Europee: FdI su Gambino. Pd, sfida Picierno-Ruotolo

La Lega si affida all'uscente Grant

Pina Picierno
Pina Picierno
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 23 Agosto 2023, 10:53
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Più che le regionali, molto al di là da venire, in Campania e altrove, il vero (e prossimo) banco di prova sono le Europee di primavera. Per tutti i partiti. Dai piccoli che devono decidere se federarsi altrimenti potrebbe scattare la tagliola dello sbarramento del 4 cento (vedi alla voce Azione e renziani) passando per i più grandi. Da Forza Italia che celebra le prime elezioni dopo la scomparsa del suo fondatore sino al Pd della Schlein che si gioca la leadership del partito. Con un'agguerritissima competizione che si è già accesa nel centrodestra tra Lega e Fdi per cercare il migliore risultato in Europa.

Nel 2019 a trionfare fu la Lega di Salvini con una messa di voti al Sud: il 23,5 per cento contro l'8,8 di Fi e il 7,5 di Fdi. Ma è chiaro che oggi, con Giorgia Meloni premier, il maggio partito di governo vuole passare all'incasso. Quasi sicuramente non ci sarà, come 5 anni fa, la Meloni capolista ma il suo partito da settimane sta preparando il suo sudoku di candidature. In prima fila Alberico Gambino, ex consigliere regionale ed ex sindaco di Pagani, ed oggi vice coordinatore regionale e responsabile salernitano di Fdi. In coppia, molto probabilmente, con Ines Frongillo, vicecoordinatrice irpina del partito. E, ancora, grazie al patto federativo con i socialisti dovrebbe entrare nelle liste Fdi il consigliere casertano Massimo Grimaldi e due donne già candidate alle ultime politiche come Elena Scarlato e Gabriella Peluso. Ma i giochi, attenzione, sono ancora agli inizi e potrebbero esserci cambi di rotta in corsa. I rumors politici estivi, tanto per capirci, danno verso il partito della Meloni l'attuale europarlamentare azzurro Aldo Patriciello. Molisano, imprenditore nel settore medico con la proprietà di diverse cliniche, che nel 2019 fu capace di raccogliere quasi 80mila voti piazzandosi subito dietro Berlusconi.
Sarà anche per questo che in Forza Italia si lavora puntando a volti nuovi. Anzitutto non dovrebbe essere capolista Antonio Tajani. «Basta parlamentari con la valigia in mano, serve presidiare Bruxelles», avrebbe detto ai suoi chiedendosi di concentrarsi sulla composizione delle liste. Specie al Sud che rimane pur sempre la cassaforte dei voti azzurri. E quindi spazio, forse come capolista, all'uscente Fulvio Martusciello attuale capodelegazione Fi al Parlamento Ue. E poi molti nuovi. A questa voce si fanno i nomi di Andrea Langella, presidente della Juve Stabia.

e Armando Lanza, imprenditore del settore turistico. Come quota rosa, invece, potrebbero scendere in campo Maria Celeste Lauro, ischitana e amministratrice della Lauro navigazione, e Francesca Salierno, avvocato ma con grande esperienza a Bruxelles: parla 4 lingue ed ha vinto il concorso di policy advisor.

In casa Lega, Matteo Salvini punta di nuovo sull'eurodeputato Valentino Grant che coordina il partito in Campania come commissario da tre anni. Sempre tra i campani è in pole la consigliera regionale Carmela Rescigno, record woman di preferenze alle scorse europee. In provincia di Salerno scalpitano l'ex rettore dell'Università di Salerno, Aurelio Tommasetti, e il professor Vincenzo Pepe di FareAmbiente, pronto a portare il verbo del nucleare pulito in Europa.

In casa Pd l'opzione come capolista, in questo momento, è tra Sandro Ruotolo e Pina Picierno. Con il primo già frontman dell'area Schlein che siede oggi in segreteria mentre sulla seconda si punta per far convergere anche il gruppo Bonaccini, vincitore in Campania ma sconfitto a livello nazionale nella battaglia congressuale. Di certo i bonacciniani di declinazione gueriniana, a cominciare dal capogruppo Mario Casillo forte delle sue oltre 40mila preferenze, puntano a far eleggere l'ex parlamentare Lello Topo. Anche se una parte di questo gruppo potrebbe sostenere un candidato pugliese. Non Michele Emiliano che finirebbe il suo mandato di governatore ma il sindaco di Bari Antonio Decaro che potrebbe scendere in campo. Ma si tratta solo dei primi nomi in attesa che si sciolga il nodo del partito campano attualmente retto dal commissario Misiani. Perché con un segretario in campo il governatore De Luca sarebbe disposto a mettere un nome della sua area.

Acque più agitate invece nel partito di Carlo Calenda dopo la rottura con Matteo Renzi. Da soli infatti si rischia di non superare la soglia di sbarramento del 4 cento. Per questo molti ipotizzano che Azione si possa federare. E se qualsiasi ragionamento con +Europa è chiuso, perché la Bonino non ne vuole sapere di Calenda dopo lo strappo last minute alle ultime politiche, si parla di un patto con il Pd. Ed in quota dem potrebbe candidarsi l'uscente Giosi Ferrandino. Rimangono poi i renziani di Italia Viva, anche loro desiderosi di stringere patti sempre per il solito 4 per cento di sbarramento. Ma ad oggi qualsiasi ragionamento in tal senso sembra in alto mare.

Infine i grillini che si ritrovano con una pattuglia uscente di europarlamentari praticamente azzerata. Dei sei eletti al Sud nel 2019 infatti, ben quattro hanno cambiato partito mentre uno (la napoletana Laura Ferrara) sta per terminare il suo secondo mandato. E l'avventura a Bruxelles, per le leggi interne grilline, finisce quindi questa primavera. Ma per scegliere i candidati il partito di Conte, è noto, non si affida a schemi ma al meccanismo delle parlamentarie. E per i nomi bisogna attendere il voto dei militanti.

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