«L'erogazione dei finanziamenti è subordinata alle firme e il termine indicato nella legge è il 30 marzo». Il sindaco Gaetano Manfredi lancia l'allarme sul salva Napoli. La firma con il premier Mario Draghi per ratificare il patto doveva esserci a metà febbraio come precisato nella legge di bilancio che il Parlamento ha licenziato il 31 dicembre dell'anno scorso. Siamo arrivati a fine marzo. Non dovessero arrivare gli oltre cento milioni - la prima tranche di un miliardo e 300 milioni erogati a Napoli a fondo perduto per contrastare il debito da 5 miliardi - l'ex rettore sarebbe in grandi difficoltà nell'approvare il suo primo bilancio. Situazione paradossale, ma Manfredi cerca di fare professione di fiducia e spiega come stanno le cose. «Il nostro documento è pronto per la firma già condiviso a livello tecnico con il Governo e con il Mef, manca la firma che si potrebbe fare separatamente» spiega l'ex rettore. Che si riferisce a una circostanza ben precisa, vale a dire che il salva Napoli è una manovra che salva altre città come Torino, Reggio Calabria e Palermo. Il capoluogo siciliano non avrebbe - questo trapela - messo ancora a punto il suo documento, di qui il ritardo. Se Palazzo Chigi trovasse il modo di fare firmare i comuni in maniera separata si supererebbe lo scoglio del 30 marzo che non è solo un formalismo. Di qui l'appello del sindaco che ribadisce - a scanso di equivoci - la validità del provvedimento assunto dall'esecutivo nazionale. «Grazie alla norma nazionale sui Comuni delle grandi Città metropolitane in difficoltà, siamo riusciti a definire con il Governo un piano di rientro del debito importante che firmeremo nei prossimi giorni con il presidente Draghi. Noi siamo in contatto continuo con Palazzo Chigi e siamo fiduciosi che nel giro di qualche giorno si firmerà, ma magari a scaglioni». Il sindaco entra nel dettaglio: «La situazione del Comune è molto complessa dal punto di vista finanziario e organizzativo, ma abbiamo avviato una serie di iniziative per la città a partire dal decoro urbano, un piano di sviluppo e di investimento soprattutto sui trasporti e sulla rigenerazione urbana utilizzando le risorse del Pnrr, un lavoro molto intenso».
Il miliardo e 300 milioni che arriverà nelle casse del Comune in 20 anni ma oltre la metà verrà erogato nei prossimi 4, è stato varato perché le rate del debito del Comune non pesino sul bilancio dell'ente di piazza Municipio, non dovessero però arrivare nei tempi giusti - e la prossima sessione di bilancio è ad aprile - allora le cose si complicherebbero perché con i propri fondi molti esigui il Comune dovrebbe pagare i ratei del debito che ammontano a 174 milioni l'anno.
Sono ore di grande lavoro anche politico per Manfredi, ultimata la votazione per la Città metropolitana dove è uscito vincitore ora deve mettere mano alle giunte delle Municipalità che a 4 mesi dall'insediamento non hanno ancora l'esecutivo. «Non c'è collegamento - chiarisce Manfredi - tra le elezioni alla Città metropolitana e le giunte nelle Municipalità. Credo serva ancora qualche settimana di tempo ma l'unico criterio per definire le giunte è semplice: contare i voti, chi ha preso più consensi, questo l'unico algoritmo possibile».