Regionali Campania 2020, Lega contro FI sulle liste: diventa un caso di debutto di Caldo

Regionali Campania 2020, Lega contro FI sulle liste: diventa un caso di debutto di Caldo
di Luigi Roano
Giovedì 25 Giugno 2020, 08:00
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Si mette ancora di traverso la Lega di Matteo Salvini sulla formazione delle liste per le regionali del centrodestra e salta il taglio del nastro della campagna elettorale di Stefano Caldoro. Era tutto apparecchiato al centro culturale «Pietro Golia», punto di riferimento della destra napoletana nel popoloso quartiere Pendino. Una reunion organizzata dall'ex parlamentare e fondatore del centrodestra Amedeo Laboccetta, che al tavolo ha messo assieme la strana coppia Caldoro e Antonio Bassolino - due ex governatori - punzecchiati dai politologi e giornalisti Alessandro Sansone e Marco Demarco. Resta - sul fronte leghista - il via libera e l'apprezzamento a Caldoro come candidato unitario per sfidare l'uscente Vincenzo De Luca, ma i leghisti sulle liste non mollano di un centimetro. E, racconta chi c'era, che nel vertice di ieri mattina alla Camera tra tutti i segretari regionali dei partiti della coalizione, che il leghista Nicola Molteni stava letteralmente «come un pazzo», un assatanato sulla questione delle «liste pulite» e il no ai Cesaro e ad altri potenti portatori di voti per gli azzurri che hanno caratterizzato il partito negli ultimi 20 anni. Insomma, la guerra è tra Lega e Forza Italia e nel corso della riunione abbastanza agitata è risuonato spesso il nome di Silvio Berlusconi, chiamato a prendere una posizione netta, è lui - questo il ragionamento dei campani e degli stessi sostenitori di Caldoro - che deve sdoganare o dire l'ultima parola su eventuali impresentabili non Salvini. Uno stallo però che a Caldoro inizia a dare fastidio così, con la sua consueta pacatezza questa volta usa parole chiare: «Martedì faremo la conferenza tutti assieme qui a Napoli», dice. Un ultimatum di 5 giorni «per mettere a punto le liste e partire, dateci il tempo di organizzare una bella conferenza stampa» racconta il candidato alla Regione. Una battuta per esorcizzare un po' la paura di un patatrac che darebbe ulteriore slancio a De Luca e un po' il tafazzismo del centrodestra che si sta facendo del male da solo. Ma Caldoro cerca di esorcizzare anche nuovi veleni che si affacciano all'orizzonte perché in Fi iniziano a fare i raggi X anche ai candidati e alle truppe leghiste in Campania.

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Non è passata inosservata la presenza di Sabino Morano consigliere irpino leghista coinvolto in una inchiesta della Dda e fan sfegatato di Salvini che ad Avellino ha spedito un commissario. Morano non sarebbe uno dei candidati alle regionali ma il fatto che era lì a quattro passi da Caldoro gli azzurri lo hanno sottolineato con vigore. E ancora a Salerno - epicentro delle regionali - fanno notare i forzisti che Ernesto Sica ex di Fi sbarcato nella Lega è colui che ha confessato il dossieraggio contro Caldoro nel 2010 per il quale ha avuto molti guai giudiziari, insomma tanta la carne al fuoco con gli azzurri che nella sostanza chiedono a Salvini di guardare prima a casa a sua prima di sparare contro gli altri. Atteso che i Cesaro spazio per candidarsi non ce ne è né pare lo stiano cercando. Lo schema garantista di Fi contro il neogiustizialismo della Lega è il nodo da sciogliere.
 


«Abbiamo iniziato a fare il punto della situazione», insisite Caldoro. «Martedì si terrà una conferenza stampa per parlare e ascoltare le domande dei giornalisti. Lo abbiamo concordato e il resto lo racconteremo in quella sede». Prende tempo Caldoro, 5 giorni poi a parlare chiaro sarà lui. Intanto Caldoro rimarca come sarà costruita la coalizione e di conseguenze le liste, si punterà a «profili politici» respingendo al mittente «un certo civismo opportunista» trapela dal suo quartier generale. «C'era anche la Lega, naturalmente - conferma Caldoro - all'incontro c'erano tutti i segretari regionali e abbiamo iniziato a mettere giù le basi per l'appuntamento di martedì con temi più politici e organizzativi della coalizione. Il tempo giusto per organizzare l'evento, dobbiamo trovare una location adatta. Mi limito a questo». Saranno 5 forse sei le liste che lo appoggeranno in questa cavalcata per sfidare De Luca e tutte le liste avranno un profilo politico forte e marcato.
Caldoro attacca invece De Luca per distogliere l'attenzione dalla querelle con la Lega: «Lo chiama piano-lavoro quello messo in piedi ma in realtà - spiega -è un piano di formazione lavoro per posti già assegnati ai comuni, c'è una narrazione sbagliata di quanto afferma De Luca». E sul Covid conclude così: «Bene la chiusura ma sono state misure prese dal governo per tutta l'Italia, siamo stati bravi e fortunati perché nella tragedia il Covid da noi non ha fatto la stessa devastazione che ha fatto altrove. Non mi piace questa contrapposizione sud contro nord, è vecchia e non funziona più». 

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