Una svolta vera per l’istruzione a Napoli e nell’area metropolitana. È quanto ha chiesto la Cisl Scuola del territorio in occasione del V congresso svoltosi a Pozzuoli alla presenza della segretaria generale nazionale Maddalena Gissi, della sua vice Ivana Barbacci e dei leader locali della federazione regionale Rosanna Colonna, partenopea Attilio Varengo e della confederazione Giampiero Tipaldi.
I dati diffusi da Varengo nella relazione introduttiva sono impietosi. L’evasione e l’abbandono scolastico ha superato il 20% (in città arriva addirittura al 28%), ma non si è in grado di contrastarli perché bisognerebbe allungare il tempo scuola come prima misura da adottare.
In cambio, abbondano le classi pollaio, con 30 e più alunni, in barba al distanziamento e alla sicurezza, e i precari, che aspettano da sempre di essere stabilizzati.
La sfida per il sindacato è come uscire da questa situazione, abbattendo il divario territoriale e le diseguaglianze sociali esistenti soprattutto in alcune aree del Mezzogiorno, e riportando l’istruzione ad unità, per offrire a tutti le stesse opportunità.
«La possibilità – ha detto la numero uno nazionale Gissi – è nel Pnrr. Una occasione unica, con oltre 30 miliardi di risorse disponibili, che devono essere spesi per mettere l’Italia al passo degli altri Paesi europei, con scuole innovative e laboratori per le nuove competenze ed i nuovi linguaggi. Solo così potremo rimettere il Paese nelle condizioni di rilanciarsi sul piano internazionale e competere con il resto dell’Europa. Altrimenti, rischiamo di perdere forse anche l’ultima occasione».