Con il ministero c'è una «collaborazione molto seria» ma «non possiamo aspettare ancora». Il messaggio di Vincenzo De Luca è molto chiaro: il piano paesaggistico regionale della Campania va adottato al più presto. «Entro il 2024, se possibile anche prima», dice il governatore. La sollecitazione al Governo (il piano va approvato anche dal ministero dei Beni Culturali) non è solo ad accelerare ma anche ad essere più flessibile sui vincoli e senza «un ambientalismo talebano». Il piano paesaggistico regionale è il documento di programmazione, pianificato da Regione e ministero dei Beni culturali, per le azioni di tutela dei paesaggi e di trasformazione sostenibile del territorio. I tempi, però, sono lunghissimi: il lavoro in Campania è partito nel 2016 e l'obiettivo è, entro l'anno, di arrivare all'approvazione in consiglio regionale. Per farlo, però, c'è bisogno dell'ok del ministero e su molti aspetti le posizioni sono ancora distanti.
L'occasione per parlarne è stata la giornata di studio del piano a Villa Pignatelli a cui ha partecipato anche il presidente della Regione.
Nonostante la diversità di vedute, però, De Luca non usa toni aggressivi o sarcastici, scelti invece in altre occasioni, nei confronti del ministero: «Abbiamo trovato forme di collaborazione seria, questo va riconosciuto». Il richiamo a fare presto, però, lo ripete più volte, prendendosi anche un applauso forte dalla sala: «Otto anni di tempo per approvare il preliminare di un piano paesaggistico sono incompatibili con la vita. Serve - arringa il governatore - una semplificazione straordinaria che ci consenta di competere con Paesi in cui la trasformazione urbana non è un delitto ma un'opportunità, anche di lavoro per un'intera generazione. Altrimenti i nostri giovani se ne andranno e avremo paesaggi bellissimi ma vuoti». Il modello proposto da De Luca è quello della sua Salerno dove «abbiamo fatto la trasformazione urbana più estesa d'Italia, anche se ci è costata qualche avviso di garanzia. A Napoli - aggiunge a proposito del progetto Porta Est - ho proposto un'operazione di trasformazione urbana a piazza Garibaldi su cui si è aperto un dibattito sgangherato. Non è possibile che parlino solo gli imbecilli».
Ma l'incontro a Villa Pignatelli è stata l'occasione per De Luca anche per mandare una stoccata al Pd: «Se in Campania sono intervenuti i poteri sostituivi (con cui il ministero approvò i vecchi piani paesistici nel 1985, ndr) è perché siamo stati dei cialtroni come classe dirigente, perché la vecchia politica era fatta di clientela e non voleva fare delle scelte. Dobbiamo accettare la sfida dell'efficienza. Dovrei dirlo anche a qualche imbecille del Pd. In questa regione stiamo facendo una rivoluzione per il futuro di un'intera generazione e non basandoci sulle beghe della politica politicante». Infine una bordata a Salvini: «Possiamo dire che è un primitivo. Ma o siamo in grado di dare una risposta di maggiore efficienza oppure saremo travolti». Intanto l'associazione "Sud protagonista" guidata da Salvatore Ronghi annuncia il via all'iniziativa "All'anema d' a palla" «una campagna di "controinformazione" per evidenziare «l'aria fritta prodotta da De Luca al governo della Regione».