Napoli, più fondi per il Comune ma serve una scossa su evasione e immobili

Napoli, più fondi per il Comune ma serve una scossa su evasione e immobili
di Luigi Roano
Sabato 18 Dicembre 2021, 09:58 - Ultimo agg. 19 Dicembre, 21:00
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Eccolo il salva Napoli: un miliardo e 300 milioni a fondo perduto su 2,6 miliardi complessivi erogati dal Governo ai capoluoghi delle Città metropolitane significa che la metà del totale della somma arriverà a Palazzo San Giacomo. Ben 450 milioni nei primi 4 anni oltre gli 85 milioni già stanziati e si arriva a 535 milioni. Il resto arriverà comodamente nel tempo massimo di 20 anni. Più o meno quello che aveva chiesto il sindaco Gaetano Manfredi per risollevare le sorti del Municipio e iniziare subito la fase di rilancio. Con l'emendamento del Governo a firma di Mario Draghi - in realtà - in meno di dieci anni Napoli avrà tutte le sue quote. Questione di priorità del riparto dei fondi legato all'ampiezza del debito che complessivamente sfiora i 5 miliardi. Un provvedimento tagliato su misura per Napoli. Per avere un'idea di cosa si sta parlando, la seconda classificata in questo campionato al quale nessuno vorrebbe partecipare è Torino il cui debito è di quasi 900 milioni. Quello che il Governo non ha concesso è il commissario per il debito modello Roma.

E le assunzioni? Sdoganate parzialmente.

Si possono fare a tempo determinato e solo per il settore della riscossione. Nella sostanza questa fattispecie di assunzioni non verrà conteggiata nella spesa per il personale che deve rimanere entro determinati limiti. Tuttavia, il fantasma di un nuovo aumento dell'Irpef e di altri orpelli non è scongiurato.


Il Governo dà, ma potrebbe anche prendere. Il patto per avere i finanziamenti va firmato entro il 15 febbraio del 2022. Per quella data il Comune deve portare un piano sulla riorganizzazione amministrativa che comprende partite come la riscossione, la valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare e la razionalizzazione delle partecipate. Un dossier dove al Governo devono essere consegnate date, proiezioni sul miglioramento di queste tre leve che devono avere concretezza. Perché nell'ambito di questo accordo è fatto l'obbligo di istituire «apposite delibere del Consiglio comunale di un incremento dell'addizionale Irpef in deroga», in quanto Napoli è già al massimo. E l'istituzione di una «addizionale sui diritti di imbarco per porto e aeroporto per passeggero». La sostanza è che alla fine della giostra, se non si centrano questi obiettivi, potrebbero essere ancora una volta i napoletani a pagare che oltre all'Irpef hanno già anche tutte le altre tasse locali con le aliquote al massimo. In virtù sempre della legge sul predissesto. Sulle partecipate fa chiarezza l'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta: «Nessuna dismissione delle aziende partecipate, i servizi non si dismettono - racconta - ma efficientamento sì».

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Quanto al patrimonio, giovedì c'è stato un incontro tecnico con Invimit, la società del ministero dell'Economia che si occupa di investimenti immobiliari, dove si è iniziato a parlare di scambi immobiliari. La riscossione è il bubbone più grande visto che le gabelle locali sono inchiodate al 27%. Qui la riforma deve essere massiccia e il Comune potrà chiedere aiuto all'Agenzia delle entrate. Il sindaco sembra soddisfatto di quanto il Governo ha previsto per Napoli: «È una norma molto importante - dice l'ex rettore Manfredi - che aiuta in maniera significativa non solo dal punto di vista finanziario il Comune, ma apre un nuovo scenario per dare una risposta ai Comuni in difficoltà finanziaria con norme che consentono agli enti locali non solo di avere un sostegno per il debito ma anche di ristrutturarlo completamente». Manfredi sottolinea che «c'è sicuramente un cambiamento per la città ma anche una grande assunzione di responsabilità perché il Governo ha dato fiducia a Napoli e adesso la città deve dimostrare di meritare questa fiducia e lo faremo con grande impegno rispondendo alle necessità dei cittadini e dimostrando che saremo in grado di governare con grande efficienza e qualità». Quanto al rischio che paghino i napoletani Manfredi spiega: «Abbiamo un paniere di scelte da fare su come contribuire al piano di risanamento e gli aspetti fondamentali su cui dobbiamo agire sono la valorizzazione del patrimonio e l'intervento sulla riscossione che sono i due punti chiave. Sono convinto che riusciremo in maniera efficace».

Valeria Valente, la senatrice napoletana del Pd che sulla materia si è impegnata molto, è soddisfatta: «L'emendamento del Governo coglie in pieno gli obiettivi sui quali gruppi parlamentari e governo hanno lavorato per raccogliere l'appello lanciato dal sindaco Manfredi, e far ripartire Napoli stremata da un decennio di disastro amministrativo e finanziario».
 

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