«Nella sanità a Napoli succede di tutto e di più. Nonostante siano implosi i pronto soccorso, a partire dal Cardarelli, nonostante i posti letto manchino, e nonostante una legge regionale approvata addirittura 13 mesi fa imponga la stipula di protocolli di intesa per attuare il modello aziendale unico in tutte le strutture ospedaliere, i due policlinici ancora non si muovono. E tutti tacciono, compresi quelli che hanno votato la norma e dovrebbero sentirsi nel diritto-dovere di intervenire».
Luigi D’Emilio, leader della Cisl Funzione Pubblica dell’area metropolitana, sottolinea la situazione paradossale in cui vive il settore. «Senza - dice - la trasformazione organizzativa stabilita a dicembre 2022 per i policlinici, restano inutilizzabili la metà dei 1400 posti letto in dotazione alle strutture 858 alla “Federico II”, 503 alla “Vanvitelli” e i 2 pronto soccorso previsti.
D’Emilio evidenzia anche le conseguenze che subisce la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, che ha appena eletto nuovo presidente il professor Giovanni Esposito in sostituzione di Maria Triassi. «Siamo convinti - aggiunge il segretario generale – che il prestigioso cardiologo si muoverà in continuità con quanto ha fatto in questi mesi la Triassi per chiudere subito questa annosa vicenda, che rischia di compromettere il prestigio cinquantennale della Scuola. Senza pronto soccorso e senza posti letto, la formazione degli studenti diventa monca, non potendo esercitarsi sulla prima linea e sulle stesse degenze. Tutto questo perché? Per la burocrazia? Finiamola con questi ritardi, che periferizzano sempre più la nostra città e tutto il Mezzogiorno. Per questo rinnoviamo il nostro allarme alle istituzioni regionali affinchè dispongano l’immediata realizzazione di quanto hanno da tempo deciso, superando gli ostacoli che fino ad oggi hanno impedito la definizione del percorso tracciato».