Primo maggio a Napoli, la protesta virtuale di imprenditori e artigiani: «Io voglio lavorare»

Primo maggio a Napoli, la protesta virtuale di imprenditori e artigiani: «Io voglio lavorare»
Venerdì 1 Maggio 2020, 16:49
3 Minuti di Lettura

È diventato subito virale il video lanciato questa mattina sulla pagina Facebook del noto brand partenopeo 'A figlia d''o Marenaro. Un appello corale: io voglio lavorare. Questo è il claim e titolo del video, ideato per la Festa del lavoro e dei lavoratori del Primo Maggio dal gruppo ‘A figlia d’’o Marenaro che, oltre alla titolare Assunta Pacifico e suo figlio Giuseppe Scicchitano, quest’ultimo già alla guida del ristorante “Innovative”,  ha coinvolto più di 50 imprenditori di diverse attività: da Francesco Martucci della pizzeria “I Masanielli” a Davide Civitiello di RossoPomodoro, da Marco Ferrigno della Bottega Ferrigno a San Gregorio Armeno al conduttore radiofonico Gianni Simioli, da Leopoldo Infante di Leopoldo Cafèbar a Teresa Iorio della pizzeria Le figlie di Iorio, da Enzo Festa del Ciottolo Napoli a Daniela Mustilli dell’omonima azienda vinicola e Massimo Setaro della cantina Casa Setaro, dal pasticciere Marco Napolitano alla Chef Piera Parisi del ristorante Sax Barisano di Matera, per citarne alcuni.
 


Chef, pizzaioli, pasticcieri, autonomi e imprenditori di vari settori scendono così in piazza, quella virtuale del social networks, che durante il Coronavirus ha tenuto insieme ancora di più le persone, permettendo di condividere i momenti difficili del #iorestoacasa lanciato dal governo. Oggi, però, questo Primo maggio 2020 è più importante che mai per riscoprire l’importanza della festa del lavoro e dei lavoratori: «In questo momento il nostro Paese sta affrontando un’emergenza senza precedenti nella storia della Repubblica - spiega Assunta Pacifico, proprietaria de 'A figlia d''o Marenaro -, con molti settori chiusi o in difficoltà, che non hanno ricevuto ancora aiuti e forse non ne riceveranno. Il video vuole essere un grido di speranza, un richiamo ai diritti dei lavoratori, uno sprone a creare nuove condizioni per far tornare tutti a lavorare in sicurezza».

Quello della ristorazione è stato uno dei settori più colpiti che attende ancora di sapere quando sarà possibile ripartire. «Per il nostro settore sono momenti drammatici - precisa Giuseppe Scicchitano, alla guida del ristorante Innovative del brand 'A figlia d''o Marenaro - con tante attività che in questi mesi hanno provato a resistere con il servizio a domicilio prima e adesso con l’asporto solo per non affogare. Purtroppo al momento il futuro è ancora nero, noi siamo stati tra i primi a chiudere prima che fosse imposto dal decreto perché abbiamo avuto sempre a cuore la salute dei nostri clienti e dei nostri dipendenti. E ora visti i numeri dei contagi attuali, migliori a Sud, siamo ottimisti nel poter riaprire quanto prima, sempre nel massimo della sicurezza».

La chiusura del video è emblematica, una sorta di risposta a molti quaquaraquà: «Perché, oltre al mandolino e alla pizza - continua Scicchitano -, anche noi al Sud lavoriamo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA