Napoli, Municipalità al palo: si litiga da sei mesi, ancora zero assessori

Napoli, Municipalità al palo: si litiga da sei mesi, ancora zero assessori
di Dario De Martino
Venerdì 25 Marzo 2022, 08:27
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«Sono passati quasi sei mesi? Per il parto ne servono altri tre». La battuta di un presidente di Municipalità fa capire quanto la vicenda assessorini si stia trasformando sempre di più in una tragicommedia. Dal giorno in cui i napoletani sono andati alle urne - il 4 ottobre 2021 - sono passati ormai quasi 6 mesi (per l'esattezza 24 settimane, 172 giorni). Dall'insediamento del sindaco i giorni trascorsi sono 158. Proprio in quell'occasione il sindaco definì come «centrale» nel suo programma di governo la questione del «decentramento amministrativo». Ciò nonostante, quasi sei mesi dopo, i dieci parlamentini non hanno ancora i loro assessori municipali. La nomina degli assessorini, è bene chiarirlo, spetta ai presidenti. Poiché però la coalizione che ha sostenuto Manfredi ha ottenuto la guida di tutte le dieci Municipalità, c'è bisogno di un accordo complessivo tra i partiti per dividersi le 40 poltrone, quattro assessori per Municipalità, da assegnare.

Un'intesa che non si trova. Anzi, non ci si mette neanche al tavolo. Prima si era detto che si sarebbe aspettata la presentazione delle liste per il voto in Città Metropolitana. Poi, dopo lo slittamento della chiamata alle urne per l'ex Provincia, la questione è stata subordinata all'esito elettorale. Ora, ad elezioni metropolitane concluse da più di una settimana, non c'è ancora uno straccio di appuntamento per un tavolo tra i partiti per concordare almeno i criteri con cui stabilire le nomine. Dopo il voto in Città Metropolitana il sindaco assicurò un intervento rapido. Poi altre priorità sono subentrate. La prima, positiva, è la firma del patto per Napoli con il premier Mario Draghi in programma martedì. Ma ci sono anche note negative che ostacolano la nomina degli assessori. Tra queste le fibrillazioni interne ai partiti. Il Pd è alle prese con le dimissioni del segretario regionale Leo Annunziata e con la complessa disputa tra le correnti per la designazione nel suo successore. Non va meglio nel Movimento 5 Stelle. Il voto in Città Metropolitana ha creato una spaccatura enorme tra fichiani e dimaiani. Tanto che ieri, nella riunione dei capogruppo del consiglio comunale, si sono presentati praticamente tutti i consiglieri grillini perché, al momento, non c'è una guida riconosciuta. Problemi che rendono difficile anche aprire le trattative. Da Palazzo San Giacomo trapela che la priorità è ora relativa alla firma per il Patto per Napoli, poi la questione sarà all'ordine del giorno. Trovare un accordo tra tutte le parti, però, non sarà affatto facile. Le liste che non hanno ottenuto seggi vorrebbero un riconoscimento per il contributo offerto durante le elezioni. I grandi partiti vogliono far pesare il loro sostegno. E se non ci si mette al tavolo, trovare il bandolo alla matassa sarà sempre più complicato.

Intanto i presidenti di Municipalità non ne possono più.

L'urlo è corale: fare in fretta e fare bene. Sandro Fucito, già presidente del consiglio comunale e oggi numero uno della sesta Municipalità, dice chiaramente che l'attesa non potrà essere ancora troppo lunga: «La nomina degli assessori è un diritto-dovere del presidente. Ad un certo punto, se l'attesa dovesse prolungarsi ancora troppo, potrei anche nominarli da solo». E ancora, Fucito avverte: «Gli assessori devono essere riconosciuti dai territori. Nessuno pensi di nominarli solo rispetto al risultato di accomodamenti tra i partiti». Anche gli altri numeri uno dei parlamentini si schierano contro l'adozione meccanica del manuale Cencelli.

«È necessario - dice il presidente dell'ottava Municipalità Nicola Nardella - che si punti su nomi di qualità e non sulla compensazione tra i partiti». Anche Roberto Marino, che guida il secondo parlamentino, dice chiaramente: «I presidenti devono avere voce in capitolo nelle scelte, in particolare sulle nomine dei vicepresidenti. Ma ora la discussione va aperta». Intanto le istanze che arrivano dai territori sono numerose e i presidenti fanno fatica a seguire da soli tutte le questioni. «Il carico di lavoro che abbiamo è davvero pesante. Il rischio è di fare tutto e fare male», avverte il presidente della terza Municipalità Fabio Greco. Sulla stessa falsa riga il presidente della settima Municipalità Antonio Troiano: «Siamo oberati di lavoro, gli assessori sarebbero utilissimi. Siamo fiduciosi che si trovi una quadra su nomi competenti e riconoscibili sul territorio».
 

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