Sciopero Cgil venerdì 16 dicembre contro la legge di Bilancio: «Misure insufficienti»

i delegati della confederazione incroceranno le braccia per otto ore

Nicola Ricci è segretario generale Cgil Napoli e Campania
Nicola Ricci è segretario generale Cgil Napoli e Campania
di Alessio Liberini
Lunedì 12 Dicembre 2022, 17:58 - Ultimo agg. 23:14
4 Minuti di Lettura

«Cambiamola». È questo lo slogan scelto dalla Cgil in occasione della settimana di mobilitazione, al via oggi, indetta dal sindacato in ogni Regione del Paese per manifestare contro la legge di Bilancio approvata dal Governo guidato da Giorgia Meloni.

L’appuntamento in Campania è per il prossimo venerdì, 16 dicembre 2022, quando i delegati della confederazione incroceranno le braccia per otto ore. La giornata di sciopero generale si terrà in piazza del Plebiscito a Napoli. Nel corso della mobilitazione sono previsti diversi interventi dei rappresentanti del sindacato provenienti dai luoghi del lavoro dell’intero territorio regionale. A chiudere la manifestazione di protesta, intorno alle 11.30, sarà il comizio conclusivo tenuto della segretaria nazionale della Cgil, Francesca Re David. A “bocciare” la Finanziaria sono anche i sindacalisti della Uil che hanno proclamato, per la giornata di giovedì 15 dicembre, un’analoga mobilitazione al Plebiscito. Mentre la Cisl resta al momento l’unico sindacato confederale ad aprire alla manovra dell’Esecutivo. 

«Vogliamo dare uno scossone a questo governo - ha spiegato stamane il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci - perché si dovrà pure arrivare in Parlamento per la discussione finale. Come sindacato cerchiamo, dal basso, di dare una spinta affinché i parlamentari e le forze che sostengono questo Governo rivedano i provvedimenti. Servono risposte immediate per lavoratori, pensionati e famiglie: ci sono zone del Paese, come la Campania e l’intero Mezzogiorno, in cui i divari sociali aumentano sempre di più».

Per il leader della Cgil regionale le misure previste nella manovra sono difatti «insufficienti» perché «non si rivalutano le pensioni, non c'è un'aggressione vera all'inflazione per mantenere il potere d'acquisto dei salari e le operazioni che vengono messe in campo hanno durata breve e sono, nel merito e nel metodo, non condivisibili».

«Pensiamo che lo sciopero - osserva Ricci - sia davvero l'unica grande risposta da dare in questo momento. Siamo ancora in tempo per modificare, nel dibattito parlamentare, questa manovra. Lo dicono tutti, lo dice Bankitalia e da oggi anche una forza politica (Forza Italia ndr) che sostiene questo Governo: non ci sono misure adeguate e non esistono i presupposti per avviare le riforme che non vanno più rimandate». 

L’allarme, per le parti sociali, è anche rivolto alla mancanza di «misure a sostegno di politiche industriali e la nostra Regione è la prima nel Mezzogiorno per destrutturazione del suo impianto manifatturiero.

Abbiamo, poi, un problema legato alle tasse. In Campania i salari non toccano la media dei 25mila euro annui e le pensioni non arrivano ai mille euro mensili. C'è una forte diseguaglianza tra chi, come lavoratori autonomi e partite iva, ha una tassazione al 15% e i lavoratori dipendenti e i pensionati che sono soggetti a più scaglioni».

Video

«L'altra grande iniquità – conclude Ricci - riguarda gli interventi per il Mezzogiorno: non viene finanziata la sanità e soprattutto non viene creata un'idea vera di riforma del Reddito di Cittadinanza che, con tutti i suoi limiti, ha rappresentato in Campania una risposta per quasi un milione di persone e, nella sola area metropolitana di Napoli, a 250mila famiglie. Bisogna intervenire con misure strutturali in grado di resistere nel tempo, ma che diano anche risposte nell'immediato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA