Regionali Campania, Salvini prepara la terza via: Grimaldi e Tommasetti in pole per la presidenza

Regionali Campania, Salvini prepara la terza via: Grimaldi e Tommasetti in pole per la presidenza
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 6 Novembre 2019, 08:56 - Ultimo agg. 17:41
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Toccherà a Forza Italia guidare la coalizione di centrodestra in Campania e, stavolta, lo lascia intendere anche Matteo Salvini che ieri in visita a Napoli non ha certamente chiuso la porta. Da un lato è il frutto di un accordo complessivo a livello nazionale tra il Carroccio e Berlusconi, dall'altro ci sono anche ragioni tattiche nella scelta di affidare ad un forzista la candidatura per Palazzo Santa Lucia. L'ex ministro dell'Interno è ancora scottato dalle inchieste che hanno riguardato esponenti della Lega al Sud, l'ultima quella che ha colpito Sabino Morano, coordinatore in Irpinia del Carroccio. Questa è la linea, ma le intese per i candidati governatori sono ancora in alto mare al punto che non è possibile ancora escludere che il tavolo del centrodestra possa all'improvviso saltare con la conseguenza che Lega e Fratelli d'Italia possano estromettere Forza Italia. È l'ipotesi più remota, ma il rischio non viene sottaciuto, al punto che Salvini tiene ancora nella manica due assi che arrivano dalla società civile: il rettore dell'università di Salerno, Aurelio Tomasetti e Guido Grimaldi, armatore del gruppo leader nel settore dei trasporti marittimi.
 

 

Per ora Salvini è deciso nel mantenere i patti con gli alleati e non avanzare suoi nomi di bandiera nelle tre regioni del Sud al voto: Campania, Calabria e Puglia. Il leader della Lega vede il Meridione come una risorsa, ma pure come una sorta di campo minato. Anche per questo ha affidato le redini del Carroccio in Campania prima a Raffaele Volpi, oggi presidente del Copasir, poi a Nicola Molteni, suo braccio destro anche al Viminale. Un partito, la Lega, che per ora al Sud è trainato quasi esclusivamente dalla capacità comunicativa e di propaganda del «Capitano», ma che ha difficoltà a crescere e prosperare sul territorio. Tanti sono gli esponenti politici che bussano alla porta per aderire alla Lega, ma Salvini non ha intenzione di imbarcare tutti e, soprattutto, teme di ripetere gli errori di selezione della classe dirigente che tanti altri partiti hanno avuto in passato. Il risultato, al momento, è che il partito è forte mediaticamente, ma al Sud non ha una struttura in grado di reggere l'urto di un voto, come quello delle Regionali, che vive anche della logica della campagna elettorale «porta a porta».

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Dopo la tappa a Napoli il leader della Lega aveva valutato di andare nel pomeriggio in Calabria, lì dove le elezioni regionali si terranno almeno 4 mesi prima che in Campania: si vota il 26 gennaio. Le vicende calabre sono legate a doppio filo al futuro candidato del centrodestra a Palazzo Santa Lucia. Al momento l'intesa per il candidato in Calabria è ancora in alto mare e l'ex ministro ha preferito aspettare ancora qualche giorno per la sua visita, in attesa che il quadro diventi più chiaro. Forza Italia aveva intenzione di avanzare il nome di Mario Occhiuto, ma dopo l'inchiesta nei suoi confronti per bancarotta fraudolenta, la Lega si è impuntata con un categorico «niet». In alternativa si fa sempre più largo l'ipotesi che possa spuntarla il fratello di Mario Occhiuto, il parlamentare di Forza Italia, Roberto. Non è solo una questione di inchieste, ma il deputato di Fi è da sempre molto vicino a Mara Carfagna e, prima di accettare la candidatura di Occhiuto, nel centrodestra attendono di capire cosa ha deciso per il suo futuro la vicepresidente della Camera e se ha intenzione di lasciare il partito. Il veto di Salvini su Mario Occhiuto ha comunque agitato le acque in Forza Italia. «In tutte le Regioni fino ad ora spiegano da Fi abbiamo sempre accettato qualsiasi candidato proposto da Salvini, non può fare imposizioni in casa d'altri». C'è aria di maretta: al momento una rottura del tavolo tra Fi e il Carroccio è ritenuta improbabile, ma i nervi sono tesi ben oltre il livello di guardia al punto che anche Fratelli d'Italia ha messo in preallarme la propria candidata di bandiera, Wanda Ferro, qualora salti il banco con Forza Italia. Una tensione che, a catena, potrebbe compromettere le intese del centrodestra anche in Campania.
 

Il timore di un'improvvisa rottura con Fi è forte, non è ancora escluso che Salvini e Meloni possano prendere la palla al balzo dello scontro in Calabria ed estromettere i forzisti dalla coalizione nelle tre regioni meridionali. Chi sta lavorando per scongiurare l'ipotesi è Stefano Caldoro e, con lui, gran parte del gruppo dirigente campano.
Sarebbe proprio l'ex governatore l'unico nome capace di convincere i tre alleati del centrodestra. A testimoniare l'intesa, ieri, dopo la visita di Salvini, sono arrivate le parole al miele di Carmine Mocerino, fedelissimo di Caldoro, nei confronti del leader della Lega, lodato per le sue parole contro la camorra. Ma la corsa è appena cominciata e tutto può ancora accadere. 

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