Sanità Campania, sindacati contro De Luca: «Siamo al collasso, la Regione che fa?»

Pronto soccorso in croniche difficoltà con barelle permanenti, aggressioni quotidiane agli operatori, interminabili liste d'attesa

Paziente e operatori sanitari in una stanza d'ospedale
Paziente e operatori sanitari in una stanza d'ospedale
Mercoledì 15 Febbraio 2023, 12:27
3 Minuti di Lettura

«Sono anni che stiamo sostenendo, inascoltati dal palazzo, che la sanità in Campania è al collasso. Pronto soccorso in croniche difficoltà con barelle permanenti che scompaiono solo quando c’è qualche inaugurazione, aggressioni quotidiane agli operatori, aspettativa di vita di circa 3 anni più bassa che altrove, spese abnormi per la migrazione dei pazienti al Nord per le interminabili liste di attesa che nei fatti impediscono le cure e compromettono il diritto alla salute, personale al di sotto dell’organico per diverse migliaia di addetti.» Sono le dure parole di denuncia di Lorenzo Medici, leader della Cisl Funzione Pubblica della Campania. Quella di Medici è stata per molto tempo l'unica voce fuori dal coro nell'attacco alla Giunta pressocchè quotidiano, ma il silenzio non è più un'opzione viste le dure condizioni della sanità in Campania. Medici sostiene: «Ora se ne è accorto anche il presidente della Regione, che dalla sua tribuna settimanale lancia l’allarme perché il sistema è a rischio. Ma non ci dice cosa ha fatto in questi anni, da commissario, da governatore e da assessore al ramo. Tutte cariche in suo possesso, esercitate in piena potestà, purtroppo con questi risultati».

Il leader della Cisl Funzione Pubblica della Campania ricorre all’ossimoro per sottolineare che «finalmente anche altri si stanno stancando della dittatura democratica che De Luca ha costruito in questi anni. Visti i risultati, tutti oggi comprendono che la logica dell’uomo solo al comando è perdente in tutti i campi e in tutti i settori, perché non produce condivisione sulle scelte, perché esclude la partecipazione, perché tutto viene deciso nelle dorate stanze senza coinvolgere chi, per lavoro o per rappresentanza, vive ogni giorno i drammi che si consumano negli ospedali e le difficoltà in cui si trova il personale». Il segretario generale della categoria rilancia la sua proposta di convocare subito gli Stati generali della sanità. «Bisogna mettere – dice Medici – tutti gli attori allo stesso tavolo, istituzioni locali e sindaci, parti sociali, ordini professionali, per individuare priorità e soluzioni utili a uscire dalla crisi, e al tempo stesso contrastare in maniera efficace il folle progetto autonomistico delle regioni del Nord, che non offre alcuna garanzia sulla unitarietà dei servizi da erogare ai cittadini, come prevede la costituzione.

Questa è la strada. Non capiamo perché De Luca si ostini a fare da solo, per poi chiamare in piazza con i soldi nostri gli studenti contro la guerra, o fare assemblee aperte sul dimensionamento scolastico. Sorge il dubbio che si muove solo su materie non di sua competenza. Perché non lo fa sulla delega che è suo patrimonio personale, come fanno regolarmente altri ed autorevoli governatori che sui grandi temi cercano l’intesa con le organizzazioni sindacali?»

© RIPRODUZIONE RISERVATA