Recovery plan, bagarre sulla sanità a Napoli: «Finora solo propaganda»

Recovery plan, bagarre sulla sanità a Napoli: «Finora solo propaganda»
di Valerio Esca
Martedì 19 Luglio 2022, 08:00
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«Il Pnrr per il comparto sanitario rischia di essere una grande operazione propagandistica alla quale non fa seguito nulla di sostanziale». Una sentenza senza possibilità di appello quella del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. «Il Pnrr dovrebbe servire soprattutto a realizzare una rete di medicina territoriale, ha ribadito il governatore - cioè centinaia di case di comunità nei territori, ospedali di comunità e così via. Ci sono le risorse per fare le strutture, ma non ci sono le risorse per pagare il personale. Questa è la situazione che abbiamo oggi in Italia. In Campania poi abbiamo 10 mila unità mancati e 220 milioni di euro in meno dal riparto del fondo sanitario nazionale». 

Un messaggio preoccupante quello lanciato ieri dal governatore a margine di un convegno organizzato da Le Meridionali, associazione presieduta da Gabriella Fabbrocini, nella sede dell'Unione industriali di Napoli, alla quale hanno preso parte, oltre al governatore De Luca, anche il sindaco Gaetano Manfredi, i responsabili delle diverse realtà sanitarie della Campania e ricercatori impegnati nelle comunità scientifiche.

In Campania dovrebbero essere 171 le case di comunità da realizzare: tra restyling e nuove strutture. «Per farlo però - spiega De Luca - serve sapere quali funzioni devono essere espletate da medici, infermieri e amministrativi. A questa domanda ancora il governo non ha risposto, anzi quando abbiamo avuto un'interlocuzione con il capo di Gabinetto del ministero dell'Economia, il rappresentante del Mef ha detto che non è in grado di garantire nessun finanziamento. Noi così non facciamo altro che prendere in giro il Paese». La missione 6 del Pnrr, della quale si è discusso ieri incide essenzialmente sulla medicina territoriale. Tema che sta molto a cuore al sindaco: «Noi abbiamo grandi difficoltà sul territorio soprattutto in città sia guardando al centro storico che ai quartieri in periferia. Quindi questi investimenti e anche il piano regionale che prevede un rafforzamento della sanità territoriale e la realizzazione degli ospedali di comunità sono aspetti molto importanti perché ci consentiranno di poter garantire prestazioni sanitarie in territori in grande sofferenza». Per De Luca resta prioritaria la discussione sul riparto del fondo sanitario nazionale: alla Campania dovrebbero andare le stesse risorse basate sulla spesa storica per il 99 per cento, mentre per l'1 per cento in base alla deprivazione sociale e all'aspettativa di vita. «Hanno modificato il vecchio riparto per l'1 per cento. Poi non dite che ho un cattivo carattere - ironizza l'ex sindaco di Salerno -. Così si calpesta la dignità di un'intera regione. Qui abbiamo il problema del riparto assolutamente vergognoso del fondo sanitario nazionale, su cui continuiamo a non avere risposte. Abbiamo almeno 10mila unità in meno rispetto alla popolazione residente. Questo ovviamente ha una ricaduta su tutto: sulle strutture, sui pronto soccorso, sul personale da impegnare nei territori, sulle prestazioni di laboratorio che dobbiamo incentivare nei settori pubblici perché sono storicamente troppo basse». 

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La presidente dell'associazione Le Meridionali e direttore Scuola di specializzazione in Dermatologia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha promosso l'incontro «Pnrr-Misura 6: quale occasione per il futuro della sanità del Meridione?» vede il bicchiere mezzo pieno: «Il Pnrr rappresenta un'imperdibile occasione per il Paese e, in particolare, la misura 6 costituisce un'opportunità che, se opportunamente colta, può consentire al nostro Mezzogiorno di recuperare il gap con il resto dell'Italia». 

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