Piazza Bellini, De Majo in corteo: «Io, assessore radicale ma rispetto le istituzioni»

Piazza Bellini, De Majo in corteo: «Io, assessore radicale ma rispetto le istituzioni»
di Luigi Roano
Mercoledì 17 Giugno 2020, 09:00 - Ultimo agg. 16:04
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Assessore Eleonora De Majo lei ha definito i tre esponenti dei centri sociali arrestati suoi fratelli: ritiene compatibile il suo ruolo con quello di membro di Insurgencia dove ci sono rappresentanti che hanno manifestato contro la polizia?
«Nessuno né lunedì né in nessuna altra circostanza recente o passata, ha manifestato contro la polizia. Sarebbe stupido e senza senso. Quella di lunedì è stata una piazza che reclamava una ricostruzione veritiera dei fatti di domenica sera in Piazza Bellini. In seguito alle notizie che stavano circolando e che raccontavano una versione di cui non esiste attestazione in alcun video tra le decine che stanno girando sui social. Una piazza, ci tengo a sottolinearlo, che ha comportato l'immediata scarcerazione dei ragazzi ingiustamente detenuti a Poggioreale. C'è un clima fortemente teso in città, frutto di un gioco al rialzo con cui attraverso la criminalizzazione dei comportamenti sociali soprattutto dei più giovani si crea lo spazio per qualunque forma di abuso».

Non le sembra una contraddizione fare parte di una Istituzione come il Comune ed essere allo stesso tempo antagonista delle Istituzioni?
«Non sono una antagonista delle istituzioni o almeno non mi riconosco nella definizione. Ho idee precise e certamente radicali, sulla mia città e in generale sul tempo che vivo ma al contempo ho grande rispetto del ruolo che rivesto. Bisogna allargare le vedute: nel Partito democratico americano la giovane Ocasio Cortez, non solo sta partecipando a tutte le principali manifestazioni contro la Police Brutality ma supporta con consigli concreti i manifestanti suggerendo loro come proteggersi da eventuali abusi».

Qual è il progetto politico dei centri sociali e di Insurgencia?
«Abbiamo creduto fortemente nell'esperienza neomunicipalista che abbiamo attraversato e che ancora oggi si dimostra un laboratorio democratico e di ascolto di tutte le istanze sociali. Non siamo politici di professione e non lo diventeremo, per cui il nostro futuro politico è legato alla possibilità di continuare a dare un contributo. Però è un errore ridurre la mia figura o quella degli altri ragazzi che come me rivestono ruoli istituzionali importanti solo ai centri sociali. Siamo la voce di chi crede nella democrazia, nella libera circolazione delle persone, nei diritti degli ultimi contro le rendite dei pochi, nella giustizia ambientale e nel diritto alla salute».

Riguardo alle occupazioni come quella di Mezzocannone un sito pubblico ceduto in maniera gratuita qual è il servizio offerto alla città dai centri sociali?
«Innumerevoli. I centro sociali nascono come laboratori contro-culturali. Negli anni però sono diventati molto altro: presidi di mutuo soccorso, doposcuola popolari, ambulatori popolari, scuola di italiano per migranti. Tutte attività portate avanti dagli attivisti senza alcun profitto».

L'esperienza De Magistris entro 11 mesi finirà: che futuro si immagina per il dopo?
«L'amministrazione della cosa pubblica mi appassiona tanto e questi quattro anni mi hanno consegnato un patrimonio immenso di conoscenze tecniche e politiche. È altrettanto vero che senza più Luigi come sindaco non sarà facile per chi ha la nostra storia essere compatibili con altri possibili sindaci che potrebbero sotto le mentite spoglie democratiche far rientrare dalla finestra tutta quella malapolitica che in questi anni è stata scacciata. Diciamo che non saremo buoni per tutte le stagioni»

Lei è espressione di demA oltre che di Insurgencia tra pochi mesi ci saranno le elezioni regionali sarete in campo con il sindaco? O magari con una lista vostra?
«Non è stata presa ancora alcuna decisione. Dal canto mio penso che serva assolutamente una convergenza politica a sinistra che sfidi De Luca sui due grandi temi su cui il suo mandato è stato disastroso: ambiente e salute. Diciamoci la verità la terra dei fuochi grida giustizia e non si può far finta di non sentirla».

Ha dichiarato che De Luca ha utilizzato le ordinanze per l'emergenza Covid per attaccare le libertà personali: in che senso?
«Certo, ha utilizzato l'emergenza per entrare nel merito di prerogative che in tempi normali sarebbero dei sindaci imponendo una gestione dello spazio pubblico irrazionale. La parola movida distoglie l'attenzione dal problema, cioè lo spostamento sul piano della gestione dell'ordine pubblico dei comportamenti sociali. Questa zona grigia in cui è possibile dire a un soggetto come e dove stare per strada è pericolosa e apre la strada ad un tendenziale svuotamento delle strade e delle piazze. Poi certo mi fa sorridere che De Luca si accanisca contro i giovani per strada e poi voglia votare a luglio».

Perché in 4 anni Comune e Regione non sono riusciti a trovare un dialogo nemmeno a livello istituzionale?
«Alla base ci sono due visioni politiche contrapposte, ma c'è anche una mortificazione costante di Napoli da parte del Governatore.
Certo che non è stato un bene per la città e per questo ci sarebbe stato bisogno di un nuovo corso a Santa Lucia». 

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