I costi del servizio sono aumentati e la conseguenza è un nuovo incremento della Tari. Dal groviglio di norme, di piani finanziari e adeguamenti tariffari, è scaturito un ulteriore rincaro della tassa sui rifiuti. Per i contribuenti si annuncia un nuovo onere tributario per il prossimo anno, sotto forma di conguaglio.
L’importo della bolletta Tari è legato ai costi sostenuti dalla municipalizzata per il servizio di raccolta e smaltimento. Nel Piano economico e finanziario di Asìa del 2020 figurano, infatti, nuove spese effettuate per un totale di 9,1 milioni di euro.
All’amministrazione comunale spetta il recupero di altri 370mila euro, un adeguamento frutto dell’applicazione del nuovo metodo tariffario dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, relativo al periodo 2018-2022. Il ricalcolo effettuato ha determinato, dunque, un onere che, aggiunto ai 9,1 milioni per il costo del servizio, produrrà un totale di 9,5 milioni. Le nuove regole introdotte dall’Authority due anni fa definivano «i corrispettivi Tari - spiega l’Arera - da applicare agli utenti nel 2020-2021 e i criteri per i costi riconosciuti nel biennio 2018-2019». L’addebito sulla Tari versata dai contribuenti dei costi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti si avvia a produrre, dunque, un inasprimento del carico fiscale su famiglie e imprese.
Dal totale dei nuovi aumenti si può ricavare una stima dell’importo aggiuntivo che i contribuenti dovranno versare per la Tari 2021. Suddividendo i 9,5 milioni di euro tra le 58mila utenze non domestiche e le 353mila utenze domestiche, è possibile calcolare il nuovo esborso medio previsto per entrambe le categorie. «Sono quelle su cui si spalmano i costi del servizio dei rifiuti», spiega il consigliere comunale Matteo Brambilla. Per le attività commerciali, viene fuori un importo medio di 81 euro, ma in certi casi si superano anche i 100 euro. E per le famiglie, invece, la quota aggiuntiva è di 20 euro. Non si tratta di cifre colossali, ma, se si considera che la Tari pagata a Napoli è già di gran lunga la più costosa tra le grandi città, l’adeguamento tariffario assume il sapore di una beffa per i contribuenti. La Tari 2021 sarà versata dai contribuenti in due tranche. «La riscossione della Tari - fanno sapere dal Comune - è suddivisa in due fasi: la prima in acconto nella misura del 75% dell’importo dovuto secondo le tariffe del 2020, da versarsi in unica rata entro il 30 luglio 2021 o, in alternativa, in tre rate alle seguenti scadenze: 15 luglio, 15 settembre e 15 novembre 2021. La seconda a saldo/conguaglio da effettuarsi entro il 28 febbraio 2022, a seguito dei provvedimenti di approvazione del Pef». Per gli aumenti servirà l’ok del consiglio comunale. Sulla validazione del Pef, che tocca all’Arera, la stessa Authority spiega che «il gestore predispone annualmente il piano economico finanziario e lo trasmette all’Ente territorialmente competente. Il piano è corredato dalle informazioni e dagli atti necessari alla validazione dei dati impiegati. La procedura consiste nella verifica della completezza dei dati necessari all’elaborazione del Pef».