Elezioni Campania 2020, De Luca pesca nel centrodestra e tra i delusi di Dema

Elezioni Campania 2020, De Luca pesca nel centrodestra e tra i delusi di Dema
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 19 Dicembre 2019, 07:30 - Ultimo agg. 15:46
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Mentre il centrodestra arranca ancora alla ricerca del consenso interno a Fi sulla candidatura di Stefano Caldoro, il governatore uscente, si ritrova a dover costruire una casa più ampia. Per quelli delusi del centrodestra (vedi Forza Italia) ma anche per i pentiti della rivoluzione arancione. Mancano solo i grillini nelle liste ma per il resto a sostenere Vincenzo De Luca non è solamente il classico centrosinistra. Naturale, direte voi: i soliti transfughi e ras detentori di voti desiderosi di riciclarsi. Ma non è così. Stavolta De Luca che non ha mai fatto mistero, in anticipo sui dogmi renziani di Italia Viva, che il voto bisogna cercarselo altrove. Anche a destra. Mai è stata un'eresia per lui. Anzi. Ma stavolta, sussurrano a palazzo Santa Lucia, non è stato l'ex sindaco di Salerno o i suoi sherpa a fare la campagna di scouting. «No, sono loro che hanno bussato alla nostra porta. E questo fa la differenza», dice un deluchiano del ristrettissimo cerchio magico.

Che al momento la macchina deluchiana viaggi su una decina di liste già quasi pronte per la sfida di primavera non è più una novità. Anzi si sarebbe deciso di non andare oltre per evitare un effetto volatilizzazione del voto ed evitare che le civiche possano drenare consensi alla lista del Pd. Sarebbe paradossale e sono stati proprio alcuni consiglieri Pd uscenti (specie le donne) a mettere tutti in guardia dal rischio. Problema saltato fuori all'indomani della notizia che tre assessore della giunta De Luca si sarebbero candidate con le civiche. Nodi che però ora dovrà sciogliere il partito o il tavolo più ampio della coalizione.

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Intanto in questi giorni la classe dirigente del centrodestra è assai nervosa. Impensierita su quel che succede in Calabria dove manca una manciata di giorni alla scadenza delle liste e ancora non c'è un candidato presidente. Il timore è che lo stesso, viste le tensioni interne a Fi, si possa registrare in Campania su Caldoro. E così si guardano intorno e, alla fine, gira e rigira, sanno che non ci sono molte rotte da tracciare. E guardano al governatore uscente, convinti di puntare sul sicuro. Quantomeno perché la campagna elettorale lui l'ha già iniziata e si ritrova con un indubbio vantaggio. Sarà per questo che dall'area Nord gli amministratori si muovono verso di lui. Ed è una pattuglia ben nutrita. Tra questi chi avrebbe chiuso già un patto con De Luca è Lello Russo, sindaco di Pomigliano d'Arco. Un passato tra i socialisti (con cui è stato senatore), poi con Forza Italia sin dalla sua nascita nel 94 e infine primo cittadino con una coalizione di centrodestra con cui ha conquistato l'ex roccaforte del Pci. L'accordo ci sarebbe già e Russo si appresta a scendere in campo per interposta persona: non si candiderà lui ma un assessore della sua giunta. Si parla di Mattia De Cicco, che ha la delega alle politiche sociali e al lavoro, del Municipio dove risiede anche l'ex vicepremier grillino Luigi Di Maio. «Ma non sarà l'unico», dicono a Santa Lucia dove tengono le bocche cucite ma si fanno scappare che lì, da quell'area a cavallo tra il Nolano, l'Irpinia e il Casertano, ci sono altri già pronti a seguire Russo. Direttamente scendendo in lista con il proprio consenso o per interposta persona senza così perdere nemmeno il Municipio.

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Non solo in provincia perché i delusi azzurri albergano anche nel capoluogo, a palazzo San Giacomo. Lì, dove la vulgata vuole, parlando di Napoli-città, che De Luca non riesca ad attecchire. Sarà ma i rumors parlano di un passaggio verso il governatore (con tanto di sigillo di una candidatura) di Salvatore Guanci, azzurro di Chiaiano, attualmente vicepresidente del consiglio comunale di Napoli in quota opposizione. Sociologo specializzato in criminologia, sempre profilo basso, da qualche settimana ormai starebbe meditando l'uscita da ufficializzare a breve.

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Non possiamo sapere (ne lo sapremo mai) la faccia e i commenti fuori onda del governatore quando incasserà l'arrivo di due consiglieri comunali di de Magistris, delusi dalla rivoluzione arancione. Perché sì saranno pure semplici consiglieri ma li scippi all'arcinemico de Magistris? Già. Un colpetto che, se da un lato, ha il sapore del contrattacco a chi dice che vuole presentarsi alle Regionali «solo per far perdere De Luca»; dall'altro è il termometro reale di come la rivoluzione arancione sia già il suo tramonto. Niente sgoccioli ma proprio finita e senza poter aspirare ad alcuna velleità su palazzo Santa Lucia se se ne vanno due eletti con l'ex pm. Già.
Anche qui niente di ufficiale ma solo i chiacchiericci che viaggiano tra i due palazzi del potere napoletano: Santa Lucia e San Giacomo. Ma una cosa è certa si parla di una candidatura, sempre in una civica deluchiana of course, di Gaetano Simeone, attuale consigliere di «Agorà» e di Gabriele Mundo, capogruppo di «Riformisti democratici con de Magistris». E se il primo, ex dirigente del Pd che mollò il partito in disaccordo su referendum e primarie, è quasi un ritorno a casa, per il secondo si tratta di un passaggio con triplo salto: ex consigliere comunale nel 92-9'93 con il Psdi prima di Tangentopoli, in mezzo un ritorno a San Giacomo nel 2011 con il Pdl e poi uno dei nostromi della rivoluzione arancione dal 2016. Ma conta un solo fatto per De Luca: scippare due consiglieri comunali all'«odiato» de Magistris e metterli in lista con le sue civiche.

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