La chiacchierata il sindaco Gaetano Manfredi e Paolo Mancuso - ormai quasi ex assessore ai rifiuti e al mare - se la sono fatta a Palazzo San Giacomo dove l'ex pm e presidente provinciale del Pd ha confermato a Manfredi le dimissioni che saranno formalizzate entro i prossimi 7-10 giorni. Una pausa stabilita assieme. Il tempo per consentire da un lato all'ex rettore di organizzarsi, dall'altro al Pd di proporre una strategia al primo cittadino partendo dal presupposto che a oggi Manfredi e anche pezzi del partito, a iniziare dal gruppo consiliare guidato da Gennaro Acampora, propendono per un interim e lo spacchettamento delle deleghe che all'immediata sostituzione di Mancuso.
Lo stesso Mancuso sta lavorando alla sua successione per evitare che le dimissioni arrivate «per questioni personali» diventino materia politica nel tritacarne precongressuale del Pd.
Questo il suo pensiero: «Per la sostituzione Mancuso vogliamo procedere in continuità, valutando l'esperienza che si è accumulata in questo anno di lavoro. La mia intenzione è di continuare sul percorso che stiamo facendo». Così Manfredi a margine del suo saluto al convegno Cgil «I nuovi ambienti dell'umanità» con Luciano Violante. «Lavoriamo - dice il sindaco - al progetto in corso per la costruzione dell'impianto di compostaggio di Napoli Est, rafforzando anche la parte della gestione ambientale che abbiamo un po' trascurato finora perché dovevamo lavorare sulla strutturazione del sistema e sulle emergenze. La delega al momento non posso gestirla io, facciamo ora la gestione corrente e spero in tempi rapidi di procedere a una nuova nomina. Nella fase transitoria ci organizziamo con altri assessori».
Manfredi non vuole entrare nelle dinamiche del Pd, quindi la vicenda ritiene giusto che vada gestita di concerto con i consiglieri comunali però il punto di caduta deve essere una scelta che faccia il bene della città. Quindi un tecnico di area più che politici di professione. Un esterno al partito, ma di quell'area politica. Il sindaco - questo il senso - è disposto ad ascoltare ma a certe condizioni. Chiarito il profilo sui cui le parti stanno lavorando per trovare l'intesa resta il tema che se quando Mancuso formalizzerà le dimissioni non è stato individuato il soggetto giusto scatta il più che probabile piano B ovvero lo spacchettamento delle deleghe di Mancuso. Lo schema - come anticipato da Il Mattino - a oggi vede in pole position Vincenzo Santagada e Pier Paolo Baretta. Il primo ha la delega al verde e alla salute e già coordina le azioni che fanno Asìa e NapoliServizi per quello che riguarda le attività di pulizia e decoro urbano. Nell'ambito della riorganizzazione delle aziende partecipate a NapoliServizi potrebbe essere tolta la delega al decoro e affidata ad Asìa. A Santagada dunque potrebbe andare la delega ai rifiuti un pacchetto che comprenderebbe anche il verde e decoro. Mentre a Baretta titolare del bilancio e delle partecipate potrebbe essere affidato il compito più amministrativo. Con un faro puntato su Asìa.
Resterebbero da assegnare altre due deleghe cioè quella al mare e all'avvocatura e Manfredi potrebbe approfittare per tarare le deleghe anche di altri assessori. Il terreno sul quale si muove Manfredi è questo, ma è altrettanto vero - anche se in Comune dicono che non è così - che attendere un po' di tempo prima di sostituire numericamente Mancuso è anche un calcolo politico. Il Pd con i congressi cambierà pelle, anima e anche di più. Ed è anche legittimo confrontarsi con le nuove segreterie che verranno fermo restando che la prerogativa di nominare assessori è del sindaco.