosi colpi di scena, di mediazioni gradite all'una e all'altra parte e di accordi in extremis tra gli schieramenti (dal ticket al candidato unico), si tornerebbe insomma alla conta come del resto è successo un mese fa anche a Confindustria con la vittoria di Bonomi sulla Mattioli e quattro anni prima del salernitano Boccia sull'emiliano Vacchi. 

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