Consiglio comunale di Napoli, caccia all'ultimo voto: è già lite sul successore di Carfagna

Consiglio comunale di Napoli, caccia all'ultimo voto: è già lite sul successore di Carfagna
di Luigi Roano
Domenica 15 Novembre 2020, 12:00
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Domani la resa dei conti in Consiglio comunale nella solennità della Sala dei Baroni del Maschio Angioino. Dove il sindaco Luigi de Magistris e la sua squadra potrebbero essere battuti dalle opposizioni sul bilancio di previsione 2020-2022 e andare a casa con sette mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale della consiliatura. Molti i nodi da sciogliere: sotto il profilo politico, procedurale e anche sui numeri. A oggi, ma fino a domani mattina alle 10 quando inizierà la seduta, può succedere ancora di tutto, 18 sono i voti delle opposizioni e altrettanti quelli della maggioranza - che di fatto non c'è più - che regge l'ex pm. Tuttavia, ci sono almeno 5 consiglieri comunali molto incerti che non hanno ancora deciso come schierarsi. Per questi eletti del popolo, mandare a casa prima de Magistris con l'arrivo di un commissario a Palazzo San Giacomo, potrebbe significare la morte certa di centinaia di imprese. Nelle opposizioni di centrodestra si fa strada una tesi politica non campata in aria: vale a dire che sfiduciare de Magistris significherebbe andare a traino del Pd e fare un favore al governatore De Luca che si sta spendendo molto per far cadere de Magistris per poi mettere le mani su Napoli. E quelli del centrodestra non ci tengono a fargli il favore di appendersi al collo questa medaglietta. Perché sono convinti che col giusto candidato possano dopo 50 anni tornare al governo della città. Il Pd è al 16%, il M5S ancora di meno, c'è spazio per sognare, questo il ragionamento. Domani in Sala dei Baroni sarà battaglia anche procedurale perché la surroga di Mara Carfagna che si è dimessa - al suo posto subentrerà Armando Coppola - non è possibile effettuarla. In quanto la seduta è in «seconda convocazione». Cosa significa? Che per aprirla bastano tra i 12 e i 14 consiglieri comunali e che non si può modificare l'ordine del giorno rispetto alla prima convocazione. 

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In Fi - dilaniata da scontri interni tra i dirigenti - la partita è aperta. Fulvio Martusciello è molto esplicito e non è la prima volta che si espone.

L'europarlamentare azzurro chiede «che i consiglieri di centrodestra presentino una mozione di sfiducia al sindaco de Magistris sulla quale fare convergere le firme di tutta l'opposizione». Un distinguo sostanziale di non poco conto: «Il centrodestra non partecipi alla guerra tra due bande - afferma Martusciello - è chiaro che De Luca vuol far cadere de Magistris. Lo si evince dall'attivismo degli esponenti della giunta regionale e dagli impegni che stanno prendendo». Per Martusciello «il centrodestra non deve andare a ruota del Partito democratico, ma presentare una sua mozione di sfiducia su cui far convergere le firme di tutta l'opposizione. Così si riporta la politica, così il centrodestra diventa centrale». In Fi anche i caldoriani la pensano come Martusciello. 

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Domani quelli dell'opposizione fanno trapelare che sulla mancata surroga di Coppola sono pronti a fare una protesta molto rumorosa. Ma il regolamento è quello che è e a confermare che la posizione del presidente del Consiglio Alessandro Fucito è corretta ci pensa il segretario del Comune Patrizia Magnoni che ha rilasciato un parere inequivocabile sulla questione Carfagna: «Gli argomenti da trattare nella seduta in seconda convocazione debbono essere gli stessi della seduta in prima convocazione, per i quali non si era deliberato per mancanza di numero legale». Esattamente quanto successo giovedì scorso. 

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