Domani la resa dei conti in Consiglio comunale nella solennità della Sala dei Baroni del Maschio Angioino. Dove il sindaco Luigi de Magistris e la sua squadra potrebbero essere battuti dalle opposizioni sul bilancio di previsione 2020-2022 e andare a casa con sette mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale della consiliatura. Molti i nodi da sciogliere: sotto il profilo politico, procedurale e anche sui numeri. A oggi, ma fino a domani mattina alle 10 quando inizierà la seduta, può succedere ancora di tutto, 18 sono i voti delle opposizioni e altrettanti quelli della maggioranza - che di fatto non c'è più - che regge l'ex pm. Tuttavia, ci sono almeno 5 consiglieri comunali molto incerti che non hanno ancora deciso come schierarsi. Per questi eletti del popolo, mandare a casa prima de Magistris con l'arrivo di un commissario a Palazzo San Giacomo, potrebbe significare la morte certa di centinaia di imprese. Nelle opposizioni di centrodestra si fa strada una tesi politica non campata in aria: vale a dire che sfiduciare de Magistris significherebbe andare a traino del Pd e fare un favore al governatore De Luca che si sta spendendo molto per far cadere de Magistris per poi mettere le mani su Napoli. E quelli del centrodestra non ci tengono a fargli il favore di appendersi al collo questa medaglietta. Perché sono convinti che col giusto candidato possano dopo 50 anni tornare al governo della città. Il Pd è al 16%, il M5S ancora di meno, c'è spazio per sognare, questo il ragionamento. Domani in Sala dei Baroni sarà battaglia anche procedurale perché la surroga di Mara Carfagna che si è dimessa - al suo posto subentrerà Armando Coppola - non è possibile effettuarla. In quanto la seduta è in «seconda convocazione». Cosa significa? Che per aprirla bastano tra i 12 e i 14 consiglieri comunali e che non si può modificare l'ordine del giorno rispetto alla prima convocazione.
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In Fi - dilaniata da scontri interni tra i dirigenti - la partita è aperta. Fulvio Martusciello è molto esplicito e non è la prima volta che si espone.
Domani quelli dell'opposizione fanno trapelare che sulla mancata surroga di Coppola sono pronti a fare una protesta molto rumorosa. Ma il regolamento è quello che è e a confermare che la posizione del presidente del Consiglio Alessandro Fucito è corretta ci pensa il segretario del Comune Patrizia Magnoni che ha rilasciato un parere inequivocabile sulla questione Carfagna: «Gli argomenti da trattare nella seduta in seconda convocazione debbono essere gli stessi della seduta in prima convocazione, per i quali non si era deliberato per mancanza di numero legale». Esattamente quanto successo giovedì scorso.